Ben ritrovati cari lettori del blog, rieccoci con il nostro consueto appuntamento mensile con la rubrica Joshi Sakè. Sono la vostra Komorebi e per l’articolo del mese di giugno vorrei parlarvi delle gaijin più note nella storia del Joshi. Ebbene sì, oggi seguo il consiglio del nostro caro Daniele Donzì (Chairman di Open Wrestling Tv) citando la sua catchphrase “basta giapponesi!”. Quindi oggi parliamo delle migliori wrestler straniere che hanno lottato sui ring delle federazioni più note del Giappone.
Ma cosa vuol dire gaijin? E chi sono esattamente?
Prima di iniziare partiamo un po’ dal significato della parola gaijin. Questo termine in lingua giapponese significa letteralmente “persona esterna, straniero, forestiero” ed è una parola utilizzata per riferirsi a chiunque non sia nativo del Giappone. In realtà questa parola ha una connotazione piuttosto dispregiativa che però nel corso degli anni ha subito una sorta di “addolcimento” che ha un po’ snaturato il suo uso. Questo è successo soprattutto grazie al suo utilizzo in un contesto come il wrestling che di certo non bada alla classe o alle parole forbite, visto che parliamo pur sempre di tizie e tizi sudati che si prendono a botte su un ring.
Nella storia del wrestling femminile giapponese le gaijin sono sempre state figure importanti, utilizzate per lo più, soprattutto nella golden era del Joshi, come delle heel arroganti volate in Giappone per scontrarsi con le beniamine di casa, spesso snobbandole e cercando di umiliarle di fronte al loro pubblico, mostrando con spocchia la propria presunta superiorità. Le straniere dal canto loro ci mettevano anche molto impegno nel farsi odiare, compiendo gesti irrispettosi contro le lottatrici nipponiche, come ad esempio far notare la differenza fisica (anche di stazza ove ce ne fosse la possibilità), mostrando i muscoli o ridacchiando sotto i baffi ad ogni colpo inferto alle avversarie per innervosirle ed inimicarsi sempre di più il pubblico. Tutti questi aspetti ovviamente portavano il pubblico di casa a detestare queste invaders, spingendoli a sostenere le loro umili compatriote.
Tuttavia, con la fine dell’età d’oro del Joshi e con la conseguente chiusura della leggendaria AJW, la figura delle gaijin ha iniziato ad essere sempre più versatile, superando quel limite concettuale che le obbligava ad essere “le cattive”. Infatti, da quegli anni in poi non sarà raro vedere molte di loro vestire i panni delle face, o addirittura vederle allearsi alle joshi all’interno delle varie fazioni del roster, cosa inconcepibile nei primi anni di vita del Joshi Puroresu. Il motivo che negli anni ha spinto le varie promotion nipponiche ad ingaggiare le gaijin per pochi eventi o anche con contratti pluriennali, è riscontrabile nel fatto che provenendo da realtà diverse, esse offrivano la possibilità di miscelare diversi stili di combattimento insieme a quello tipico del Joshi Puroresu, aggiungendo quindi quella sorta di effetto novità agli incontri, oltre a spunti narrativi diversi per le faide. Del resto la formula straniera cattiva contro beniamina di casa rappresentava un accostamento sempre vincente. Senza dimenticare anche il fattore popolarità di cui godevano molte di esse, fattore capace di invogliare molte più persone a recarsi agli eventi poiché incuriosite dal voler vedere quelle che venivano presentate da stampa e notiziari come le migliori lottatrici al mondo.
Le prime gaijin in Giappone
La prima testimonianza di atlete straniere in Sol Levante risale al Dopoguerra, precisamente al 1948. In quegli anni in Giappone ebbe luogo un evento di wrestling esclusivamente al femminile chiamato World Women’s Wrestling Grand Match, dove nel corso di cinque serate una rappresentativa di lottatrici locali affrontò diverse atlete americane tra le quali spiccavano i nomi di Mildred Burke, Mae Young, Ruth Boatcallie, Gloria Barattini, Beverly Anderson e Rita Martinez.
