La falsa narrazione dell’eroina Mercedes Moné in AEW

Ci sono editoriali che onestamente faccio davvero fatica a scrivere perché sono molto personali, e uno di questi è proprio quello che state per leggere in questo momento. Io sono una delle più grandi fan delle Four Horsewomen e amo Sasha Banks, ma con Mercedes Moné ho tanti problemi e onestamente un pochino vado in affanno quando si tratta anche a connettere con quei suoi fan che esagerano nell’elogiare quello che le sta accadendo in carriera. Non fraintendetemi, sono felice se lei è felice in AEW e se sta vivendo un bel momento nella sua carriera, ma metterla su un piedistallo senza saperla criticare quando bisogna farlo, è lo sbaglio che le ha fatto montare la testa e le ha fatto dimenticare perché Mercedes Varnado è diventata una wrestler.

Oggi sono qui perché vorrei darvi un punto di vista che so che molti condivideranno e molti altri no, ma come dico sempre sono mie personali opinioni che non hanno come scopo di farvi cambiare idea, ma semplicemente di farvi ragione su un qualcosa che mi sta a cuore.

Il primo passo falso

Sul debutto di Mercedes Moné in AEW ho parlato ampiamente in un precedente Queen Of Moonsault, quindi ora voglio parlarvi di lei tramite quello che è emerso dalla sua gestione nelle prime settimane. Mi sono personalmente detta che il periodo critico per capire se questo “matrimonio” avrebbe funzionato sarebbe stato dal suo debutto fino a AEW All In, ma secondo me già un’idea ce la siamo fatta tutti quanti

Io partirei con il dire che non ho trovato molto positivo il fatto che si sia presa la decisione di farle fare solo dei promo per un tot di settimane prima di mandarla sul ring contro Willow Nightingale a AEW Double or Nothing, perché non solo non ha aggiunto molto alla sua rivalità che era anche sensata con la giovane wrestler, ma ha messo in evidenza anche il punto debole di Mercedes Moné: la scarsa bravura al microfono. Eh sì, con il cuore in mano lo dico, ma sicuramente fare promo e parlare non è mai stato il suo forte, molto meglio le azioni in ring, decisamente meglio. E in più, da un punto di vista puramente da fan, mi ha dato la sensazione che non creasse per nulla hype alla sfida, che invece era importante per entrambe le atlete per la loro connessione con la NJPW e quello che era accaduto nel torneo per l’NJPW STRONG Women’s Title, ma anzi, ha sgonfiato un po’ la cosa, anche se ovviamente sul ring le due hanno fatto un gran lavoro.

La scelta di darle tutti i titoli possibili

Veniamo ora al tasto più dolente della gestione della CEO dal suo arrivo in AEW, ovvero il fatto che si è deciso di farle vincere ben due titoli a discapito di due talenti giovani e che rappresentano il presente e il futuro del professional wrestling femminile.

Voglio premettere che sono il tipo di persona che pensa che non necessariamente vincere un match titolato (e a volte non titolato) serva a mandarti over, farti apprezzare dal pubblico e farti crescere, ma in certe circostanze c’è anche la necessità di capire che dall’altra parte c’è una persona che dei titoli non se ne fa proprio nulla, ed è questo il nostro caso. Non penso che Willow Nightingale e Stephanie Vaquer siano uscite male dalle due contese titolate, anzi, sono uscite benissimo perché non solo sono due grandissime performer, ma hanno anche una bella chimica con l’ex Sasha Banks, il problema però è che lei non aveva bisogno di quelle cinture per essere una grande in All Elite Wrestling o New Japan Pro Wrestling, per avere successo, per dimostrare che è una delle migliori, per elevare le donne facendo questa rivoluzione globale che si è vantata tanto di poter e voler portare in AEW e in tutto il mondo, perché se sei davvero LA migliore di tutti i tempi non ti cambierà nulla dimostrarlo anche senza cintura, è così e basta e sapete chi può dirvelo? Una certa Becky Lynch, lei si che è la dimostrazione di come si può elevare qualcuno senza oro alla vita e lanciarlo come una vera star, guardate Lyra Valkyria e Tiffany Stratton.

A volte mi chiedo anche se davvero a questo punto della sua carriera, sia così necessario essere ricoperti di titoli in una federazione, piuttosto di cercare la gloria in un altro modo, perché davvero non penso sia così complicato rimanere rilevante senza diventare campionessa, doppia campionessa, tripla campionessa, soprattutto se è a discapito di nuove wrestler che potrebbero giovare molto di più di una gestione da campionessa, piuttosto di una gestione da semplice sfidante.

