Siamo al secondo anno di blog e prosegue la nostra avventura con il wrestling femminile, tra gioie e dolori, quindi anche per quest’anno vi voglio parlare di cosa mi è piaciuto e non mi è piaciuto del wrestling femminile. L’anno scorso sul blog vi ho portato solo i miei momenti preferiti, mentre quelli che non mi sono piaciuti li trovate in un video che avevo girato per Wrestling With Eagle.
Come l’anno scorso, vi premetto che questa non sarà una classifica e cercherò di scrivere dei pensieri brevi ma completi, dato che comunque il materiale è tanto, fornendo principalmente il mio punto di vista e descrivendo quanto accaduto. In più, ho omesso esperienze prettamente personali come la possibilità di intervistare diverse persone, ma mi sono concentrata di più sulle cose effettivamente successe nel wrestling femminile, anche se voglio che sia chiaro che sono la persona più grata del mondo per ciò che sono riuscita a fare a livello personale (soprattutto incontrare Charlotte Flair!!!!!) anche quest’anno, poiché grazie al vostro supporto questo progetto è cresciuto tantissimo.
Detto questo, spero possiate apprezzare anche voi i momenti che ho scelto, nel bene o nel male, e ovviamente siete liberi di farmi sapere quali sono i vostri, in un commento a questo articolo o sui social. Buona lettura!
I momenti che ho amato
Mickie James fa la storia della Royal Rumble
Anche se non ho apprezzato esattamente la modalità con cui la WWE ha annunciato le partecipanti alla Royal Rumble, dato che è sempre bello avere un bel po’ di sorprese soprattutto con le leggende, il fatto che Mickie James abbia fatto un’apparizione non solo mentre stava lavorando per un’altra compagnia, ma addirittura con la cintura da campionessa di quella compagnia, per me è da brividi. “Hardcore Country” Mickie James che entra con la cintura Knockouts nella WWE Women’s Royal Rumble 2022 è quel qualcosa di storico che mai mi scollerò dalla mente.
Lita vs Becky Lynch: un ritorno, tante emozioni
Onestamente non so se riuscirò a descrivervi quello che ho provato nel rivedere la mia lottatrice preferita di sempre indossare di nuovo gli abiti da ribelle e salire sul ring. Già la sua partecipazione alla Royal Rumble per me è stata un colpo (bellissimo) al cuore, ma, quando ho saputo che avrebbe lottato in un match singolo, il cuore mi è esploso direttamente. Ciò che ha reso questo momento ancora più speciale secondo me è il fatto che lo ha condiviso con Becky Lynch, da sempre sua grandissima fan, tanto che quando ha iniziato a fare wrestling si vestiva come lei pensando che fosse figo mostrare a tutti il perizoma fuori dal pantaloni, e anche perché, come molti di voi sanno, Becky Lynch è colei che mi ha fatta tornare al wrestling e per me è stato importante vedere due delle donne che più mi hanno ispirata nella vita scontrarsi e farlo nel match più bello di tutto l’evento. Se questo è stato davvero il match di ritiro di Lita, sono felice che lei se lo sia goduto, perché l’hanno sempre trattata da cani, quando Lita è una delle leggende migliori di questo business.
Stephanie McMahon è il grande capo
Non potevo non menzionare questo fatto a modo suo storico, perché sì, anche se Vince McMahon È la WWE, non c’è alcun dubbio sul fatto che sia bello vedere una donna a capo di tutto, se poi quella donna è Stephanie McMahon ancora meglio. Vi dico ovviamente che io non sono quella che grida al miracolo eh, perché comunque siamo tutti esseri umani e sicuramente ci sono state cose buone e cose cattive e ci saranno cose buone e cose cattive fatte da entrambi i regimi a livello di booking e altro, però è una ventata di aria fresca che ci voleva secondo me e che sta facendo molto bene anche al mood backstage in generale, vedo tutti più rilassati, più felici di lavorare, ma forse è solo una sensazione personale. Aldilà di tutto, credo che Stephanie e Paul siano un ottimo team, quindi per ora io promuovo il loro lavoro in generale.