Tuttavia, la nascita del movimento Joshi viene storicamente ricollegata al 1954, quando la wrestler americana Mildred Burke decise di volare in Giappone portandosi dietro le migliori ragazze della sua federazione, la World Women’s Wrestling Association (WWWA). L’effetto Burke (che era considerata all’epoca la miglior wrestler del pianeta, nonché vera e propria pioniera del wrestling femminile), portò la bellezza di 13.000 persone alla Sumo Hall, un mucchio di gente desiderosa di assistere a qualcosa di epocale: sarebbe riuscita un’atleta di casa a strappare la cintura di una federazione straniera alla migliore del mondo? Eppure il titolo che Mildred si portò in Giappone ha alle spalle una storia piuttosto controversa. Infatti, nell’aprile del 1937 la Burke vinse il Women’s World Championship (il primo titolo nella storia del wrestling femminile) per la seconda volta in carriera, dopo averlo vinto per la prima volta nel gennaio dello stesso anno. Mildred detenne il titolo addirittura fino all’agosto del 1954, quando affrontò June Byers in un 2 out of 3 falls match dal finale molto controverso che tecnicamente era finito in no contest, ma la NWA decise deliberatamente di assegnare il titolo alla Byers riconoscendola come nuova legittima campionessa. Tutto ciò si scontrò con la forte risolutezza e determinazione di Mildred che non accettò il verdetto e decise di creare l’WWWA Championship (che diventerà il titolo principale della sua scuola di wrestling) e di coronarsi campionessa. Alla spedizione in Giappone capitanata da Mildred negli anni ’50, partecipò anche una delle icone del wrestling femminile dell’epoca, Mae Young. Mae divenne allieva di Mildred quando era ancora minorenne, allenandosi durante gli anni delle superiori per poi diventare l’allieva modello della stessa Mildred nella sua WWWA. Inoltre tra i tanti talenti sfornati dalla scuola di Mildred vi era anche Fabulous Moolah, considerata dalla stessa Burke una delle allieve più promettenti della sua scuola. Allenata sia da Mildred che da Mae Young, Moolah si creò ben presto una sua cricca di ragazze da allenare, perché non scese mai agli squallidi compromessi dettati dal promoter ed ex marito di Mildred, Billie Wolfe, sempre pronto ad offrire vantaggi professionali in cambio di rapporti sessuali alle lottatrici. Tuttavia, c’è anche da dire che Moolah nascondeva un lato oscuro che l’ha vista al centro di numerose controversie, tra cui anche pesanti accuse di far prostituire le proprie allieve (a volte anche minorenni) ai promoter in cambio di vantaggi economici e professionali, anche se non è stato provato effettivamente nulla.
In ogni caso, il 10 marzo 1968 Moolah si presentò ad Osaka come campionessa NWA e perse la cintura dopo ben 524 giorni di regno per mano della wrestler giapponese Yukiko Tomoe che perse a sua volta il titolo appena 23 giorni dopo, il 2 aprile 1968, contro la stessa Moolah durante un evento tenutosi ad Hamamatsu nella Prefettura di Shizuoka. Tornando al titolo di Mildred, esso venne reso vacante nel 1956, quando la Burke tornò negli Stati Uniti e decise di ritirarsi dal ring, soprattutto perché esausta dalle angherie dell’ex marito che le aveva reso praticamente impossibile lavorare nel settore del wrestling nordamericano. Qualche anno dopo, nel 1970, la AJW era al suo secondo anno di vita e, dopo vari tentativi falliti, riuscì ad acquistare i diritti del titolo WWWA proprio dalla stessa Mildred che fornì le taglie dei suoi fianchi perché la cintura venisse modellata a misura della sua vita. La AJW ha utilizzato il titolo dal 1970 al 2005, anno in cui chiuse i battenti. Il titolo è rimasto attivo fino al 2006, per lo più in eventi autoprodotti da alcune vecchie glorie della AJW, per poi essere ritirato con Nanae Takahashi come ultima legittima campionessa. Sarà poi la Stardom ad omaggiare la storica cintura, dando vita al World of Stardom Championship conosciuta anche con l’appellativo di Red Belt proprio perché riprende i colori ed alcuni dei segni distintivi del titolo femminile che ha fatto la storia del Joshi. La prima campionessa a vincere il titolo della AJW fu proprio una gaijin, l’americana di origini italiane Marie Vagnone (altro gioiellino della scuola di wrestling di Mildred) che vinse il torneo inaugurale per assegnare la cintura vacante nell’agosto del 1970 a Los Angeles. Quella fu l’unica volta in cui il titolo fu messo in palio al di fuori dal Giappone, mentre le successive campionesse furono tutte coronate in terra nipponica. La prima lottatrice giapponese a vincere il titolo fu Aiko Kyo che strappò la cintura proprio alla Vagnone, diventando la seconda campionessa nella storia della cintura.
