Sia Ronda Rousey che Becky Lynch hanno fatto uscire una loro autobiografia più o meno nello stesso periodo, quella della fighter uscirà i primi di aprile mentre quella della wrestler è già uscita, e nel suo libro, Ronda Rousey si è lasciata andare criticando pesantemente la WWE, Vince McMahon e il trattamento che viene riservato alle donne nella federazione, per non parlare del fatto che non è molto convinta della riuscita dello storico main event femminile di WrestleMania 35 e del suo booking.
Intervistata su MMA Hour da Ariel Helwani, a The Man è stato chiesto un parere sui commenti negativi della Rowdy:
Non sono sorpresa [dalla negatività di Ronda]. Ascolta, ho una visione molto diversa e un’esperienza molto diversa con la WWE, ma questo [essere una wrestler] è quello che ho sempre voluto fare. Adoro tutto questo. È perfetto? No. Niente lo è. Considerando quanto sia immensa la WWE, quanti talenti e quante persone settimanalmente vanno la fuori in TV per Raw, SmackDown e poi i pay-per-view e poi NXT, avrai sempre a che fare con molte persone, quindi avrai delle esperienze negative, ma questo è il mio sogno. Ho sempre voluto che fosse bello. Mi sono sempre guardata e mi sono chiesta, ‘Come posso migliorarmi? Come posso rendere migliore la divisione?’ Ho sempre lavorato per renderla migliore.
Cose come la parte creativa no, non sono sempre grandiose. C’è stata una storia che per me non aveva senso, ma nessuno dice intenzionalmente, ‘Come facciamo a far fare brutta figura a Becky Lynch?’ Hanno così tanto da fare. C’è così tanto da fare. Riusciamo a fare le cose nel modo in cui le facciamo, anche in un momento in cui, notoriamente, gli show sono stati sempre riscritti poco prima di andare in diretta in televisione, e le abbiamo comunque fatte, siamo comunque andati là fuori, abbiamo comunque raggiunto i nostri scopi e abbiamo comunque fatto funzionare lo spettacolo. No, non è sempre stato bello, ma in gran parte è stato così: ‘Stiamo tutti facendo del nostro meglio.’ Nessuno vuole andare là fuori e fare un cattivo lavoro, o far fare brutta figura a qualcuno. Non credo che qualcuno dica, ‘Come faccio a far fare brutta figura a questa persona?’ A meno che non si suppone che sia un heel e quindi devi farlo apparire così, ma c’è molto la mentalità: ‘Se facciamo bene, la compagnia fa bene.’ Quindi non credo che qualcuno stia cercando di far fallire qualcuno. Suppongo sia questo il punto. Nessuno sta cercando di far fallire qualcuno e quando ami tutto questo cerchi solo di renderlo migliore.
[Ronda Rousey] proveniva da un altro settore. Era una star e avrebbe dovuto essere trattata in modo diverso sotto quel punto di vista. Penso che abbia avuto talmente una grande prima uscita [a WrestleMania 34] che tutti hanno pensato, ‘Oh, lei può lottare.’ Dirò questo con molto rispetto, ma non poteva lottare. Quello che facciamo non si basa solo sull’avere un buon match per poi dire, ‘Ok, sì. Mi ci tuffo a capofitto.’ È un mestiere e devi imparare il tuo mestiere. Devi essere diligente nell’imparare il tuo mestiere, ma tutti hanno trattato Ronda come se lo sapesse già [fare] perché quando è arrivata la prima volta, è stata brava nel primo match, ma stava anche lavorando con Kurt Angle, stava lavorando con Triple H, Stephanie McMahon, è stato un match provato molto bene prima perché tutti volevano che [lei] avesse successo.
Poi, è stato tipo, ‘Ok, lei può fare questo. Andiamo’ Questo è stato maltrattarla perché era una star e aveva fatto così tanto per le MMA e, in termini di questo e booking, il tutto non è stato gestito bene, ma la mia esperienza non deriva dal fatto che qualcuno pensasse che sarei stata degna di qualsiasi cosa tanto da essere importante agli occhi della federazione o del wrestling in generale, perché era una cosa che amavo e che cercavo di praticare. È arrivata e penso che abbia trovato un posto che le piacesse, ma non ha mai cercato di farlo [di praticare wrestling] fin da giovane. Penso che [questo] cambi l’esperienza che si ha quando si va in un posto.