Una WWE senza Becky Lynch è un’Irlanda senza trifoglio

Ormai lo sapete, il Queen of Moonsault per me è quello spazio che io dedico alle mie emozioni, ai miei forti sentimenti verso il professional wrestling e i suoi protagonisti, e devo dire che questo pezzo che mi sono ritrovata a scrivere per me è forse il più difficile, quello che più mi coinvolge sentimentalmente e che mi fa provare emozioni talmente tanto forti da non riuscire a controllarle.

Molti di voi già la sanno, alcuni no, ma se oggi sono qui a parlare di professional wrestling e a condividere questa meravigliosa passione con tutti voi è grazie a Becky Lynch, colei che mi ha fatta tornare al wrestling dopo anni e anni di amore accantonato. Per questo per me è molto difficile apprendere che non ha rinnovato con la WWE e che ora il suo futuro è in bilico tra il rinnovo, l’andare altrove, l’essere part-timer da qualche parte e forse anche il ritirarsi.

L’importanza di Becky Lynch in WWE

Lo scorso aprile sono andata in vacanza qualche giorno in Irlanda visitando Dublino, Galway e Limerick, quest’ultima una piccola cittadina che ha accolto il 30 gennaio 1987 un’anima ribelle dal nome Rebecca Quin. Mentre ero lì ho imparato molte cose sull’Irlanda e gli irlandesi, come ad esempio il fatto che sono un popolo superstizioso, di festaioli, di persone veramente tanto gentili, empatiche, divertenti e socievoli, ma non solo; infatti una guida durante un tour ci ha raccontato che San Patrizio, che in realtà è gallese non irlandese, è stato fatto prigioniero e portato in Irlanda e quando è scappato per tornare in Galles gli hanno detto: “No ascolta Patrick, tu ora torni da quei pazzi e cerchi di spiegargli cosa significa essere cattolici,” perché gli irlandesi al tempo erano pagani. Quindi lui ha preso, è tornato indietro e ha cercato di spiegare loro gli insegnamenti di Dio, ma dato che erano un po’ ignoranti perché abituati a vivere nel loro mondo di mitologia, funghetti e balli intorno ai falò, per spiegargli la Trinità ha preso un trifoglio e gli ha detto: “Questi sono il Padre, il Figlio e Lo Spirito Santo”, e da allora il trifoglio è il simbolo dell’Irlanda.

Ecco, forse il paragone vi sembrerà un po’ forte, ma come intuito dal titolo, io Becky Lynch per la WWE la vedo come San Patrizio per gli irlandesi: lei ha preso, si è dedicata ad una sua grandissima passione, ha imparato, ha sbagliato, ha vinto, ha perso, ma non si è arresa e alla fine ha portato in WWE il vero significato di wrestling femminile, spiegandocelo nel modo più semplice possibile con il suo dare tutto alla disciplina sul ring e al microfono. 

È anche vero, come penserà qualcuno, che lei ha dato tanto alla WWE e alla divisione femminile e non è un crimine se ora decide di andare altrove, rallentare diventando part-timer o ritirarsi, però sapete, quella è la sua dimensione, era proprio destino che lei fosse lì e lo si capisce anche da come descrive la sua esperienza nella federazione di Stamford nel suo libro (che io vi consiglio di leggere).

E ora cosa succederà?

Se volete sapere la mia, e se siete qui è perché è così, penso che lei prenderà una lunga pausa più che meritata e che durante questo periodo di pausa deciderà quale sarà la sua prossima mossa, e anche se sono al 99,9% convinta che lei dalla WWE non si muoverà per tanti motivi, è anche vero che ormai i wrestler riescono a stupirci: guardate Mercedes Moné o CM Punk, giusto per nominarne un paio. L’unica ipotesi che scarto è quella del ritiro, al massimo diventerà una part-timer. Parlo anche di queste due cose perché proprio riprendendo ciò che dice nel libro, ma anche ciò che ha detto in alcune interviste recenti nel periodo di WrestleMania, si capisce che da quando è diventata mamma le sue priorità sono cambiate, ma anche le sue preoccupazioni. Ora, parole sue, pensa molto di più alla morte, alla possibilità di lasciare sua figlia Roux senza una madre, al fatto che girando molto per lavoro, nonostante praticamente la figlia sia quasi sempre con lei e il marito Seth Rollins, si sta perdendo molti momenti con lei e tutto questo preoccupa Becky Lynch, o per meglio dire Rebecca Quin, anche se ora, arrivata a questo punto, ha praticamente tutto quello che sognava.