Becky Lynch torna The Man
Ne abbiamo parlato tantissime volte sulle varie piattaforme social di Donne Tra Le Corde, ma è bene ricordate che per me Big Time Becks è stato un fallimento. Il fatto è che non penso fosse un personaggio del tutto giusto per Becky Lynch, perché anche se c’era voglia di farla heel, cosa che capisco, non vedo perché farla così codarda quando l’irlandese ha sempre dimostrato di essere una badass, soprattutto da quando era The Man. Non butto via tutto di Big Time Becks, sia chiaro, ma quando trovi il personaggio perfetto per qualcuno cambiare è dura, perché sì, The Man è la dimensione perfetta per Becky Lynch e lo abbiamo visto anche di recente, lei è la campionessa badass del popolo e nessuno può essere brava quanto lei in quello che fa. Grazie Triple H, grazie per aver fatto tornare The Man.
La AEW assume Renee Paquette e la WWE riassume Cathy Kelley
Ma perché mi devo limitare a parlare solo delle wrestler? No, non voglio farlo, e per questo voglio anche dare credito a tutte le altre donne che si impegnano tantissimo ogni giorno per far crescere il professional wrestling e tra queste c’è la giornalista Renee Paquette. Io ho sempre adorato Renee già dai tempi della WWE, l’ho sempre trovata una grande professionista che all’occorrenza sa ridere e scherzare con i performer, ma sa anche essere seria e fare il suo lavoro come deve. Anche per questo, penso che la AEW abbia fatto un affarone ad assumerla, forse uno dei migliori acquisti della compagnia, anche meglio di tanti wrestler messi sotto contratto a caso. Renee non solo ha nettamente migliorato la qualità dei segmenti backstage e delle interviste, ma secondo me è riuscita anche a stimolare i wrestler stessi che sicuramente ci regalano quel qualcosa in più con un’intervistatrice che non è presa e messa lì, non è passiva, ma interagisce attivamente con loro.
Ma la canadese non è l’unica giornalista che adoro e che sono felice di rivedere nel mondo del wrestling, perché per me è bellissimo riavere anche l’iconica Cathy Kelley che ci ha sempre regalato dei momenti meravigliosi backstage. Se non lo fate, seguitela anche su TikTok, non ve ne pentirete.
Saraya (Paige) torna sul ring
La figura dell’ex Paige è molto controversa, c’è chi la ama e chi la odia, c’è chi la ritiene bravissima sul ring e chi no, e poi ci sono io, che me ne resto nel mezzo. Non sono mai stata una super fan di Paige, anche se le ho sempre riconosciuto alcuni momenti importanti legati alla Women’s Revolution, però ritengo che, aldilà dei pareri personali, sia doveroso essere felici per lei, perché è giusto, come lo siamo stati per Edge e Daniel Bryan. Saraya ha subito un importante infortunio al collo sui ring della WWE, uno di quelli che ti fa dire addio alla carriera da professional wrestler, ma non ha mai smesso di sperare e combattere e, dopo la scadenza del suo contratto con i McMahon a luglio, ha firmato con la AEW tornando sul ring, nello specifico a Full Gear, dove ha sconfitto Britt Baker in un match che sicuramente non ha dato molto a livello di lottato, ma l’ha resa felice. Saraya, come tanti, è un esempio di forza e questo glielo riconosco e sono anche fiera di lei. È solo l’inizio.
La crescita delle wrestler
Mai come quest’anno, da quando ho ripreso a seguire la disciplina, sono fiera di quanto siano cresciute le donne nel wrestling, ma in generale in tutte le compagnie, dalle indies alle major. Devo dire che con il passare del tempo anche io sto conoscendo performers e realtà a me prima sconosciute e le sto apprezzando molto, però davvero, tutte fantastiche. Voglio cercare di andare in ordine raggruppandole un po’ per compagnie, ma inizio subito dalla AEW, perché voglio premiare l’impegno di Jade Cargill che sì, ha ancora tanta strada da fare, ma si è rimboccata le maniche e si è messa a lavorare con Bryan Danielson. Passando a IMPACT invece, se proprio dovessi sceglierne una, probabilmente sarebbe Jordynne Grace, che non solo è sempre un mostro sul ring, nel senso buono ovviamente, ma si sta anche allenando come una pazza e sta seguendo una dieta che le ha donato una forma fisica stupenda. Ma i miei complimenti vanno anche a Masha Slamovich che si è mostrata al pubblico come una vera e propria macchina da guerra.
