Il Cookie di Cuky: Nia Jax, altrimenti detta “Araba Fenice”

Sapete qual è una delle cose più belle dell’essere fan di wrestling? Escludendo ovviamente la parte in cui ti senti membro di una famiglia ristretta con un proprio codice tale per cui se incontri in una qualsiasi città del mondo un tizio o una tizia con addosso una maglia di wrestling, sei autorizzato/a a salutarla calorosamente o a fare un cenno d’intesa che verrà percepito solo da voi.

La cosa più bella dell’essere fan di wrestling è cambiare la propria opinione in assoluta libertà senza sentirti imputato di fronte al tribunale della coerenza. Anche perché, diciamocela tutta, la coerenza non appartiene prettamente al mondo del wrestling: è un business e come tale si assiste spesso a cambiamenti di federazione che fanno tuonare i fan più dediti al tribalismo con un sonoro: “Ma come ti permetti? Hai tradito!”. Come se poi quel passaggio ti impedisse di continuare a seguire il tuo wrestler preferito anche se è da un’altra parte.

Invece il bello dell’essere fans di wrestling è che la tua opinione può mutare costantemente in base a cosa percepisci di un determinato atleta: hai la possibilità di ricrederti in positivo o in negativo e nessuno potrà accusarti di non essere coerente con te stesso perché, al contrario, vuol dire che un wrestler ha conquistato la tua fiducia e il tuo tifo, lavorando duramente su sé stesso. Ed io ammetto di adorare queste storie di risalita.

Nia Jax

11 Settembre 2023: Monday Night Raw.
All’improvviso… il ritorno di Nia Jax.
All’improvviso… il panico.

Piovono commenti negativi e ammetto di essermi associato a quelle critiche: “Triple H ormai fa tornare tutti a caso”, “Ma c’era proprio bisogno di Nia Jax?”, “A questa notizia Kairi Sane (era ancora in Giappone all’epoca, non era ancora tornata in WWE) si rifiuterà di tornare in WWE” e via dicendo.

Sto scrivendo questo editoriale il 14 Maggio 2024 e sono pronto ad ammettere una cosa chiara e netta: ci siamo sbagliati tutti.

Nia Jax ci ha sorpresi, ci ha fregati come un’ottima prestigiatrice che lascia alle sue spalle la nomea dell’impacciata big woman capace soltanto di creare una sfilza di infortuni e ritorna come uno degli act più solidi nell’attuale panorama femminile della WWE. E attenzione, seguite questo mio ragionamento e poi siete liberi di criticarlo: perché elogio così tanto Nia Jax e non il booking di Triple H?

Perché noterete anche voi che il booking con cui viene scritto il personaggio della Jax non sia cambiato di una virgola rispetto al passato. Lei è e sempre sarà la macchina schiacciasassi. Ha quella fisicità dirompente e non avrebbe senso bookarla in maniera differente; fu infatti molto strano quando, nel feud contro Alexa Bliss, la Jax fosse stata chiamata a lavorare da babyface mentre la Bliss era la mean girl che la trattava da stupida. Stonò abbastanza, ma il tutto funzionò perché Nia e Alexa sono ottime amiche nella vita quotidiana e lavorarono minuziosamente alla costruzione dei loro character. Ma nei restanti casi di feud, di primo o secondo rilievo, alla Jax non è mai stato richiesto qualcosa di diverso rispetto ad essere la devastatrice del ring.
Quello che è davvero cambiato rispetto a qualche anno fa è l’impegno che adesso Nia mette sul ring: è sicura, sa fare il suo lavoro con grande precisione, dà al contempo l’impressione di mescolare quella forza straripante e di avere molta più fiducia nelle sue capacità. In poche parole: Nia Jax adesso funziona. E alla stragrande.

Cos’è cambiato dalla vecchia Nia?

Fermi! Non sto parlando della seconda venuta di Manami Toyota, eh… Non ragioniamo per estremi secondo cui tutto è o un capolavoro o uno schifo. Esistono le sfumature e Nia lavora benissimo su quelle sfumature qualitative e il merito è tutto suo. Mi verrà perdonato un approdo nel campo maschile, ma lo trovo necessario per farvi capire il mio ragionamento. Prendiamo l’esempio di Roman Reigns. A ben vedere, il moveset di Roman Reigns è rimasto pressoché identico nel corso degli anni. Sì, ha aggiunto qualcosina in più al suo arsenale, ma non abbiamo un Roman così differente da un punto di vista qualitativo. La differenza è stata fatta dalla scrittura del personaggio a cui Roman ha abbinato una performance interpretativa pazzesca e soprattutto la capacità di sposare il suo moveset al lato sadico del Tribal Chief. Una Spear, una Guillotine Choke, un SuperMan Punch avevano un sapore del tutto diverso se fatto in qualità di Tribal Chief.