Da lì in poi nei regni successivi si sono alternate campionesse giapponesi e gaijin. Tra queste ultime spiccano i nomi delle americane Sandy Starr, Jackie West e Bambi Hall, oltre a quelli delle canadesi Sandy Parker e Rhonda Singh. Sandy Parker, oltre a vincere il titolo WWWA, vanta ben 8 regni da WWWA Tag Team champion, sebbene solo sei di questi le siano stati ufficialmente riconosciuti. Mentre Rhonda Singh, meglio conosciuta con il ringname di Monster Ripper (utilizzato durante il suo stint giapponese), è tutt’oggi considerata tra le gaijin più note che si siano mai affacciate sulla scena Joshi. Monster Ripper vinse per due volte il titolo WWWA e, dopo vari stint in Giappone, Canada, Messico e Porto Rico, passò anche per la WWF dove, con il ringname di Bertha Faye, vinse il WWF Women’s Championship con un regno di 57 giorni. Una volta aver perso il titolo, Rhonda chiese il rilascio dopo aver più volte espresso il suo disappunto alla federazione per via del personaggio comedy che interpretava, spesso coinvolto in segmenti dalle più o meno evidenti allusioni sessuali. Rhonda vanta anche un breve stint in WCW tra il 1999 ed il 2000 quando fu messa sotto contratto dalla compagnia di Ted Turner riutilizzando il vecchio ringname di Monster Ripper (che tanto l’aveva resa celebre in Giappone) per provare a dare più lustro alla divisione femminile, vero punto debole della federazione di Atlanta.
Tra la fine degli anni ’70 e l’’inizio degli anni ’80, si affaccia nel panorama del wrestling femminile nordamericano la texana Wendi Richter, talento prodotto dalla Lilian Ellison School of Professional Wrestling (la scuola di wrestling di proprietà di Fabulous Moolah) che vanta ben due WWF Women’s Championship nel proprio palmares. Eppure, la prima esperienza di Wendi in Giappone fu del tutto casuale. Agli inizi degli anni ’80 Wendi era più che una rookie quando fu scelta all’ultimo momento per sostituire la più navigata Joyce Grable (con la quale farà coppia per gran parte della sua carriera) per un booking in Giappone. Wendi si ritrovò dall’oggi al domani a doversi misurare con un tipo di wrestling totalmente diverso da quello che aveva imparato in America, tanto che lei stessa si ritenne sorpresa dalla grande resistenza fisica delle sue colleghe nipponiche nell’assorbire i colpi, nonostante si trattasse di uno stile di wrestling molto stiff. Tuttavia, nonostante fosse solo una novizia, Wendi dimostrò sin da subito un impressionante adattamento allo stile del Joshi tanto da ricevere ulteriore booking anche negli anni a venire, andando a lottare match di particolare importanza per la AJW (si pensi al bellissimo incontro tra lei e Jaguar Yokota).
