Ben ritrovati cari lettori del blog, sono la vostra Komorebi e sono di nuovo qui per il nostro consueto appuntamento mensile dedicato al Joshi. Oggi vi parlerò di gimmick, ovvero lo strumento fondamentale attraverso il quale viene caratterizzato un personaggio del mondo del wrestling. Infatti, i wrestler più iconici hanno sempre fatto la loro fortuna grazie ad una gimmick vincente. L’esempio per eccellenza che mi viene da farvi è quello dell’Undertaker, wrestler iconico e personaggio eterno che è diventato un’icona leggendaria della disciplina proprio grazie al personaggio del Phenom che raggiungeva il ring con un’entrata epica che ti faceva immergere a pieno nel suo personaggio dalle tinte dark.
Ovviamente, anche nel mondo Joshi, perché una wrestler possa entrare nei favori del pubblico, deve avere un personaggio caratterizzato e quindi necessita di una gimmick. Spesso dietro ad una gimmick c’è una lore (passatemi il termine videoludico) che aiuta a comprendere la scelta della lottatrice di portare sul ring proprio quel determinato personaggio. Oggi vi propongo quindi una carrellata di gimmick del mondo Joshi, ma soprattutto le storie che le hanno ispirate.
Esperienze di vita
Partiamo subito col dire che per far breccia sul pubblico o centrare una gimmick che funzioni non serve per forza diventare tutti dei giovani Undertaker. L’esperienza insegna che anche gimmick meno marcate o strutturate possono essere lo stesso molto apprezzate dal pubblico. In questa prima parte dell’elenco vi farò alcuni esempi di gimmick basate soprattutto su esperienze vissute in prima persona dalle lottatrici che le hanno scelte.
Ad esempio, le gimmick di Kairi Sane (o Hojo) e quella di Jungle Kyona sono diventate segni distintivi per queste due lottatrici. Come abbiamo già avuto modo di vedere nell’articolo dedicato alla sua carriera, la gimmick da Principessa dei Pirati ha fatto la fortuna di Kairi non solo in Stardom, ma fu ritenuta talmente azzeccata e funzionante che in WWE decisero di lasciargliela anche dopo il suo arrivo ad NXT. La cosa interessante è che dietro la scelta della gimmick di Kairi si nasconde una passione che la lottatrice giapponese ha sempre portato con sé: lo yachting. Kairi ha infatti dedicato la sua gimmick al ricordo della sua esperienza come atleta olimpica della squadra di yachting dell’Under 22 femminile giapponese. E quale se non la gimmick da piratessa si sarebbe potuta sposare perfettamente con la sua passione?
Per quanto riguarda invece Jungle Kyona, la sua gimmick è dovuta all’esperienza della lottatrice in Africa, dove ha svolto volontariato per alcuni anni quando era una giovane studentessa. Kyona ha voluto quindi onorare il ricordo della sua esperienza in Africa, dove ha ammesso di aver percepito una connessione con la natura che non aveva mai avvertito prima in vita sua, soprattutto pensando alla sua Nagoya circondata dai grattacieli e dal cemento. Ecco perché la gimmick della ragazza della giungla vuole in qualche modo tenere vivo il ricordo della sua esperienza in una terra stupenda ed ancora “selvaggia” come l’Africa e allo stesso tempo è un omaggio al suo essersi riscoperta “una figlia della natura” come lei stessa ha raccontato in alcune interviste.
