Nel wrestling femminile non c’è abbastanza talento: le accuse che non reggono e la storia che parla

Una delle cose che sento spesso e che mi dicono spesso è che il mondo del professional wrestling ha pochissime donne al suo interno tanto che le ritroviamo sempre una contro l’altra, che è impossibile inserirle in tutti gli show di wrestling esistenti, che non si riesce a fare numero per uno show o una federazione tutta al femminile e così via, per non parlare del fatto che c’è chi dice anche che le wrestler donne di talento sono una rarità. Un po’ questo disco rotto inizia a pesare nella mia testa, così ho deciso di scriverci un editoriale per cercare di dare una risposta a tanti dubbi e tante incertezze, consapevole del fatto che qualcosa deve cambiare.

Prima di iniziare però è giusto che io precisi una cosa: l’idea di parlare di questo argomento è nata da quanto accaduto in NWA, con la federazione che aveva fatto un pay-per-view tutto al femminile nel 2021 in collaborazione con Mickie James, per poi non ripeterlo più in quanto, secondo il proprietario Billy Corgan e il wrestler della federazione Trevor Murdoch, non ci sarebbero abbastanza donne wrestler di talento da proporre in tv. Da queste dichiarazioni prenderò ampiamente spunto per toccare lo stesso argomento sotto diversi punti di vista, così da smontare questa teoria, perché sì, non sono d’accordo, ma come sempre questo è il mio punto di vista e poi starà a voi trarre le vostre conclusioni.

Prendete i pop corn, una bibita e le vostre riviste con le classifiche di Pro Wrestling Illustrated con 250 nomi di wrestling donne di talento, e buona lettura!

Ma perché le donne nel wrestling scarseggiano? Perché manca il talento?

Mi sembra corretto partire dal principio proponendo il concetto di base che è quello numerico, ovvero: poche donne si approcciano al professional wrestling per metterlo in pratica.

Allora, il professional wrestling è nato nei cosiddetti “Carnivals”, ovvero delle fiere dove spesso si trovano persone considerate strane [“freaks” ndr], con una caratteristica fisica particolare o cose simili, e quindi volete che una donna super forte che sconfigge un uomo in una battaglia corpo a corpo negli anni ’30 non sia una cosa abbastanza strana? Ovvio che sì. Quindi, per quanto ci sia la percezione distorta che il wrestling femminile sia nato dopo quello maschile, non è così, sono nati di pari passo in questi luoghi, ma come potete ben intuire, le donne che facevano questo tipo di lavoro al tempo erano poche poiché la mentalità di allora era molto legata alla figura femminile come “colei che doveva stare a casa a badare ai figli in attesa del rientro del marito dal lavoro”. In più, per poter lavorare in questo campo, spesso le donne dovevano dei favori sessuali ai primi booker che stavano nascendo, e non tutte erano disposte a farlo (giustamente): se ci pensate è triste che questa mentalità e che queste cose accadano ancora oggi in qualsiasi lavoro, ma sicuramente un po’ meno, per fortuna.

© The owner

Quindi, cosa deduciamo da tutto questo? Beh, che il professional wrestling è nato e si è sviluppato come un’attività prettamente maschile, come il resto degli sport d’altronde, e di conseguenza ci è voluto un bel po’ prima che alle donne venisse concesso di farne pienamente parte (basti pensare a tutti gli alti e bassi del wrestling femminile negli anni tra rivoluzioni e involuzioni). Quindi insomma, se si parte da un qualcosa non pensato per le donne, sappiamo già che si farà sempre più fatica ad inserirle poi successivamente soprattutto se un contesto non è visto come qualcosa di “adatto per il gentil sesso”, per non parlare del fatto che si dovrà studiare in un secondo momento come allenare le donne, che per forza di cose sotto certi punti di vista devono allenarsi diversamente dagli uomini, fare più attenzione a certe parti del corpo e tutto il resto. Se poi ci mettiamo anche che lo studio del modo di combattere delle donne è partito con queste ultime che affrontavano uomini, poi donne, poi facevano battaglie stupide con i cuscini e poi siamo dovuti ripartire da loro che lottano per davvero, capite bene che non è stato per niente facile dare fin da subito una linea guida al loro lavoro tanto da permettergli in anni e anni di trovare metodi di allenamento che le rendessero grandi, escluse ovviamente alcune atlete selezionate che avevano già molto talento alla base perché nate proprio portate per determinate cose. Comunque, già qui partiamo con una minoranza di donne nella disciplina, svantaggiate sulla preparazione atletica.