Alla fine degli anni ’80, precisamente nel 1989, arrivò in Giappone un altro volto noto del wrestling femminile, Debrah Ann Miceli meglio conosciuta con il ringname di Madusa o Alundra Blayze (ringname adottato durante il suo stint in WWF). Madusa volò nel Sol Levante per un tour di sei settimane nel 1989, durante il quale vinse l’ IWA World Women’s Championship strappandolo ad una degli assi della AJW di quel periodo, niente poco di meno che Chigusa Nagayo, salvo poi riperderlo appena il giorno dopo proprio per mano di Chigusa. Tra Madusa ed il Joshi fu subito amore, tanto che la lottatrice americana si stabilì lì per diversi anni, aggiungendo anche alcune arti marziali al suo backround di lotta tra le quali il Muay Thai, la boxe e la kickboxing. Inoltre, Madusa firmò un contratto che la legò alla AJW per tre anni, entrando nella storia come la prima wrestler non giapponese ad essere messa sotto contratto da una federazione di Joshi. Infatti, le altre gaijin erano per lo più ospiti degli show della AJW e ricevevano un booking temporaneo senza mai entrare effettivamente a far parte del roster. A chiudere questa prima lista di nomi c’è la wrestler californiana Reggie Bennett che nel 1994 firmò un contratto con la AJW dove si esibì fino al 1997. Il 20 novembre del 1994 Reggie ebbe l’onore di sfidare Chigusa Nagayo al Tokyo Dome, durante l’evento chiamato Big Egg Wrestling Universe. Nel su stint in Giappone la Bennett si portò a casa due titoli. Nel 1995 riuscì a strappare l’IWA World Women’s Championship ad una delle stelle della scena Joshi dell’epoca e tutt’oggi ritenuta una delle migliori wrestler di tutti i tempi, la leggendaria Manami Toyota. Successivamente, nel giugno del 1996, Reggie riuscì a vincere anche l’All Pacific Championship sconfiggendo in un torneo per l’assegnazione della cintura prima Mariko Yoshida e poi Kaoru Ito in finale. La Bennett si è ritirata dal wrestling nel 2001, disputando il suo match di ritiro contro la storica rivale Manami Toyota.
Le gaijin dell’era moderna
Dopo la chiusura della AJW nel 2005 ed il decadimento di altre realtà come la JPW che si è trascinata a fatica nel corso degli anni fino ad essere costretta anch’essa a chiudere i battenti nel 2017, il Joshi Puroresu ha vissuto un drastico calo di interesse in Giappone. Questo ha comportato anche un minore coinvolgimento delle gaijin nelle poche federazioni rimaste attive nel primo decennio del duemila. Nel 2007, è la wrestler americana Hailey Hatred la gaijin più vincente in JPW, dato che riuscì a vincere per una volta il JPW Openweight Championship dopo aver sconfitto Leon (Rena Takase) ed una volta il JPW Tag Team Championship in coppia con Kaori Yoneyama che oggi lotta in Stardom con il ringname di Fukigen Death. Nel 2012 Hailey lavorava come freelancer e ricevette offerte di booking da diverse federazioni giapponesi tra cui la Reina Joshi Puroresu dove vinse i titoli tag team in coppia con Hamuko Hoshi, titoli che saranno poi detenuti anche da diverse lottatrici messicane vista la partnership durata anni tra la stessa Diana ed il Consejo Mundial de Lucha Libre (CMLL) che vedrà spesso le due federazioni far incrociare le proprie lottatrici. Tra le gaijin che hanno detenuto questi titoli vale la pena di ricordare oltre a Norma Martinez, alias La Comandante, anche La Vaquerita e soprattutto la wrestler messicana Silueta che vinse i titoli in coppia con Syuri, l’attuale World of Stardom Champion. Tornando ad Hailey Hatred, la lottatrice americana vanta anche uno stint in Stardom tra il 2012 ed il 2013, dove viene ricordata come uno dei membri della fazione delle Kimura Monster – gun, capitata da Kyoko Kimura con la quale Hailey ha anche vinto i Goddess of Stardom Championship. Più avanti Hailey vinse anche due titoli durante il suo stint in Ice Ribbon. Nel palmares di Hailey compaiono infatti il Triangle Ribbon Championship e l’International Ribbon Tag Team Championship vinto anche in questa occasione in coppia con la sua storica partner Hamuko Hoshi.