C’è poi chi invece come Mayu Iwatani trova nel wrestling un riscatto sociale. Purtroppo le esperienze di vita possono essere anche negative ed è proprio questo il caso di Mayu. Infatti, il suo passato adolescenziale è piuttosto travagliato, poiché divenne popolare in seguito ad un fatto di cronaca avvenuto nel piccolo paesino di Mine nella Prefettura di Yamaguchi, dove è nata e cresciuta. Non è mai stato chiaro il crimine che Mayu ha subito, ma di noto c’è che in seguito a questa vicenda due uomini furono arrestati. In un piccolo paese come Mine la vicenda fece scalpore e divenne oggetto di chiacchiere da parte dei cittadini, dividendo le opinioni tra chi credeva Mayu una povera vittima innocente e chi la reputava colpevole per aver rovinato la vita di due ragazzi. Questo provocò una forte depressione alla povera Mayu che ha raccontato di non essere uscita di casa per due anni interi (il che le ha impedito anche di ultimare di studi delle scuole superiori) e di essere stata in analisi per svariati anni per uscire dal suo stato depressivo. Tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, durante quel periodo nero della sua vita, Mayu iniziò a guardare alcuni sport in tv insieme a suo fratello maggiore, tra i quali il wrestling ed il baseball, appassionandosi molto ad entrambi, tanto da passare le sue giornate davanti alla tv per guardare i suoi beniamini di queste discipline. Tra le due passioni però fu l’amore per il wrestling a vincere, tanto che spinse Mayu a prendere lezioni sul quadrato, fino a farle decidere di fare di questa passione il suo lavoro. In poco tempo Mayu è diventata una degli astri nascenti del Joshi ed è tutt’oggi considerata una delle migliori wrestler in attività. Ancora oggi ad ogni entrata sul ring, Mayu celebra una delle sue passioni presentandosi in tenuta da baseball simulando di effettuare un lancio. Visto che tra le sue migliori qualità di wrestler ci sono il selling, lo storytelling e la psicologia che riesce sempre a portare nei suoi match. Quando durante un’intervista le fu chiesto come facesse a portare tanta drammaticità sul ring, Mayu ha risposto: “Ho vissuto sulla mia pelle il dolore, sia fisico che mentale. Forse per questo motivo mi viene così facile portarlo sul ring”. Per fortuna Mayu si è ampiamente messa alle spalle il suo passato travagliato ed è nota anche per le sue gag comiche che tanto divertono i fan.
Questione di passione
Ci sono però anche alcune wrestler che hanno costruito la propria gimmick su veri e propri omaggi che hanno voluto dedicare alle proprie passioni o ai propri beniamini. Pensiamo a Tam Nakano che è appassionata di anime e manga (soprattutto dello stile kawaii), oltre ad essere anche una cosplayer. Infatti nel caso di Tam, appare piuttosto evidente che il suo stile ed il suo look siano ispirati a quel mondo.
Utami Hayashishita ha sempre adorato i fiori, in particolar modo le rose. Infatti, è solita impugnare sempre una rosa rossa durante le entrate che precedono i suoi match. Del resto sua nonna aveva un piccolo negozietto di fiori nel centro del paese, dove Utami era solita trascorrere diverse ore per aiutare.
Starlight Kid, invece, è sempre stata appassionata di wrestling sin da quando era una bambina, in particolar modo della Lucha Libre, tanto da costruire la propria gimmick andando a rispettare tutti i dettami della luchadora che comportano: identità segreta (infatti il suo nome reale non è mai stato reso pubblico), indossare sempre una maschera a coprire il volto (addirittura quando posta sue foto senza maschera sui social è solita coprire parti del viso con stickers o emoticons pur di non infrangere questa regola sacra), ed infine, presenta uno stile di combattimento più vicino a quello tipico della Lucha che non al classico stile nipponico proprio del Puroresu. Inoltre, Kid è una grande fan del leggendario Tiger Mask, gimmick di grande successo nella storia del Puroresu che nel corso degli anni è stata interpretata da diversi wrestler quali Satoru Sayama, Mitsuharu Misawa, Koji Kanemoto, Yoshihiro Yamazaki, Ikuhisa Minowa e Kōta Ibushi. Proprio per questo motivo Kid omaggia questa gimmick leggendaria con la ring gear ad essa ispirato.
