Ben ritrovati cari lettori del blog, sono la vostra Komorebi e per il nostro consueto appuntamento mensile con la rubrica Joshi Saké voglio parlarvi di una wrestler molto particolare, capace di reinventarsi più volte nel corso della sua carriera, riuscendo sempre a sorprendere tutti. Visti i recenti indizi che la lottatrice sta lanciando sui propri social che sembrano portare ad un cambio di personaggio, ho pensato di parlarvi di questa fantastica wrestler. Mettetevi comodi perché, come avrete potuto intuire dal titolo, oggi voglio parlarvi di Asuka, o per meglio dire di Kana, dato che ripercorreremo insieme la sua carriera prima dell’approdo in WWE.
Un inizio sfortunato
Kanako Urai (questo il vero nome di Asuka), nasce il 26 settembre del 1981 in Giappone, precisamente nella Prefettura di Osaka. All’età di 14 anni, Kanako inizia ad appassionarsi al wrestling seguendo in tv le grandi stelle del Puroresu degli anni ’90, restando incantata dalle gesta di lottatori del calibro di Antonio Inoki, Satoru Sayama e Minoru Suzuki. Da quel momento nella testa della giovane Kanako inizia a balenare l’idea di fare wrestling, ma quella stessa idea sembra destinata a restare soltanto un piccolo sogno irrealizzato, in quanto i suoi genitori la dissuadono dall’intraprendere quella carriera, spingendola piuttosto a continuare gli studi universitari. Qualche anno dopo, Kanako si laurea presso la University of Arts Junior College di Osaka e successivamente trova lavoro presso una nota azienda di web design. Il suo talento come grafica non passa inosservato e ben presto (ad appena 22 anni) prende parte alla realizzazione di alcune grafiche per videogiochi della Nintendo DS e della XBox. Successivamente, Kanako diventa piuttosto nota nell’ambiente videoludico, tanto da lavorare anche come giornalista per un magazine interamente dedicato ai videogiochi della XBox. Un giorno, mentre aspetta la metro tornando da lavoro, Kanako raccoglie un volantino che sponsorizza un evento di wrestling che si terrà ad Osaka nel fine settimana e decide quindi di fare un biglietto per andare a vederlo. Dopo quello show in Kanako si riaccende la voglia di wrestling, ma questa volta non vuole limitarsi a fare da spettatrice, vuole essere lei al centro dell’azione. Nella primavera del 2003, Kanako decide quindi di prendere lezioni di wrestling presso una neonata federazione di Joshi, la AtoZ. Qui viene allenata da Yuki Ishikawa, leggenda nota soprattutto per il suo passato in BattleArts. Utilizzando il suo vero nome, Kanako Urai inizia a lottare verso la fine del 2003, in alcuni eventi minori della federazione, dove per lo più jobba alle lottatrici più esperte. Visti i progressi raggiunti dopo poco più di un anno di allenamento, la AtoZ decide di aggregarla al roster ufficiale con lo status di rookie, facendola debuttare il 16 giugno del 2004 con il ring name di Kana (nome scelto come abbreviazione del suo nome), durante un evento live dove affronta Leona alla Korokuen Hall di Tokyo. Verso la fine del 2004 Kana partecipa anche al torneo Tag League organizzato in collaborazione dalla AtoZ e dalla ben più nota All Japan Women’s Pro Wrestling (AJWP). In questo modo Kana non solo fa coppia con la leggendaria Yumiko Hotta, ma addirittura si trova davanti avversarie come Jaguar Yokota e Manami Toyota, stelle della AJWP che si avviano ormai alla fine della loro carriera di lottatrici.
Purtroppo però il destino ha in serbo di mettere i bastoni tra le ruote a Kana. Infatti, nel 2006 la AtoZ è costretta a chiudere i battenti per gravi problemi economici e, come se non bastasse, Kana è costretta ad annunciare il ritiro dal wrestling a causa di una nefrite cronica. La carriera da wrestler di quella che oggi conosciamo come Asuka è terminata dopo appena due anni di attività.
