Salve a tutti, mi presento: sono Aurora, alias Komorebi, e sono appassionata di wrestling. La mia passione per questa disciplina mi ha portata negli anni ad interessarmi molto al wrestling femminile e, in particolar modo, al wrestling femminile giapponese, meglio conosciuto come Joshi. Da oggi inizia la mia collaborazione con il blog di Rachele all’interno del quale verrà pubblicata una rubrica mensile dove si parlerà proprio del Joshi e di tutto ciò che lo riguarda, come approfondimenti, biografie delle atlete, curiosità e tanto altro.
Come primo argomento per questa rubrica, ho pensato di partire con un’introduzione al mondo Joshi, sperando di coinvolgere sia chi già conosce questo mondo, ma anche chi vuole approcciarsi ad esso. Ho pensato di strutturare questo primo post della rubrica rispondendo alle domande più frequenti che mi vengono poste da chi non conosce questa disciplina e ci si vuole avvicinare.
Che cos’è il Joshi?
Il Joshi è il nome con il quale è conosciuto il wrestling femminile in Giappone. Questa disciplina vanta ormai una lunga tradizione, essendo nata negli anni ’50. Spesso le ragazze giapponesi iniziano a praticare il wrestling a scuola o presso palestre private, anche spinte dall’interesse che nasce in loro guardando gli eventi in tv o nelle arene, essendo il wrestling molto diffuso nel Sol Levante.
Il primo errore che comunemente si fa quando ci si approccia al Joshi è quello di confonderlo con uno stile. In realtà no, il Joshi è solo il wrestling che ha come protagoniste esclusivamente atlete donne. Infatti, così come il pro – wrestling, anche all’interno del Joshi sono incorporati diversi stili: c’è lo strong style, c’è il comedy style, c’è il match per puristi che si basa su un lottato molto tecnico, ci sono gli spotfest ecc. Ci sono perfino i promo ed i segmenti pre o post match, sebbene in generale il wrestling giapponese (Puroresu) tenda ad esaltare molto di più il lato sportivo della disciplina, dando quindi meno visibilità al lato parlato che comunque, ci tengo a ribadire, non manca del tutto. Quindi diffidate da chi vi dice che in Giappone “lottano e basta”, perché non è vero. Questa lieve differenza nasce dal fatto che in Giappone il wrestling è considerato uno sport a tutti gli effetti, a differenza del wrestling americano che ha un’identificazione più ibrida che è a metà tra lo sport e lo spettacolo.
Spesso mi viene chiesto se nel Joshi vi sia totale assenza di storyline. A questa domanda generalmente rispondo di no, precisando però che chi vuole approcciarsi a questo mondo deve tenere conto che non dovrà aspettarsi storyline troppo elaborate che si trovano molto spesso all’interno delle major americane come la WWE, la AEW o IMPACT che coinvolgono spesso e volentieri aspetti che vanno molto oltre il wrestling (ad esempio matrimoni, paternità di figli, coinvolgimento di famiglie ecc.). Il più delle volte, i match vengono costruiti a seguito di tornei con il titolo in palio in finale, incontri di qualificazione e, più raramente, perché nasce una rivalità tra fazioni all’interno del roster. Infatti, le fazioni (che seguono praticamente lo stesso concetto delle stable presenti nel wrestling americano ed europeo), sono uno degli elementi principali delle federazioni di Joshi. Un’altra componente che sta alla base della costruzione di un match di Joshi è la sfida tra Rookie e Veterana, che spesso è il canovaccio più classico per lanciare un nuovo talento ed aggregarlo al roster.
Dove posso seguire le federazioni di Joshi?
Premetto subito che seguire il Joshi non è semplice come seguire le major americane. Infatti, le federazioni di Joshi, anche le più note, spesso non hanno accordi con le televisioni. Tuttavia, con la diffusione dello streaming, anche il Joshi ha iniziato a godere di maggiore visibilità, soprattutto a partire dalla seconda decade degli anni 2000, fino a raggiungere nel 2018 una completa diffusione online con oltre 100 show disponibili su piattaforme di streaming. Le federazioni più note mettono a disposizione gli eventi sui propri siti ufficiali che spesso vengono caricati il giorno dopo l’evento live ed è possibile vederli iscrivendosi al network. I prezzi sono molto accessibili, basti pensare che l’abbonamento al network della Stardom costa appena 7,28 € al mese. Oltre ad offrire gli eventi con meno di 24 ore di ritardo rispetto al live, la piattaforma è ricca di altri contenuti come ad esempio interviste alle protagoniste, videoclip e match del passato che hanno fatto la storia della federazione.
Devo conoscere il giapponese per seguire?
No, non necessariamente. Ovviamente, più la federazione è prestigiosa più sarà facile che attiri un pubblico internazionale e quindi abbia anche una coppia di commentatori che parlano inglese. Altre federazioni invece adoperano i sottotitoli per rendere più facile la comprensione ai fan che non capiscono il giapponese. Nel caso di federazioni minori che hanno minore diffusione al di fuori del Giappone, il commento o i sottotitoli potrebbero mancare. La fortuna è che i promo, le storie e i segmenti non sono molto articolati, quindi seguirli non è poi così difficile.
Da dove comincio?
A questa domanda rispondo semplicemente: mira al top. Diciamoci la verità, il nostro primo approccio al wrestling è stata la WWE, sfido chiunque a dirmi il contrario. Dopo il primo approccio, ovviamente ci si è aperto un mondo e abbiamo scoperto un immenso sottobosco di federazioni di wrestling più o meno note. Quindi il mio consiglio è di partire dalla migliore, la Stardom. La Stardom ha il miglior roster, offre eventi molto interessanti (in questo periodo si sta svolgendo il 5 Star Grand Prix, il torneo annuale principale della federazione) ed è più facile da seguire perché sottotitola le interviste ed i promo. Ovviamente la Stardom è solo “la WWE del Joshi”, ma esistono altre federazioni molto interessanti che purtroppo per motivi di tempo ho dovuto abbandonare, ma sulle quali mi piace tenermi comunque aggiornata. Lascio una piccola lista con quelle migliori oltre la Stardom: Tokyo Joshi Pro, Ice Ribbon, Pro Wrestling Wave, Sendai Girls’, Diana e OZ Academy.
Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di non partire dai match del passato, almeno all’inizio. Solo dopo aver preso confidenza con questa disciplina, consiglio di andarsi a recuperare delle vere perle di lottato di vere pioniere della disciplina come Manami Toyota, Megumi Kudo, Ayumi Kurihara, Cutie Suzuki etc. attive soprattutto tra anni 80 e 90.
Anche gli anni 2000 hanno sfornato una vera e propria generazione di talenti come le ormai più conosciute Kana (che oggi lotta con il ring name di Asuka in WWE), Hikaru Shida (oggi in AEW), Kairi Hojo (ex WWE), Io Shirai (attualmente nel roster di NXT), Syuri e Mayu Iwatani (due stelle ormai veterane della Stardom) o le più giovani Riho (anche lei in AEW), Sareee (la Sarray di NXT), Giulia, Konami, AZM, Utami Hayashishita (che sono solo alcune tra le wrestler più promettenti che attualmente lottano in Stardom).
Direi che ho detto tutto e spero che abbiate trovato interessante questo primo post della mia rubrica. Ringrazio Rachele per avermi dato l’opportunità di parlare sul suo blog di una delle mie più grandi passioni.
Un saluto dalla vostra Komorebi!
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