Giulia ha invece una gimmick molto intima, perché si basa sulle sue origini italo–nipponiche essendo nata da papà italiano e mamma giapponese. Del resto tutto il personaggio di Giulia ruota attorno alla sua metà italiana, tanto che è a capo della fazione delle Donna Del Mondo (chiaro riferimento al suo essere una “donna di mondo” in quanto non solo è per metà italiana e per metà giapponese, ma ha vissuto per alcuni anni della sua infanzia a Londra, città dove tra l’altro è nata). Inoltre, Giulia è solita chiudere ogni suo promo con la parola “Arrivederci”, altro tributo alla sua parte italiana.
Emi Sakura è invece una grandissima fan dei Queen, tanto da vestirsi come Freddie Mercury, iconico frontman della rock band inglese.
Idol che si danno al wrestling
A proposito di musica, nel panorama del Joshi capita spesso che le idol decidano di lanciarsi nella carriera da wrestler, sia restando idol che abbandonando quella carriera per diventare lottatrici a tempo pieno. Ma chi sono le idol?
Con questo termine della cultura pop giapponese si è soliti indicare adolescenti (sia ragazzi che ragazze) divenuti popolari per aver partecipato a programmi televisivi, serie tv dedicate ad un pubblico giovane, musical, o ancora a membri di J-Pop band. L’esempio più noto è sicuramente quello di Maki Itoh, wrestler sotto contratto con la Tokyo Joshi Pro – Wrestling (TJPW) e che qualcuno di voi avrà visto esibirsi anche nella più nota All Elite Wrestling (AEW). Maki ha debuttato nel ring alla fine del 2016 all’età di 21 anni, relativamente tardi se consideriamo che le rookie dei vari dojo delle federazioni di Joshi iniziano ad allenarsi quando sono appena adolescenti.
Prima del wrestling, Maki è diventata molto popolare in Giappone perché era una delle componenti della seconda generazione delle LinQ, J-Pop band attiva a partire dal 2011. Oggi Maki, oltre a lottare in TJPW e sporadicamente in AEW, fa parte di un altro gruppo musicale, le Tokiwoikiru. La specialità di Maki resta l’intrattenimento più che l’abilità in ring. Ecco perché il suo personaggio è spesso sopra le righe, ha atteggiamenti volutamente forzati e caricaturali che fanno di lei più una entertainer che una wrestler. Anche nell’outfit Maki ha sempre conservato il suo look da idol e su di esso basa la sua gimmick, ovvero quella di una idol con atteggiamenti da heel che volutamente chiama “simp” i suoi fan (che sono per lo più uomini) e si autodefinisce “Queen of the simps”. Nonostante sembri una gimmick da riempire di fischi, è andata quasi inspiegabilmente over tra il pubblico sia giapponese che americano, costruendosi così una discreta popolarità pure nel panorama wrestling.
Maki non è però l’unico esempio di questo genere. Ci sono addirittura due wrestler che hanno fatto il passaggio inverso a quello compiuto da Maki Itoh. Infatti, Chigusa Nagayo e Lioness Asuka sono passate dal fare le lottatrici al fare le cantanti. Infatti, il duo delle Crush Gals, attivo per gran parte degli anni ’80, si esibiva sia sui ring della AJW che nella scena musicale pop giapponese. Del resto le Crush Gals erano palesemente ispirate ad un due pop nipponico, le Beauty Pair attive alla fine degli anni ’70.
Varie ed eventuali
In quest’ultima parte dell’elenco delle gimmick del Joshi, vi elencherò qualche esempio di lottatrici che hanno scelto di interpretare altre tipologie di personaggi. Da questo elenco di certo non potevano mancare le gimmick a tinte dark, una tipologia di gimmick che sono presenti ormai sempre di più nel mondo del wrestling e di conseguenza anche in quello del Joshi.