Quando la passione supera ogni ostacolo
Sconsolata ed amareggiata, Kanako è costretta a tornare al suo vecchio lavoro di grafica e pertanto decide di aprire una propria agenzia. L’azienda va bene sin da subito ed il lavoro non manca, ma ad amici e parenti appare chiaro che quel fatidico giorno 19 marzo del 2006 qualcosa in Kanako si è rotto. Nessuno tra loro (nemmeno la sua migliore amica nonché socia in affari) riesce a spiegarsi come mai nonostante l’azienda vada così bene, una giovane e talentosa imprenditrice non trovi più il modo di sorridere come ha sempre fatto.
Il 22 settembre del 2007 succede però qualcosa di assolutamente inaspettato. Durante un evento di wrestling indipendente ad Osaka, tra lo stupore generale dei presenti, Kana fa il suo ritorno sul ring per una notte sola (vi tocca abituarvi alle scelte sorprendenti di Kana perché saranno una costante della sua carriera). Sul suo volto ecco tornare il sorriso, ma soprattutto torna in lei la voglia di vincere il suo match con quel destino ostinato che continua a mettersi tra lei e la sua carriera da wrestler. Kana si reca quindi a Tokyo ed inizia una terapia medica sperimentale per provare a convivere con la nefrite. La terapia sembra rispondere sin da subito molto bene e, seppure con estrema cautela, i medici le comunicano che può tornare a fare wrestling.
Tuttavia, nei primi mesi del suo ritorno Kana è costretta a prendere parte per lo più ad eventi indipendenti o apparizioni speciali one night only, senza poter firmare contratti troppo estesi con nessuna federazione di Joshi, ma riesce comunque a svolgere diversi match lavorando come freelancer per federazioni quali Ice Ribbon, Joshi Wrestling Puroresu, Pro Wrestling Zero1, Neo Japan Ladies Pro – Wrestling e Pro Wrestling Wave. Nel gennaio del 2008, dopo aver trovato la soluzione che le permette di convivere con la nefrite, Kana firma un contratto di più mesi con la Pro Wrestling Wave dove ricomincia a lottare con lo status di rookie. Per il suo match di debutto in Wave, Kana viene saggiamente messa contro la veterana nonché top heel della federazione: Kyoko Kimura (mamma di Hana). La scelta è ovviamente motivata dal fatto che solo una lottatrice esperta come Kyoko può garantire qualità contro un’avversaria che ha accumulato ruggine per via del ritiro forzato e, allo stesso tempo, ha l’esperienza necessaria per tutelare la salute della sua avversaria. Dal match perso in maniera anche piuttosto netta contro Kyoko, ha inizio il primo feud ufficiale dello stint di Kana in Wave. La storia ha una struttura semplice con la stable di Kyoko che inizia a prendersela con le rookie del roster finché Kana non si propone come caposquadra del gruppo di giovani lottatrici. La rivalità culmina in un match tre contro tre che vede Kyoko Kimura, GAMI e KAORU contrapposte a Kana, Yumi Ohka e Shuu Shibutani. Nonostante le tre rookie gettino il cuore oltre l’ostacolo riuscendo anche ad ottenere qualche conto di due, il match viene vinto dalle heel. Il tutto però basta affinché il pubblico presente allo Shin – King di Tokyo tributi alle giovani rookie il meritato applauso per la prestazione offerta.
Primi successi
Nel giugno del 2008 il suo contratto con la Wave scade e decide di non rinnovarlo per firmare con la NEO Japan Ladies Pro – Wrestling, la federazione fondata dalla leggendaria Kyoko Inoue (stella dei tempi d’oro della AJWP) e che all’epoca era considerata la migliore promotion del panorama Joshi, primato che deterrà fino alla sua chiusura nel 2010, dalle cui ceneri nascerà poi l’attuale Stardom.