Restando in Ice Ribbon, è d’obbligo fare il nome della wrestler austriaca Thekla che nel maggio del 2021 ha vinto il Triangle Ribbon Championship detenendolo per 98 giorni. Nonostante sia ritenuta oggi tra le gaijin più interessanti attive in Giappone, Thekla ha debuttato relativamente tardi considerata la sua età. Thekla Kaishauri (questo il suo vero nome), ha infatti 29 anni ed ha debuttato solo nel 2018, lottando per un breve periodo nelle indipendenti tedesche per poi lavorare come freelancer in giro per il Giappone ottenendo booking da varie promotion di Joshi tra cui Diana e Seadlinnng. Nel 2019 Thekla si trasferisce in Giappone per accasarsi in Ice Ribbon dove lotta fino al 2021, per poi debuttare in Stardom nel gennaio di quest’anno, entrando a far parte della Unit delle Donna Del Mondo, dopo che si scopre essere una delle due tizie mascherate di cui Giulia (la leader della fazione) si era servita per attaccare diverse sue avversarie durante la fine del 2021. Nel suo attuale stint in Stardom, iniziato appena sei mesi fa, Thekla ha già vinto lo SWA World Championship (titolo nato con l’intento di permettere più incroci tra wrestler giapponesi e gaijin, dato che viene difeso in varie federazioni del mondo che scelgono di collaborare con la Stardom) con un regno di 96 giorni, interrotto da Mayu Iwatani che le ha soffiato il titolo lo scorso 5 maggio.
Un altro voto noto del wrestling nordamericano recente passato per il Giappone è l’attuale campionessa femminile della All Elite Wrestling, Thunder Rosa. Rosa iniziò a lottare negli Stati Uniti accettando booking soprattutto in giro per la California, prima di viaggiare verso il Giappone e firmare un contratto di un anno con la World Wonder Ring of Stardom. Tuttavia, lo stint di Rosa in Stardom non ha lasciato chissà quali ricordi indimenticabili, a parte un paio di match degni di nota come quello contro Mayu Iwatani ed il match lottato in coppia con la storica alleata Holidead contro Kagetsu e Kyoko Kimura. Di tutt’altro livello è stato invece il suo secondo stint giapponese che l’ha vista esibirsi nei ring della Tokyo Joshi Pro Wrestling tra il 2019 ed il 2020. Il 5 gennaio del 2020 Rosa vinse anche il suo primo titolo in Giappone, strappando l’International Princess Championship a Maki Itoh ed entrando nella storia del titolo per essere stata la prima non giapponese a vincere quella cintura. Rosa concluse il suo regno da imbattuta rendendo vacante il titolo nell’ottobre del 2020 quando, a causa delle restrizioni causate dalla Pandemia di COVID – 19, trovò non poche difficoltà nello spostarsi tra Stati Uniti e Giappone, decidendo quindi di concludere il suo rapporto con la TJPW per lavorare con la National Wrestling Alliance (NWA).
La nostra lista procede con la lottatrice canadese Sarah Stock alias Dark Angel, che nell’aprile del 2013 ha vinto una volta la white belt (Wonder of Stardom Championship), nonché il secondo titolo per prestigio in Stardom. Tornata dal Giappone, Dark Angel ha anche lavorato in WWE per cinque anni, tra il 2015 ed il 2020, soprattutto come allenatrice presso il Performance Center. Sarah non ha mai disputato alcun match in WWE, ma ha fatto la sua prima apparizione durante l’entrata del wrestler Tyler Breeze ad NXT TakeOver: Unstoppable nel maggio del 2015. Il 20 aprile del 2020, il suo nome compare nella corposa lista dei rilasciati dalla WWE.
Seppur breve, lo stint in Stardom di Santana Garrett non è stato male, dato che la wrestler statunitense può vantare una vittoria in un Winner Take All match contro Io Shirai, incontro nel quale erano in palio sia il suo titolo di campionessa femminile NWA che il Wonder of Stardom Championship di Io.