L’ultima frase del suo libro è la seguente, tanto per dirvi: “Non mi sono mai considerata una persona di successo, ho sempre cercato di fare un po’ di più [di quello che facevo], di essere ancora di più [di quella che ero], di inseguire più cose. Quel circolo vizioso è diventato abbastanza stancante finché non ho realizzato di avere tutto quello che ho sempre sognato di avere da quando ero una bambina. La mia famiglia, il mio lavoro dei sogni, i miei amici. Per la ragazza che è sempre stata ordinaria in ogni aspetto della sua vita – altezza ordinaria, peso ordinario, ansie ordinarie, voti ordinari, un’educazione ordinaria – ho avuto la possibilità di fare alcune delle cose meno ordinarie di sempre. Non sono la vostra ordinaria ragazza ordinaria.”

Sarebbe ipocrita fingere di non tenerci

Una cosa legata al discorso fatto poco qui sopra è che negli ultimi giorni ho letto tantissime persone che sui social hanno detto giustamente che non importa quale sarà la sua prossima mossa, che va rispettata perché sicuramente la farà pensando al suo bene e alla sua felicità e che Becky Lynch a noi non ci deve proprio nulla. Non potrei essere più d’accordo di così, ma c’è un problema: un po’ sono stanca di questa positività costruita ad hoc per cercare di creare un equilibrio universale, perché dai, nel wrestling non puoi essere neutro.

E attenzione, non parlo di essere mark o meno di un wrestler o di una federazione, parlo del fatto che è legittimo che ognuno di noi provi dei sentimenti che ci portano ad avere un’opinione su qualcosa e onestamente io lo dico apertamente senza problemi: a me Becky Lynch in un’altra federazione non piacerebbe vederla perché sono affezionata a lei in WWE. Sicuramente non la vorrei in AEW perché penso che ci sia ancora tanto da fare con la divisione femminile e non sarebbe giusto metterle sulle spalle questo peso; basti anche vedere Mercedes Moné che teoricamente ha uno starpower enorme come viene trattata dai fan che durante la celebrazione per la vittoria del titolo TBS la fischiavano, reagivano poco con i cori “CEO” fatti giusto da 4 gatti. Mi piacerebbe un po’ di più vederla in TNA, che era anche un suo sogno ad inizio carriera, e ancora di più in Giappone, ma faticherei parecchio in generale perché per me la WWE è Becky Lynch e Becky Lynch è la WWE (se parliamo di wrestling femminile, e non è la sola ovviamente). 

Dite sempre ciò che pensate, anche a costo di sembrare sentimentalmente egoisti perché tanto alla fine non è che se siete fan di Becky poi la boicottate perché va nella federazione X perché non vi piace, siete felici per lei perché sapete che ha cercato di fare ciò che riteneva giusto per se stessa, la sua vita e carriera e la sua famiglia, però questo non cambia il fatto che avete diritto di dire la vostra. A quel paese la pace universale per una volta.

Cosa voglio dire a Becky Lynch?

Concludo questo editoriale dicendo che semplicemente in questo momento un po’ sono triste perché so che mi mancherà molto non vedere Becky Lynch ogni settimana, e devo dire che un po’ di ansietta ce l’ho perché non sono certa di cosa accadrà da qui in avanti, però qualsiasi cosa accada voglio semplicemente ringraziarla di tutto, e dovremmo farlo tutti perché che vi piaccia o meno, è stata e sarà sempre una parte importante della storia del professional wrestling.

11 anni con una federazione sono tanti, lei li è rinata, cresciuta ed è esplosa trovando se stessa e trovando tutti noi fan capaci di “abbracciarla” ogni volta che si sentiva giù, che fosse per il booking, per un match sbagliato, un titolo perso o altro. Il 2013 è stato un anno meraviglioso in WWE per quanto riguarda i contratti, quella classe del Performance Center è forse la più iconica di sempre e da allora tante cose sono successe, ma tra alti e bassi avevamo la certezza che la maggior parte di loro non ci avrebbe mai abbandonati e invece eccoci qui, almeno per ora, con qualcuno che è andato a vivere altre avventure.

C’è una canzone del nuovo album di Billie Eilish che recita: “Potrebbe non essere per sempre, ma se fosse per sempre, sarebbe ancora meglio,” ed è così che mi piace immaginare l’avere Becky Lynch nel mondo del professional wrestling, per sempre in qualche modo.

Articolo precedente della rubrica: Ehi Bayley, vuoi essere la nostra ragazza ancora per un po’?

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Questo articolo è in collaborazione con WorldWrestling.it per la rubrica Queen Of Moonsault, scritta e curata da Rachele Gagliardi, reporter per World Wrestling e fondatrice di Donne Tra Le Corde.

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