Invece di Mosé, Moné che guidò tutti alla salvezza

Il titolo di questo paragrafo vuole essere ovviamente ironico, perché dopo Forbidden Door sto leggendo di quelle cose che mi lasciano alquanto perplessa, e ripeto, io sono una fan del lottato di Mercedes, e riconosco assolutamente il suo impegno sul ring, sapendo che si è allenata superando anche i suoi limiti tra Joshi e Lucha Libre. Però, io davvero non riesco a leggere che LEI avrebbe salvato il match con Stephanie Vaquer, che LEI avrebbe guidato la cilena nella contesa, perché oggettivamente non è vero. Penso sia stato uno sforzo in due, i match si fanno in due (o in più persone se sono a più persone) e non li fa una persona sola, quindi se ci sono degli elogi da fare si fanno, ma se ci sono anche delle critiche si fanno. Io l’ho guardata attentamente la contesa, l’ho messa sotto un microscopio perché avendola vista qualche ora dopo il PPV ho letto elogi alla CEO assurdi ed ero curiosa di capire se erano fondati o meno, ma io ho visto errori soprattutto da parte sua. E attenzione, non sono qui per dire, ‘Eh che schifo, quanti errori’, perché sono umani i wrestler, non robot, e rispetto appunto il fatto che si sia spinta oltre con la Lucha Libre, però non venitemi a dire che riesce sempre a guidare il match, perché non è così, qui ha fatto tanto anche Stephanie, una delle migliori in circolazione. 

Però, una cosa voglio dirla: complimenti a Mercedes Moné per aver rigirato la situazione interpretando l’heel quando il pubblico ha iniziato a tifare per la sua avversaria che teoricamente era la cattiva del match, perché quello è stato pregevole e un qualcosa che solo determinati wrestler esperti riescono a fare, e lei l’ha fatto egregiamente

Potere sul booking

Dato che ho parlato anche della scelta di darle due titoli, è giusto commentare il fatto che a TMZ ha detto chiaramente che lei ha più potere sul proprio booking rispetto a quando era in WWE, lavorando però a stretto contatto con Tony Khan.

Io non so se l’abbia fatto per alimentare i fan sapendo che avrebbero criticato la cosa, ma se così non fosse, è grave per me che abbia affermato questa cosa consapevole che in poche ore avrebbe conquistato il secondo titolo da detenere in questa sua run in All Elite Wrestling, perché mettersi così sotto i riflettori come colei che decide per una carriera che la riempie d’oro, è discutibile. C’è solo una cosa che voglio dire: io spero vivamente che questo suo prendere il sopravvento sul proprio booking porti in futuro davvero ad un grande aiuto per la divisione femminile AEW che purtroppo annaspa ancora oggi, anche se in questo 2024 un leggero miglioramento c’è stato, perché altrimenti no, non è giustificabile l’aver proposto o accettato, perché non sappiamo alla fine quali siano gli accordi interni al 100% sulla questione, di portare via due titoli a due wrestler giovani, perché è inutile che venite a dirmi, ‘Ma perché avrebbe dovuto rifiutare una cosa simile?’, perché c’è gente che ha proposto di perdere a WrestleMania, non un evento qualsiasi, WRESTLEMANIA, il titolo contro una nuova leva per mandarla over, o comunque gente che ha proposto il passaggio di titoli ad una collega per aiutarla con un push perché lei stessa non ne aveva bisogno, quindi a me la giustificazione all’egoismo non piace, specialmente se la situazione e il tuo status non richiedono egoismo.

Le conseguenze di non piacere al pubblico AEW

Collegandomi al fatto che potrebbero incappare in alcuni errori di valutazione con la sua gestione, ci tengo anche a dire che in realtà non è che vedo i fan AEW molto propensi a tifarla. Logicamente qualcuno c’è tra il pubblico che la supporta, che intona i cori ‘CEO CEO CEO’, ma se ci avete fatto caso, molto spesso i suoi interventi o match sono contornati da silenzio e qualche fischio e penso che non sia esattamente in una buona posizione con quel pubblico.

Per non parlare del fatto che ora che si va verso una rivalità con Britt Baker, è palese che i fan AEW saranno tutti dalla sua parte e non da quella di Mercedes, che non solo è arrivata da meno tempo, ma è stata anche un’icona nel riuscire a fare la storia in WWE, la compagnia rivale. Penso che si renderanno conto ben presto che quello che Mercedes Moné si era immaginata di ottenere in AEW, e che sta ottenendo con un booking a suo favore, non porterà a momenti di gloria, ma ad una disfatta che la farà andare via con la coda tra le gambe.

Concludo con il dire una cosa perché penso sia doveroso: quando ho deciso di aprire un mio progetto sul wrestling femminile, che è Donne Tra Le Corde, l’ho fatto perché le Four Horsewomen mi hanno ispirata, e non avrei mai pensato di arrivare a criticare così aspramente una di loro, ma la vita ci sorprende sempre no?! Beh, in questi giorni ho capito che non me la sto prendendo con Sasha Banks, quella ragazza appassionata di wrestling che ha sempre lavorato mossa dal suo amore per la disciplina, no, me la sto prendendo con Mercedes Moné, quella personalità che l’ha risucchiata in un buco nero di convinzioni sbagliate, egocentrismo e soprattutto soldi. Voglio lanciare una sfida a lei e alla AEW: fatemi amare Mercedes Moné, gestitela in modo sensato, fatemi dire che forse una parte di una delle mie eroine può tornare. Io sono qui, fatemi cambiare idea.

Articolo precedente della rubrica: Una WWE senza Becky Lynch è un’Irlanda senza trifoglio

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Questo articolo è in collaborazione con WorldWrestling.it per la rubrica Queen Of Moonsault, scritta e curata da Rachele Gagliardi, reporter per World Wrestling e fondatrice di Donne Tra Le Corde.

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