Sebbene non abbiano conquistato granché durante i loro stint in Stardom, meritano comunque di essere ricordate anche la statunitense Kris Wolf, la messicana Mary Apache, l’australiana Kellie Skater e l’inglese Zoe Lucas, inserite in questa lista più che altro per il numero di anni trascorsi con la federazione e per il numero di incontri disputati. Kris Wolf detiene il record di gaijin con più match nella storia della compagnia con ben 170 incontri disputati.
Le cinque gaijin più vincenti
Quest’ultimo elenco di gaijin è riservato alle cinque wrestler straniere più vincenti dell’ultimo decennio. Non è un caso infatti che molte di esse hanno lottato o lottano tutt’oggi in WWE ed in AEW, le due major americane più prestigiose nel panorama del wrestling mondiale.
In quinta posizione, troviamo la wrestler inglese Jamie Hayter, oggi in AEW. Durante il suo stint in Stardom che l’ha vista lottare in 87 incontri nel biennio 2018-2020, Jamie ha vinto due titoli: il Goddess of Stardom Championship in coppia con Bea Priestley (le due detengono inoltre anche il record di essere il primo tag team composto da gaijin a vincere le cinture) e lo SWA World Championship vinto dopo aver sconfitto Utami. La Hayter ha detenuto il titolo per 235 giorni, salvo poi renderlo vacante nel settembre del 2020 perché impossibilitata a viaggiare verso il Giappone a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia da COVID – 19.
Al quarto posto, troviamo invece la wrestler scozzese Viper, oggi sotto contratto con la WWE dove lotta nel roster di Raw con il ringname di Doudrop. Viper inizia la sua avventura in Stardom nel 2017 e nell’agosto dello stesso anno conquista il suo primo titolo nella federazione giapponese vincendo gli Artist of Stardom Championship insieme ad HZK (Hazuki) e Io Shirai, dopo essersi unita alla fazione delle Queen’s Quest, oggi capitanata da Utami Hayashishita. Dopo un match formidabile al 5 Star Grand Prix contro Mayu Iwatani finito in pareggio e tutt’oggi considerato uno dei migliori nella storia del torneo, lo stint di Viper in Stardom viene ricordato soprattutto per la conquista dello SWA World Championship, vinto contro Toni Storm il 28 marzo del 2018. Viper termina il suo regno dopo 292 giorni, quando viene sconfitta da Utami Hayashishita in un match dove in palio c’era anche l’EVE International Championship detenuto dalla scozzese.
In terza posizione, sull’ultimo gradino del podio, troviamo la wrestler tedesca Marie Kristin Gabert, meglio nota con il ringname di Alpha Female. Fisicamente imponente, alta 1,85 cm per 88 kg di peso, Alpha Female possedeva le caratteristiche perfette per indossare le vesti della tipica gaijin heel dei primi anni del Joshi. Del resto che la Stardom volesse subito presentarla come una forza della natura fu chiaro già dai primissimi match, ma fu chiaro soprattutto dopo la vittoria del World of Stardom Championship da parte della lottatrice tedesca che mise fine al regno di Nanae Takahashi, prima campionessa in assoluto a vincere la cintura e che detiene tutt’oggi il regno più longevo nella storia della red belt con la bellezza di 602 giorni. Dopo aver perso la cintura per mano di Io Shirai, Alpha Female ha collezionato anche gli Artist of Stardom Championship (i titoli Trios della Stardom) in squadra con Kyoko Kimura e The Female Predator “Amazon” (signorina inglese che misura 1,83 cm per 83 kg di peso) e anche i Goddess of Stardom Championship (i titoli tag della Stardom) in coppia con Kyoko Kimura. Negli anni seguenti, i successi in Stardom fanno ottenere ad Alpha Female diverse chiamate importanti. Infatti, oltre ad uno stint in Total Nonstop Action (TNA), ha lottato anche sui ring della WWE prendendo parte al Mae Young Classic con il nome di Jazzy Gabert per poi lottare anche sui ring di NXT UK come alleata di Jinny.