Anche nella sua esperienza in NEO, Kana inizia con lo status da rookie, ma sin da subito appare chiaro che i piani della federazione per lei sono piuttosto importanti. Del resto, non capita a tutte le nuove arrivate di finire dopo appena tre match nel mirino di una delle lottatrici principali della federazione. Infatti, Nanae Takahashi inizia a seguire con interesse i match della giovane Kana, finché non decide di prenderla sotto la sua ala e di aggregarla alla sua stable denominata Passion Red. La stable domina per ben due anni in NEO, mentre Kana accumula esperienza e migliora a vista d’occhio. Nell’agosto del 2009 per le Passion Red si presenta una ghiotta occasione: una shot ai titoli tag team detenuti da Kyoko Inoue ed Hiroyo Matsumoto. Quando però un infortunio alla spalla costringe Natsuki Taiyo (la tag team partner di Nanae) ad assentarsi, la Takahashi non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua occasione per vincere i titoli tag. Ecco quindi che decide di affidarsi a Kana, scegliendola come sua partner per il match. Del resto ormai Kana non è più la rookie ingenua appena arrivata in federazione, è decisamente migliorata sul ring ed è pronta per un match più impegnativo. Il match si tiene il 29 agosto del 2009, ma dopo una serratissima lotta, si esauriscono i 30 minuti ed il match termina in pareggio con la conseguenza che le cinture restano alla vita della Inoue e della Matsumoto. Per il rematch bisogna attendere il 10 ottobre del 2009, quando i due team si affrontano nuovamente per le cinture. Il match è molto simile al precedente, la lotta è serrata, ma questa volta Kana conosce meglio l’offensiva delle avversarie e questo le permette di evitare diverse mosse. Grazie ad un ottimo lavoro di squadra, Kana impedisce alla Matsumoto di interrompere il pin vincente di Nanae su Kyoko ed il match viene vinto dal duo delle Passion Red. Grazie a questa vittoria, Kana vince il suo primo titolo in carriera. Il loro regno dura però soltanto due mesi, dato che perdono le cinture nel dicembre dello stesso anno. Questa sconfitta porta all’incrinarsi del rapporto tra Kana e le Passion Red, finché la stessa Kana non decide di abbandonare la stable e proseguire da sola.
Ormai Kana ha acquisito lo status di midcarder ed il suo stint in NEO procede vedendola collocata in quella zona della card. Nel maggio del 2010, Kana decide di firmare un contratto che la lega nuovamente alla Pro Wrestling Wave, pur restando ancora sotto contratto anche con la NEO, dalla quale si svincola alla fine del 2010 quando la federazione è costretta a chiudere. La carriera di Kana procede quindi in Wave. Il suo stint culmina con la vittoria dei titoli tag team della Wave in coppia con Ayumi Kurihara, un’altra lottatrice molto importante per la sua carriera in quanto contro di lei si aprirà una piccola serie di match (che seguirà il classico canovaccio amiche/nemiche), tra i quali uno è considerato tra i più belli fatti da Kana in carriera dopo le serie stellare contro la Satomura e Syuri. E anche il risultato è storico, in quanto Kana ed Ayumi diventano le campionesse inaugurali dei Tag Team titles nella storia della Wave.
Nel suo contratto che Kana firma con la Wave, riesce ad ottenere anche un importante ruolo creativo che le permette di occuparsi del booking di diverse giovani lottatrici. Sin da subito Kana si concentra su due giovani talenti molto interessanti che gli esperti del settore già stavano tenendo d’occhio. Sto parlando delle giovanissime sorelle Shirai, Mio di 22 anni e Io di soli 20. Kana decide quindi di fondare una sua stable che decide di chiamare Triple Tails, alla quale aggrega proprio le due sorelle Shirai. Come avrete già avuto modo di leggere nel mio articolo dedicato alla carriera di Io Shirai, il sodalizio tra le sorelle Shirai e Kana durerà per qualche anno e le vedrà esibirsi in varie promotion del panorama Joshi, tra cui anche la neonata SMASH fondata dal noto ex WWE Tajiri. Ed è proprio dal suo debutto in SMASH (contraddistinto da bordate di fischi come accoglienza) che dobbiamo partire per introdurre il prossimo capitolo della carriera di Kana.