Se invece ci spostiamo in WWE, beh, permettetemi di dire che Mandy Rose è sbocciata (sì Rachele, bella battuta). Una leader, una campionessa, una wrestler che ha saputo tenersi benissimo e ha guidato una divisione femminile per tutto il 2022 nonostante abbia anche avuto alcuni problemi personali importanti. Bravissima Mandy, anche se purtroppo è andata com’è andata con il suo licenziamento. Ma non è stata l’unica, perché quello che ha fatto Bianca Belair, specialmente nella prima parte dell’anno, è stato pazzesco. La EST è ripartita dal basso, si è messa in fondo alla fila e ha lottato con le unghie e con i denti finché non è diventata di nuovo campionessa, con il pubblico che le sta sempre dietro e che la ama. E infine, anche se so che qui tutti non saranno d’accordo, c’è Liv Morgan. Anche se forse il momento era un po’ passato, anche se forse il booking non è stato d’aiuto, grandissima Liv Morgan che non ha mai mollato, c’è sempre stata per i fans e io sono fiera di lei.
Sono fiera di tutte le donne, perché in generale, anche nelle avversità e con un anno che, come vedremo dopo, ha messo parecchio i bastoni tra le ruote al wrestling femminile, loro non si sono arrese.
La meraviglia dal Sol Levante
Premessa doverosa, io non sono un’esperta di Joshi, per questo lascio il campo ogni mese alla nostra Aurora “Komorebi” Petrucci con il suo Joshi Sakè, la rubrica dedicata al wrestling femminile giapponese, ma sono fiera di aver fatto dei passi avanti in questo campo.
Come sapete il mio problema sta nel fatto che non sono la fan numero uno del lottato tecnico, che in Giappone abbonda, però non posso che inchinarmi davanti alle performer del Joshi che sono uno spettacolo unico. Vedo pochi match, ma in quelli che vedo mi fanno innamorare del loro lavoro e sono felice che abbiano ricevuto il giusto riconoscimento soprattutto nella classifica PWI 150, di cui abbiamo parlato anche durante una live su Twitch sfogliando la rivista. Brave quindi a tutte le Joshi (e congratulazioni a Giulia!!!!) spero di potervi vedere un giorno anche negli Stati Uniti a combattere con le mie idole delle major americane (se volete vedere i miei dream match tra Joshi e wrestler che lavorano degli US, recuperate il video fatto su Wrestling With Eagle).
Il ritorno della Women Of Wrestling
Quest’anno Donne Tra Le Corde ha aperto il suo canale Twitch dove pian piano stiamo proponendo diverse live a tema e ci stiamo divertendo molto ad interagire con tutti voi e una di queste live è il “Watch Party,” ovvero, ci ritroviamo tutti insieme per guardare un qualsiasi contenuto legato al wrestling e commentarlo insieme. Per ora ci siamo concentrati tantissimo sulla Women Of Wrestling, uno show tutto al femminile che al suo interno ha sì del lottato, ma è anche molto televisivo, si basa molto sui personaggi e c’è da dire che ce ne siamo innamorati. Io, parlando per me stessa ovviamente, mi sono davvero tanto affezionata a questo prodotto e mi dispiace non averlo seguito già anni prima, ma come sapete ero in pausa dal wrestling, ma ora giuro che me lo sto godendo e lo sto adorando. Non so se voi avete mai visto lo show o giocato a Celebrity Deathmatch, ma le vibes secondo me sono totalmente quelle e mi piace troppo. Continuate così WOW!
I momenti che ho odiato
La WWE riassume Ronda Rousey
Onestamente mi sembra anche un po’ uno spreco di tempo parlare di Ronda Rousey, e non perché io voglia essere cattiva (per non dire altro), ma semplicemente perché ha dimostrato già più volte, a parole e con il lottato, che lei nel wrestling ci sta come i cavoli a merenda. Ovviamente ci tenevo comunque ad inserire in questo articolo questo mio personale flop del 2022, però vi lascio questo “Queen Of Moonsault – L’ombra di quella che era Ronda Rousey,” che è un editoriale approfondito sull’argomento che ho scritto nella mia rubrica per World Wrestling.