Al secondo posto della nostra classifica troviamo la wrestler inglese Bea Priestley che oggi lotta per la WWE nel roster di NXT UK con il ringname di Blair Davenport. Bea vanta ben 136 incontri con la Stardom ed è seconda solo a Kris Wolf per numero di match disputati con la federazione. Dopo aver vinto i Goddess of Stardom Championship in coppia con la sua connazionale Jamie Hayter, l’aggregarsi alle Oedo Tai capitanate da Kagetsu fu una scelta vincente per la sua carriera in Giappone. Infatti, le ha permesso di vincere nuovamente i titoli tag facendo coppia con Konami ed anche gli Artist of Stardom Championship in squadra con Natsuko Tora e Saki Kashima. Tuttavia, quando si tratta di vincere una cintura non ci sono amicizie che tengano e dopo aver sconfitto proprio la sua vecchia amica Kagetsu nel maggio del 2019, Bea si porta a casa anche la red belt, collezionando 184 giorni di regno come campionessa della cintura più prestigiosa della Stardom. Inoltre, quando Jamie Hayter dovette rendere vacante il titolo SWA nel settembre del 2020 perché impossibilitata a viaggiare verso il Giappone, Bea vinse la cintura vacante sconfiggendo Momo Watanabe, aggiungendo un’altra cintura alla sua collezione. Bea è considerata la gaijin più vincente della divisione tag team in Stardom per aver vinto anche i due prestigiosi tornei dedicati alla tag team division e alla divisione trios. Infatti, nel 2017 ha vinto la Goddesses Stardom Tag League in coppia con Kelly Klein, mentre nel 2019 ha vinto anche il Trios Tag Team Tournament in squadra con Viper ed Utami Hayashishita.
In cima alla classifica c’è infine la wrestler neozelandese Toni Storm, oggi in AEW e nota per aver lottato anche nei ring della WWE, non solo a NXT UK e a NXT, ma anche nel roster di SmackDown. Sebbene Toni abbia vinto un minor numero di titoli rispetto a Bea Priestley, è comunque considerata la gaijin più vincente della Stardom soprattutto per il numero di giorni dei suoi regni titolati e per aver vinto i due tornei più prestigiosi istituti dalla federazione.
Nel luglio del 2016 ad Osaka, dopo aver battuto Io Shirai, Toni vince lo SWA World Championship e ancora oggi il suo è il regno più longevo nella storia della cintura con addirittura 612 giorni da campionessa. Tuttavia è il 2017 l’anno stellare di Toni in Stardom. Infatti, dopo aver vinto in quello stesso anno sia il 5 Star Grand Prix che il Cinderella Tournament (Toni è ancora oggi l’unica gaijin ad aver vinto questi tornei), sempre nel 2017 è riuscita a conquistare la red belt sconfiggendo in un match veramente molto bello e combattuto la Ace della federazione, Mayu Iwatani. Toni ha poi mantenuto il titolo per un considerevole numero di tempo, raggiungendo un totale di 258 giorni come campionessa, dovendo poi lasciare la corona a Kagetsu nel 2018.
Con questo si conclude l’articolo di Joshi Saké del mese di giugno. Spero che via sia piaciuto e rinnovo il nostro appuntamento al prossimo articolo della nostra rubrica a tema Joshi Puroresu. Un saluto da Komorebi!
Articolo precedente: Joshi Sakè: Hana Kimura, un fiore bruciato dalle fiamme dell’odio
Non dimenticatevi di seguire il blog anche sui social e di sostenere il progetto con una piccola donazione.
Donne Tra Le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla Stardom, AEW, NJPW, WWE Inc. e tutte le altre compagnie citate in questo articolo. Non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alle lottatrici citate in questo articolo e da i credits a tutti i fotografi e grafici che hanno lavorato alle foto in questo articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Aurora Petrucci, blogger di Donne Tra Le Corde. Editing e revisione di Rachele Gagliardi.