La joshi nota per questo genere di personaggi è senza ombra di dubbio Kana (la Asuka della WWE). In diverse interviste, Kana non ha mai nascosto la sua passione per i generi fantasy ed horror. Ecco perché nelle gimmick di maggior successo che Kana ha portato sui ring del panorama Joshi ci sono molti riferimenti proprio a questi settori. Scavando nel suo passato da wrestler è facile imbattersi nella “Zombie Kana” o nella “Psycho Clown Kana”, entrambe gimmick a tinte horror realizzate con formidabili face paint che hanno reso Kana sempre più iconica durante le sue entrate nelle arene giapponesi ed americane. Per non parlare della sua abilità di portarle nei match, non limitandole a semplici decorazioni del viso. Infatti, quando ha lottato con la gimmick ispirata ad uno zombie, è anche riuscita ad interpretare tale gimmick alla perfezione, mostrando una resistenza sul ring fuori dal comune con un acting davvero niente male.
Anche la gimmick più recente di Asuka, l’ultima che ha utilizzato in WWE prima della lunga pausa per infortunio che la sta tenendo fuori dalle scene, è ispirata al mondo dark/horror. In un’intervista di qualche anno fa, Asuka ha dichiarato di aver chiesto alla WWE di poter riutilizzare una nuova gimmick con piccoli riferimenti dark anche sui ring di Raw e SmackDown. A quanto pare la WWE le ha dato il via libera, ecco quindi perché abbiamo visto Asuka presentarsi con una sorta di cascata di lacrime tossiche dipinte sul viso e che le cadono dagli occhi, oltre all’utilizzo della Green Mist per il cheating durante i match.
Rimanendo in tema dark/horror, anche Ram Kiachow, lottatrice della Tokyo Joshi Pro–Wrestling ed Ice Ribbon, si prende un posto in questa lista. Ram ha una storia molto particolare, perché si porta dietro il record di essere la wrestler più giovane ad aver mai debuttato su un ring. Infatti, Ram ha fatto il suo debutto nel mondo del wrestling quando aveva solo 5 anni, interpretando la gimmick di una bambina posseduta da un demone che, grazie alla sua forza soprannaturale, sconfiggeva avversari che per stazza e statura erano il doppio se non il triplo di lei. Seguendo suo padre (anch’egli wrestler) nei vari viaggi in giro per varie federazioni del mondo, divenne ben presto popolare in Messico, dove si guadagnò l’appellativo di “Hija de Undertaker” che in spagnolo significa “la figlia dell’Undertaker”. Da quel momento Ram ha anche iniziato ad utilizzare la Chokeslam (tipica mossa di Undertaker), proprio in onore della leggenda della WWE. Lo stesso Undertaker venne a sapere delle gesta di questa ragazzina quando gli mostrarono un suo video e fu molto divertito dalla cosa. Oggi Ram ha poco più di 20 anni e ha abbandonato quella gimmick, pur restando legata ad una gimmick dai chiari riferimenti dark, dipingendosi il volto in uno stile molto simile a quello utilizzato da Eric Draven (interpretato da Brandon Lee) nel film “Il Corvo”, essendo una grande fan della pellicola degli anni ‘90.
Se invece pensiamo alla gimmick di Hikaru Shida, la lottatrice della AEW, è facile notare un riferimento alla classica guerriera giapponese che entra impugnando il kendo stick con una theme song dalle sonorità chiaramente ispirate al Giappone. Eppure, quello di Hikaru è anche una sorta di tributo alla leggenda del Joshi, Hakira Hokuto che era solita entrare sul ring impugnando una katana.
Storiche sono invece le gimmick interpretate dalle Atrocious Alliance (conosciute in Giappone come Gokuaku Domei), il gruppo capitanato da Dump Matsumoto e composto anche da Condor Saito e Bull Nakano. Un gruppo di badass con un look punk con tanto di giubbetti in pelle, creste colorate e kendo stick in mano.
Con questo termina il nostro appuntamento di aprile. Augurandomi che l’articolo vi sia piaciuto, vi rinnovo l’appuntamento fra un mese con un altro articolo di Joshi Sakè. Un saluto dalla vostra Komorebi!
Articolo precedente: Joshi Sakè: Joshi Puroresu e wrestling americano, un oceano di ostacoli
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