Il manifesto: Kana fears no one
Siamo nell’agosto del 2010, l’anno che a mio parere più ha contraddistinto la carriera di Kana. Infatti, prima del suo debutto in SMASH, Kana fa parlare di sé per un articolo, noto come “manifesto”, che scrive per il Weekly Pro – Wrestling, il noto magazine giapponese dedicato al wrestling. In questo articolo Kana muove una severissima critica all’intero Joshi Puroresu, definendolo come “un covo di atlete mediocri e senza personalità, radicato ai soli valori tradizionali e non aperto all’innovazione derivante dalle altre tradizioni di wrestling al di fuori del Giappone”. Una critica molto aspra e pungente che non passerà certo inosservata, procurandole diverse antipatie nel settore. Addirittura alcune federazioni decidono di etichettare Kana come “persona non gradita”, decidendo di non firmare mai un contratto con lei. Solo dopo alcuni giorni dal debutto in SMASH tra i sonori fischi del pubblico, verrà svelato che il manifesto altro non era che un riuscitissimo work, volto ad attirare odio contro il nuovo personaggio heel di Kana. Tuttavia, nonostante la smentita della stessa Kana e di Tajiri in diverse interviste anche a distanza di anni, c’è ancora oggi in Giappone chi crede che le parole di Kana fossero vere e non parte di un copione da recitare.
Come dicevo prima, il 2010 è un anno principale per la carriera di Kana. Infatti, a causa dell’episodio del discusso manifesto, soprattutto nel primo anno dalla pubblicazione dell’articolo, Kana ha trovato non poche difficoltà a ricevere ingaggi dalle federazioni. Ecco perché si è poi accasata in SMASH, sfruttando il rapporto di amicizia con Tajiri. Tuttavia, la forza di Kana nel corso della sua carriera è stato il trovare sempre una soluzione ai problemi che le si creavano davanti. Ecco quindi che, per far fronte alle difficoltà derivate dalla pubblicazione del manifesto, Kana si reinventa ancora una volta. Inizia quindi a produrre da sola i propri show, dando vita ad una serie di eventi denominati Kana Pro Mania. Nel main event del primo autoprodotto, la stessa Kana affronta quella che diventerà la sua storica rivale, la leggenda vivente Meiko Satomura. Kana e Meiko si sono affrontate diverse volte nel corso delle rispettive carriere, dando vita alla serie Kana/Satomura che è tutt’oggi considerata tra le serie di match migliori del Joshi Puroresu.
Intanto, quando a fine 2011 Io Shirai firma un contratto di sviluppo con una Stardom che era ancora in fase embrionale, il suo rapporto con Kana si raffredda irrimediabilmente. Solo quando le due si incontrano nuovamente, perché entrambe in WWE, il rapporto sembra ricucirsi leggermente.
Intanto arriviamo al 2011, anno in cui la bufera conseguente al manifesto sembra essersi placata e Kana è ormai diventata uno dei nomi di spicco del panorama Joshi. Nonostante Io Shirai abbia lasciato la Wave e la SMASH per iniziare la formazione nella (quasi) neonata Stardom, il sodalizio tra Kana e Mio Shirai è rimasto saldo, tanto che le due diventano anche campionesse di coppia della Wave.
Per quanto riguarda il suo stint in SMASH, la rivalità più accesa Kana la ingaggia con un altro volto noto del Joshi: Syuri. Sfruttando ancora l’heat generato dal manifesto, Kana (che anche in SMASH aveva un discreto potere creativo), decide di basare il suo feud con Syuri proprio sulla critica che ha mosso alle sue colleghe con Syuri pronta a vestire i panni della baby – face motivata a smentire le accuse di Kana e dimostrarle di che pasta è fatta.