Con Nia Jax, invece, abbiamo una scrittura che è rimasta immutata, stabile e cristallizzata. È stata lei a fare quel salto in più per raggiungere col suo moveset una scrittura che continua a funzionare dai tempi della preistoria del wrestling: la powerhouse che picchia a destra e a manca, Davide contro Golia, la gigantessa che domina sul ring funziona. Da sempre. Finora però a Nia mancava quel salto di qualità per far sì che apprezzassimo questo suo lato devastante. Fino al suo ritorno il match di Nia era nella maggior parte dei casi il match da non seguire, il match della pausa panino perché tanto non ti perdevi nulla. Adesso vuoi vedere che cosa s’inventerà sul ring anche se le sue mosse saranno quasi sempre le stesse, ma io sono curioso di vedere come saprà sorprendermi anche con una semplice mossa di potenza. E questo vuol dire aver vinto nel mondo del wrestling: quando con pochissimo, ottieni tantissimo.

Siamo passati dallo sciagurato “My hole” che inchiodò la Jax al ruolo di meme ridicolo di internet, ad un main event ad Elimination Chamber. Ok, main event ottenuto perché era contro Rhea Ripley (ma anche la stessa Jax è australiana eppure tutti erano concentrati su Rhea) ma come sempre sostengo: i match si costruiscono in due e dove c’è il merito di Rhea Ripley per aver sfondato completamente come superstar, non va dimenticato il prezioso ruolo della gregaria che magari si prende meno le luci della ribalta, ma è lì a lavorare per far sì che lo show sia godibile.

Siamo passati dallo skippare a priori un match della Jax ad essere incuriositi del modo in cui lavora sul ring. Siamo arrivati ad un ruolo tra le protagoniste della scorsa Royal Rumble e la sua interpretazione di forza inarrestabile è stata funzionale a creare un impatto diretto per un’altra superstar: Jade Cargill. E solo se lavori bene riesci a dare valore alle altre che lavorano con te. Nel wrestling non lavori CONTRO il tuo avversario, lavori CON il tuo avversario. E Nia ha dato un contributo perfetto a far sì che quella notte la stella di Jade brillasse ancora di più.

È già un notevole passo avanti ed è giusto riconoscere a Nia la voglia di essersi messa in gioco nuovamente, di aver lavorato per far ricredere i fans.
Ad oggi Nia Jax è un’avversaria credibilissima per la lotta alla cintura, per ottenere il titolo di Queen of the Ring e il tutto senza che il lavoro di booking sia cambiato di una virgola su di lei. Ha lavorato sul cercare la chimica migliore con l’avversaria, sul pulire la sua esecuzione che in passato rasentava spesso l’alta possibilità di botch. È anche risaputo che, nonostante gli infortuni che purtroppo aveva causato, il supporto delle colleghe non sia mai venuto meno. Chiunque ha sempre parlato di Nia in termini positivi: è ben voluta nel backstsage e quindi la fiducia di uno spogliatoio che ti supporta è un incentivo ulteriore a dimostrare che cosa tu sappia letteralmente fare.

Sarò sempre un fiero sostenitore delle seconde linee nel mondo del wrestling, di quelli che non si prendono la copertina ma lavorano instancabilmente per dare il meglio di sé e per cercare un miglioramento costante. Io sono contento che anche per Nia sia arrivato il momento della riscossa coi fans, dell’essere rivalutata, di avere gli occhi addosso carichi di curiosità e non di quel sottile sadismo che consiste nel vedere: “Vediamo che cosa stupida combina questa volta”.

Nia è risorta dalle ceneri dei suoi errori e come l’Araba Fenice adesso splende ed è un tassello importantissimo della divisione femminile: la schiacciasassi che è sempre stata, ma con più pulizia e fiducia in sé. Che bello poter cambiare idea nel mondo del wrestling!

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Donne Tra Le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla WWE citata in questo articolo. Non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alle lottatrici citate in questo articolo e da i credits a tutti i fotografi e grafici che hanno lavorato alle foto in questo articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Emanuele “Cuky” Cucurnia scrittore di Donne Tra Le Corde. Editing e revisione di Rachele Gagliardi.

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