L’approccio delle donne al professional wrestling

Collegandomi a quanto scritto qui sopra, ci sono delle cose che allontanano le donne dalla disciplina che potrei riassumere in una semplice parola, discriminazione, e questo termine ne racchiude altri due che sono sessismo e maschilismo.

Non è un mistero, perché lo viviamo anche adesso che teoricamente dovremmo essere un po’ più evoluti, che le donne nella società siano trattate diversamente dagli uomini in qualsiasi campo della vita. Spesso non vengono promosse sul lavoro in quanto donne, le loro paghe sono più basse rispetto ai colleghi uomini, in certi paesi ancora non possono vestirsi come vogliono, lavorare in certi campi, studiare, leggere, parlare e tutto quello che vi viene in mente. Per non parlare del fatto che spesso ciò che fanno viene invalidato, messo a confronto con l’operato maschile, vengono viste solo come un oggetto bello da guardare e le loro abilità passano in secondo piano. Purtroppo, tutto questo si applica anche al wrestling, e lo sappiamo molto bene perché ogni giorno siamo bombardati da apprezzamenti solo sul fisico delle lottatrici, ma attenzione, non apprezzamenti educati, bensì molestie verbali, per non parlare delle molestie fisiche di qualsiasi tipo da colleghi, capi, e così via. Inoltre, non mancano mai le critiche al lottato: guai se una donna fa un botch, mio Dio casca il mondo, la disciplina muore, ahhhh salvate il wrestling! Se lo fa un uomo ci facciamo un meme, ridiamo e andiamo avanti, al massimo, anche se pure questo è sbagliato, un po’ di rispetto per questa gente che si spacca la schiena per intrattenerci. Quindi ecco, tra lo Speaking Out Movement, Vince McMahon accusato delle peggio cose e le autorità competenti che assolutamente di competente non hanno nulla e non tutelano le donne, ecco che spesso queste ultime sono spaventate e non si vogliono avvicinare alla disciplina, ma questo di certo non è l’unico motivo, è solo il più grave.

Un altro motivo è che il wrestling è pericoloso, e io lo dico sempre con tutto l’affetto e il bene che nutro per questa disciplina: i wrestler sono dei folli! Solo se sei un pazzo ti metti a fare quelle cose rischiando la vita, ma forse proprio per quello io voglio bene a quei pazzi e davvero vorrei abbracciarli tutti e ringraziarli per la loro follia che mi strappa un sorriso ogni giorno. Ma tornando a noi, ecco, gli infortuni spaventano molto nel business e io ho notato che le donne soffrono molto di più a star ferme senza lottare, quindi forse questo le spaventa parecchio, per non parlare del fatto che santo cielo se le nostre ginocchia sono fragili. Vi basti pensare che Charlotte Flair si è devastata un ginocchio perché ha colpito una corda con la gamba, non tipo un blocco di cemento, una corda, che sì è bella resistente, ma è una corda. Vabbè sto divagando… il punto è che la pericolosità del wrestling può essere un fattore psicologico da non sottovalutare per una donna se deve scegliere di intraprendere questo percorso.

© WWE

E ultima motivazione, secondo il mio punto di vista: le donne si respingono a vicenda. E vi dico subito che odio odio odio ciò che sto per dirvi, ma è una cosa che devo riconoscere: spesso le donne si sabotano tra di loro. Mi rende triste pensare che teoricamente dovremmo essere tutte unite, ma non le siamo e anche nel wrestling le varie gelosie non mancano e la cosa bella (sono ironica) è che spesso queste cose le dicono anche pubblicamente. Mi viene in mente l’amicizia rovinata tra Becky Lynch e Charlotte Flair solo perché entrambe volevano essere al top e secondo loro si stavano rubando la scena a vicenda quando non si sono rese conto che in realtà c’era posto per entrambe. Mi viene in mente LuFisto che accusa le colleghe in AEW di averla esclusa dallo spogliatoio, la recente polemica in WOW con le Tonga Twins che incolpano la federazione di un brutto trattamento ricevuto e le colleghe che invece la difendono attaccando le due sui social con accuse di bullismo e non solo. Ma perché?!?!?!