Sempre sfruttando l’ormai celebre manifesto, Kana ingaggerà anche una breve rivalità con la compianta wrestler cinese Lin Byron venuta a mancare nel 2018 a causa di un tumore al cervello. In quello che doveva essere un match a stipulazione semplice, Kana decide di rendere tutto più interessante sfidando Lin ad un innovativo “Winner Strips Loser match” che tradotto letteralmente significa “il vincitore deve spogliare lo sconfitto”. Insomma, un ottimo modo per attirare ulteriore heat ad un anno dalla pubblicazione del manifesto, soprattutto se il tema di base spinge sul fatto che Lin faccia parte di quelle lottatrici alle quali Kana si rivolge nell’articolo e che reputa incapaci e colpevoli di puntare sulla bellezza piuttosto che sulle abilità in ring, andando così ad infangare l’immagine del Joshi Puroresu. Inoltre, aggiungiamoci pure il fatto che una cultura così rigida come quella nipponica sempre attenta al rispetto del buon costume, non poteva che schierarsi in modo netto contro l’ennesima provocazione di Kana. Il match dura solo otto minuti ed è a senso unico con Kana che domina in lungo e largo su Lin. Nelle fasi finali Kana atterra Lin con una combo di Chicken Wing e Sleeper che fa perdere i sensi alla rivale. Sfruttando la situazione, nel post match Kana sfila la parte superiore del costume di Lin e va per sfilarle anche il reggiseno tra lo stupore generale del pubblico presente. Tuttavia, Lin riprende i sensi e riesce a sfuggire a Kana che resta al centro del ring con un sorriso diabolico, mentre guarda la parte superiore del costume tolto a Lin che intanto fugge via impaurita e scossa nel backstage.
Se pensate che l’imprevedibilità di Kana si fermi qui, vi sbagliate e di grosso pure. Tanto per non farsi mancare nulla, Kana inizia una rivalità con Tajiri, al fine di dimostrare che se le sue colleghe sono tanto mediocri non le resta che lottare contro i colleghi uomini. Sebbene l’intento di Kana (chiaramente nei panni della heel) sia solo quello di pavoneggiarsi senza arrivare effettivamente ad un match contro un uomo, Tajiri la sfida e lei, in preda all’orgoglio e le ripetute provocazioni di Tajiri, accetta. Il match viene vinto da Tajiri, ma l’offensiva di Kana durante il match dà spesso l’impressione che possa essere lei a portare a casa la vittoria.
Quello con Tajiri è solo uno dei molti intergender match fatti da Asuka nel corso della sua carriera. Infatti, nel 2012 Kana fa diverse apparizioni in DDT Pro – Wrestling ed in una di queste apparizioni partecipa ad una Battle Royal per l’assegnazione dell’ Ironman Heavymetalweight championship riuscendo addirittura a vincerlo dopo aver sconfitto nelle fasi finali della contesa i colleghi Antonio Honda ed un volto noto dell’odierna AEW, Michael Nakazawa.
Inoltre, durante la sua rivalità con Meiko Satomura, viene coinvolta in un match misto dove fa coppia con Naomichi Marufuji per sfidare Meiko e niente poco di meno che Minoru Suzuki. Il match si svolge in uno degli eventi Kana Pro Mania e viene bookato dalla stessa Kana. Questo match, soprattutto a causa della sua interazione con Suzuki, non è stato esente da critiche per la troppa violenza mostrata. In un match molto stiff, impressiona soprattutto la sequenza finale che vede Kana addirittura perdere i sensi dopo essere stata colpita violentemente da Minoru che la chiude in una sleeper hold per chiudere la contesa.
Sempre nel 2014 Kana prende parte ad un altro intergender a coppie miste. Questa volta fa squadra con Kenny Omega per affrontare Hikaru Shida e Masato Tanaka. Tuttavia, anche per scampare alle critiche che avevano caratterizzato il match contro Suzuki, l’incontro è decisamente più equilibrato e la violenza non raggiunge mai i livelli del match precedente. Anzi, questa volta il match ha una struttura decisamente più comedy, tanto che c’è addirittura uno spot all’interno del match che vede Kana e Kenny schernire i propri avversari mostrando loro i rispettivi deretani.