L’assenza prolungata di Charlotte Flair
Forse questo sarà il pensiero più breve di questo articolo, ma sarei una falsa a non menzionare l’assenza di Charlotte Flair in WWE. Come sapete tutti, The Queen, insieme a Lita, è la mia wrestler preferita e penso sia un sentimento comune non essere felici quando i nostri wrestler del cuore non si esibiscono. Okay l’assenza per il matrimonio, okay l’aspettare per inserirla al momento giusto, però che voi siate suoi fan o meno, penso sia normale ritenere che ci sia un vuoto nel roster, ma è un sentimento che si può estendere in generale a tutte le Four Horsewomen che hanno ancora tanto da dare, ma prometto che prima o poi approfondirò questo argomento, quando mi sentirò di strapparmi il cuore dal petto e tenerlo in mano mentre parlo di loro.
Walkout Sasha e Naomi
Anche qui, io ve lo dico, ho un editoriale della madonna pronto da mesi, la bozza è lì nella mia cartella degli articoli e non vedo l’ora di farlo uscire, teoricamente su World Wrestling. Ma vi posso dire solo una cosa, indipendentemente dal fatto che sia vero che sono scappate o sia solo una montatura, però io sto dalla loro parte. Vi spiego meglio: posso essere d’accordo che la modalità di fuga non sia stata delle migliori, ma il fatto che si siano fatte sentire per come sono state trattate, per come è stata trattata la divisione femminile, i titoli di coppia femminili e tutto quanto, secondo me è giusto. Io faccio sempre questo esempio che forse è banale, ma efficace: a scuola noi studiamo la storia e studiando la storia abbiamo imparato che tutti i cambiamenti nascono da una ribellione, perché stare zitti nella vita non porta al cambiamento.
Ovviamente io spero tanto che le due possano tornare, anche se so che qualcuno storcerà il naso alle mie dichiarazioni, soprattutto perché Naomi qui in Italia non piace e per molti Sasha è una spocchiosa viziata, ma questo è solo il mio punto di vista, perché io ci tengo a loro, secondo me stavano andando alla grande con quei titoli e come coppia e soprattutto Naomi quando serve c’è sempre e tira fuori anche ottimi match (vedi l’ultimo in singolo con Charlotte Flair), e Sasha Banks beh… basta leggere il pezzo poco qui sopra per capire quanto significhi per me. Lo so lo so, si vocifera che sia tutto finito tra la WWE e The Legit Boss, ma mai dire mai.
Le Damage CTRL sono danneggiate
Io quella notte d’estate me la ricordo molto bene, mi ricordo come ho reagito un secondo prima per il turn face di Becky Lynch, per poi sclerare ancora di più quando ho sentito la musica di Bayley partire, e poi quella di Dakota Kai e IYO SKY. È stata poesia. Le basi c’erano, i presupposti per avere una stable figa quanto le Toxic Attraction c’erano, ma invece niente. Sconfitte, vittorie, sconfitte, sconfitte, vittorie inutili, sconfitte che demoliscono. Queste sono le Damage CTRL, una stable che poteva dare tanto fin da subito, ma che invece è rimasta impantanata nel fango ed è ancora lì a capire come uscirne, perché ad ogni progresso corrisponde poi un passo indietro e uno di lato poco convinto. Ma io non do la colpa alle performer, qui qualcosa nel booking non va e spero tanto che o si riprendano, trovando per loro una soluzione, o a questo punto che venga tutto chiuso. Ma davvero vogliamo un domani ricordarci le Damage CTRL alla pari della Retribution? Io non credo.
La NWA fallisce nel supporto alle wrestler
Qui vi dico già che non scenderò nei dettagli perché ho le dita belle roventi sulla testiera per un editoriale, però ragazzi, come disse un noto direttore di Mediaset: “Che figura di m*rda”.
Perché sì, le dichiarazioni imbarazzanti fatte sia da Billy Corgan che da Trevor Murdoch sono da mani nei capelli. Ma si può dire che non ci sono wrestler donne per fare un intero evento al femminile? Ma si può dire che non ci sono wrestler adatte allo stile NWA? Ma si può fare i furbi e perculare dicendo poi: “Eh dove eravate prima con i nomi di tutte queste wrestler,” quando santo cielo basta comprarsi ogni anno il numero del Pro Wrestling Illustrated per leggere un elenco di 150 donne straordinarie, o basta mettere piede in una libreria per comprare dei libri che io stessa, persona qualsiasi che ha una passione, sta vedendo in questo momento nella propria libreria di casa? Non c’è giustificazione per le scuse di queste persone per non aver voluto muovere il sedere per fare un evento tutto al femminile o dare opportunità a donne che non fossero le stesse 3 o, senza offesa, a wrestler come Kamille che hanno evidenti limiti sul ring. Sveglia NWA!!!!