The dark side of Kana
Nel 2014 Kana ha ormai raggiunto un’enorme popolarità in Giappone ed è considerata la migliore heel in attività. L’attestato di stima prende ancora più valore se poi a dirlo in alcune interviste del periodo sono Bull Nakano e Dump Matsumoto, non a caso le due heel per eccellenza del periodo d’oro del Joshi. Kana non si limita però ad essere una heel semplice che gioca sporco sul ring, lei è una perfezionista e vuole trasmettere qualcosa anche con il look che porta in scena. Ecco perché quando arriva al match che chiude la sua serie contro Meiko Satomura, la stessa Meiko si trova davanti una nuova versione di Kana. Adesso Kana non è più soltanto una giovane heel assetata di successo e disposta a tutto pur di vincere, questa nuova versione è più sicura di sé e dei suoi mezzi. Il look poi fa il resto. Infatti, Kana inizia a portare in scena personaggi dalle tinte sempre più dark con dei makeup in stile horror di ottima fattura. Ecco quindi susseguirsi una serie di look diversi: quello che si ispira al classico demone (shinigami 死神); quello ispirato al Rajin, la divinità giapponese del tuono; o ancora la sua versione a tinte decisamente più horror, Zombie Kana; o infine, i vari makeup da clown e la Joker face per omaggiare il compianto Heath Ledger che impersonava il Joker nel film “Il cavaliere oscuro”. Il continuo evolversi del suo personaggio si arresta proprio quando Kana raggiunge la sua versione migliore contraddistinta dal makeup in stile clown. Se la Kana del manifesto fu odiata da mezzo Giappone, questa versione produce invece l’effetto opposto e le permette di esibirsi nelle federazioni di Joshi più importanti del periodo quali la JPW, Ice Ribbon e REINA. A mancare è solo lo stint in Stardom per volontà della stessa Kana, anche se le motivazioni dietro questa scelta resteranno un grande mistero della sua carriera.
Nello stesso periodo il nome di Kana è arrivato anche oltreoceano e diverse federazioni americane e messicane iniziano ad offrirle ingaggi. In realtà, Kana negli USA ci era già stata qualche anno prima, ma soltanto per brevi periodi. Adesso però federazioni come Chikara e Shimmer le offrono ingaggi più duraturi. Lo stint in Shimmer termina per lo più come un’esperienza da midcarder visto che riabbraccia la sua vecchia amica Lu Fisto che già anni prima aveva incontrato sempre in Shimmer e tenta varie volte l’assalto ai titoli tag team. L’ultimo match di Kana in Shimmer è contro Cheerleader Melissa per lo Shimmer World Championship, ma anche questa volta Kana esce dal ring a mani vuote.
Lo stint in REINA rappresenta invece l’apice della sua carriera in Giappone. Infatti, nell’agosto del 2014 diventa prima campionessa di coppia insieme ad Arisa Nakajima, sottraendo le cinture a Lin Byron e Syuri, quando nella finale del torneo per assegnare le cinture quest’ultima viene tradita dalla sua tag team partner perché pagata dalla stessa Kana. La rivalità con Syuri culmina quando il 26 dicembre dello stesso anno Kana la sconfigge diventando REINA World Women’s Champion e proclamandosi allo stesso tempo anche Reina General Producer. Il suo regno del terrore ha quindi inizio con lei stessa che può decidere quali devono essere le sue difese titolate e contro chi. Ad inizio 2015 fonda la sua stable denominata Kana – gun (armata di Kana), per poi essere ribattezzata Piero – gun (Piero in giapponese vuol dire clown), in quanto tutti i membri della stable applicano il trucco da pagliaccio sui propri volti. Il suo strapotere termina però quando dopo aver perso le cinture di coppia contro Syuri e Hikaru Shida, Kana perde anche la nomina di General Producer (che era in palio nel match), perdendo così i privilegi che aveva avuto finora, essendo lei a decidere quando e se difendere la sua cintura di campionessa della REINA. Nonostante ciò, Kana difende la sua cintura per altre tre volte, prima di riconsegnarla da imbattuta il 31 agosto del 2015. Il suo ultimo match in REINA si svolge il 4 settembre del 2015, quando a seguito di un inaspettato turn face (probabilmente messo su solamente per l’occasione), fa coppia con la storica rivale Syuri e sconfigge la coppia composta da Makoto e Konami.
Is Asuka ready for America?
Qualche settimana prima del suo ultimo match in REINA, precisamente il 22 agosto del 2015, Kana viene vista tra il pubblico dell’evento della WWE, NXT TakeOver: Brooklyin. Da lì iniziano a nascere le prime speculazioni di un suo possibile approdo alla corte dei McMahon. Speculazioni che si rivelano corrette quando l’8 settembre del 2015 Kana e la WWE tengono una conferenza stampa a Tokyo per annunciare che Kana ha firmato un accordo pluriennale con la World Wrestling Entertainment. L’arrivo di Kana in WWE è di sicuro l’operazione più grossa che ha coinvolto il Joshi nell’ultimo ventennio. Basti pensare che solamente per gente come Bull Nakano ed Aja Kong c’è stata tanta mobilitazione con tanto di conferenza stampa in Giappone, tra l’altro organizzata dalla stessa WWE. Inoltre ci tengo a fare una piccola precisazione sul ring name scelto per la sua nuova avventura che non è casuale. La scelta del nome Asuka è un omaggio ad una delle icone dei tempi d’oro del Joshi Puroresu Lioness Asuka, la wrestler preferita di Asuka.
Da questo momento in poi, un po’ tutti noi che seguiamo la WWE sappiamo come è andata la sua carriera. Se volessi rispondere alla domanda che ho usato come titolo per la parte finale di questo articolo, mi sento di rispondere sì. Sì, Asuka è stata pronta per l’America che ne ha saputo apprezzare le qualità, tanto che una grande fetta di pubblico la considera un nome di rilievo in WWE. Questo può apparire scontato, ma non lo è affatto. Molte stelle giapponesi che approdano negli USA non sempre riescono a brillare come facevano in Giappone (vero Sarray?), anche a causa di uno stile di wrestling molto diverso e tante altre difficoltà di cui vi ho già parlato in un precedente articolo di questa rubrica. Tuttavia, Asuka ce l’ha fatta e si è costruita un nome di tutto rispetto, destinato a rimanere nei ricordi dei fan. Tutto questo senza padroneggiare la lingua inglese. Ciò nonostante ha vinto tanto, tutto grazie al suo immenso carisma. Infatti, passa spesso sotto traccia che Asuka è una Grand Slam Champion e condivide questo speciale record solamente con Charlotte Flair, Sasha Banks e Bayley. In pratica ¾ delle Horse Women. E scusate se è poco.
Termino questo articolo della rubrica sperando che vi sia piaciuto e vi rinnovo l’appuntamento al prossimo mese con Joshi Sakè. Prima però concedetemi altre poche righe utili a capire perché Asuka è dove è ora, sperando che siano anche uno stimolo per non demordere mai nei vostri obiettivi. Ecco alcune parole che Tajiri ha speso per Asuka qualche anno fa durante un’intervista a Weekly Pro – Wrestling: “Il segreto di Asuka? Ve lo svelo subito, è semplice… Ho ancora amici in WWE e uno di quelli che lavorano al Performance Center una volta mi ha raccontato che quando si allenava per lottare ad NXT, una sera i custodi le dovettero dire che l’impianto stava per chiudere. Lei era rimasta a provare una nuova tecnica fino a tarda sera perché era complicata e non voleva sbagliarla per non deludere i fan. Lei ama il wrestling, è questo il segreto di Asuka”. Un saluto dalla vostra Komorebi!
Articolo precedente della rubrica: Joshi Sakè: Historic X-Over, un altro passo avanti per il wrestling femminile
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Donne Tra Le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla WWE, Stardom, AJPW, TJPW e tutte le altre compagnie citate in questo articolo. Non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alle lottatrici citate in questo articolo e da i credits a tutti i fotografi e grafici che hanno lavorato alle foto in questo articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Aurora Petrucci, blogger di Donne Tra Le Corde. Editing e revisione di Rachele Gagliardi.