Gli infortuni in AEW
Per quanto la divisione femminile AEW stia ancora facendo fatica ad emergere tra le tante nel mondo, sicuramente gli infortuni quest’anno non hanno aiutato. Se non ricordo male è dall’estate 2022 che sono iniziati i veri problemi per la compagnia, che si è ritrovata quasi senza mezzo roster, quello importante, a causa di vari infortuni.
Se ci concentriamo sulle donne, penso che quelli più gravi siano quelli che hanno colpito Kris Statlander e Thunder Rosa. Nel caso della prima mi piange davvero tanto il cuore perché come sapete è stato amore a prima vista con lei quando ho iniziato a guardare la AEW e trovo che sia una delle più brave lì dentro. Inoltre, il fatto che dovesse sicuramente andare a sfidare una delle campionesse per il titolo mi rattrista ancora di più, perché so che avrebbe potuto diventare campionessa se solo non si fosse fatta male. Presumo, ma non ne sono certa, che l’idea fosse quella di mandarla contro Jade Cargill per il titolo TBS e secondo me Kris era la persona perfetta per strapparle il titolo, considerando anche che per l’ex cestista non hanno esattamente trovato idee nuove o innovative (vedi Nyla Rose che ruba la cintura o la storyline con Bow Wow), quindi è un peccato in generale.
Per quanto riguarda Thunder Rosa invece, sono dispiaciuta perché sapevamo già tutti che sarebbe stata lei a detronizzare Britt Baker e sapevamo anche quando, quindi ci aspettavamo un grande regno da parte sua, sapendo che è amatissima dal pubblico. Ma un po’ i problemi di booking, un po’ le voci dal backstage che la vedono odiata da tutte le altre, un po’ questo infortunio, è andato tutto in mona, come si dice qui in Veneto. Principalmente mi dispiace per lei, perché fisicamente e moralmente dev’essere stata dura, però mi dispiace anche perché ad esempio Toni Storm ci ha rimesso, quindi ci ha rimesso una sua collega e la divisione, per non parlare del fatto che lei secondo me ora come ora faticherà a ritrovare il suo spazio in AEW, infatti se fossi in lei farei i bagagli.
Considerazioni finali
Insomma, un altro anno è passato, un altro anno di Donne Tra Le Corde che continua a crescere parlando un argomento di nicchia dentro una disciplina di nicchia, ma ce la stiamo facendo. Alti e bassi in questo 2022, che a livello di wrestling femminile mi ha deluso un pochino rispetto al 2021, ma rimane il fatto che davvero sono sempre tanto fiera delle ragazze e donne che non mollano per niente al mondo nonostante quello che le donne passano in tutte le situazioni della loro vita, figuriamoci in uno sport considerato “per uomini”.
Di questo 2022 mi porterò nel cuore più che altro il riconoscimento che ho ottenuto grazie al mio lavoro, che se sono qui a fare è grazie al wrestling femminile e alle donne che lavorano nel professional wrestling. Mi ricorderò le prime interviste internazionali che ho fatto, la partecipazioni agli show italiani con persone che mi hanno accolta a braccia aperte, soprattutto le wrestler che ormai mi permetto di chiamare “la mia famiglia,” perché se loro dicono grazie a me, io dico un grazie ancora più grande a loro per avermi coinvolta in tutto, non erano obbligate a farlo ma lo hanno fatto. A livello di wrestling popolare invece mi rimarrà quel senso di orgoglio che provo verso alcune lottatrici che a fatica si sono guadagnate il loro posto settimana dopo settimana e mi rimarrà il piacere di aver conosciuto nuove performer da apprezzare e di essermi ricreduta su alcune di loro.
Come ho detto anche l’anno scorso, per questo 2022 è tutto su Donne Tra Le Corde, ma non abbassate la guardia, perché per il 2023 ho tantissime cose in mente, quindi a prestissimo amanti del wrestling femminile. Buon anno nuovo!
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Donne Tra le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla All Elite Wrestling, WWE inc o altre fonti citate in questo articolo. Credits a tutti i fotografi che hanno scattato le foto presenti nell’articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Rachele Gagliardi, fondatrice e blogger di Donne Tra Le Corde. Revisione di Irene Zordan.