© AEW

Questi comportamenti secondo me contribuiscono fortemente a creare un ambiente per nulla favorevole alla crescita del wrestling femminile tanto che per forza di cose alcune donne saranno escluse da determinate federazioni, da determinati show, solo perché tra di loro ci sono problemi e allora uno deve stare a pensare e ripensare a chi ingaggiare e allora va nel panico e saltano match, eventi, perché impegnarsi un po’ per trovare delle alternative cavolo porta via energie a quanto pare. Sì va bene, sono ironica sull’ultima parte, ma sul serio vorrei tanto che queste rivalità cessassero perché sì, non possiamo andare d’accordo con tutti, però non diamo ulteriori scuse alle federazioni per non ingaggiare donne, e soprattutto capiamo che essendo in minoranza, e svantaggiate dalla società, dobbiamo restare unite.

Ma quindi il wrestling è orfano dal lato femminile?

C’è una sola risposta logica da dare a questa domanda: dipende. Eh sì, perché in realtà mi verrebbe da negare questa teoria completamente, però non sarebbe giusto non tener conto dei territori. Se parliamo di un Paese come l’Italia vi dico subito di ‘sì’ senza pensarci due volte, perché è palese che qui ci siano pochissime wrestler donne, seppur il numero sia in crescita. Ma la verità è sotto gli occhi di tutti: o si ricorre a intergender match (e io sono pro, giusto per dire) o a sfide che diventano poi trilogie, se non anche qualcosa di più, tra due wrestler donne perché poi non si sa più dove rigirarsi. Se invece parliamo di Inghilterra, Stati Uniti, Messico, Giappone e tutti quei mercati che hanno una grande cultura della disciplina, allora qui la risposta è ‘no’.

Voglio mettervi qui sotto dei dati approssimativi dei roster femminili delle maggiori compagnie di cui sentiamo parlare ogni giorno, e dico approssimativi perché ci tengo a precisare che magari c’è qualcuno che è sotto contratto ma di cui non sappiamo nulla, qualcuno infortunato da tempo che potrei dimenticarmi, qualcuno che si sta allenando prima del debutto (mi viene in mente il NIL Program della WWE) o qualcuno che controllando per sbaglio potrei saltare, ma magari c’è una differenza di 1-2 persone, non di più, spero.

Allora, vediamo insieme:

WWE: 63

AEW: 37

ROH: 10 (con jolly delle atlete AEW)

TNA: 18

NWA: 14

CMLL: 18

STARDOM: 35

Marigold: 7 (nata a maggio 2024)

TJPW: 29

© Marigold

Ora che avete davanti agli occhi il numero approssimativo di wrestler donne nelle varie compagnie, voglio anche precisare che ovviamente insieme a loro spesso sul ring arrivano wrestler di altre federazioni, soprattutto quelle indipendenti, che ovviamente non mi posso mettere ad elencare perché altrimenti esce fuori la lista della spesa più lunga al mondo, però già con queste siamo a 213 wrestler donne. Però mi sembra anche giusto mettervi il numero di wrestler delle indies che è stato inserito nella classifica PWI Women’s 250 del 2024, che racchiude i nomi delle migliori wrestler di un’annata che inizia nell’anno precedente e finisce in quello successivo, così vi fate un’idea di altri nomi che ci sono la fuori, precisando anche qui che è un numero indicativo perché potrebbe esserci un piccolo margine di sbaglio. Da quello che ho visto le wrestler di altre federazioni indipendenti (wXw, NOAH, Progress, ICW in Scozia, Sendai Girls, SPARK Joshi, BEW, e così via) inserite in questa classifica sono 123. Quindi in questo articolo ho già calcolato 336 wrestler donne.

Però giustamente mi direte: ‘Rachele, ma sono tutte di talento?’ Eh bella domanda, perché è complicato rispondere a qualcosa che implica un punto di vista sia oggettivo che soggettivo. Io ad esempio potrei dirvi che Giulia, Charlotte Flair, Masha Slamovich, Stephanie Vaquer, Bianca Belair, Willow Nightingale e altre sono brave, ma voi potreste giustamente dirmi che secondo voi una (o più) di loro non la è portandomi le vostre motivazioni, anche se alcune oggettivamente è riconosciuto universalmente che siano meravigliose, però magari una persona mi può dire che oggettivamente una di loro è brava ma allo stesso tempo soggettivamente non riesce ad apprezzarla, non so se mi spiego. In ogni caso, almeno 250 nomi di queste 336 o sono brave, o il booking comunque le ha favorite, perché se sono entrate in quella classifica significa che hanno disputato dei bei match dal punto di vista tecnico, hanno sconfitto avversarie importanti e hanno vinto determinati titoli portando avanti un regno titolato da non sottovalutare. Tra l’altro molte di loro, perché per ognuna c’è una piccola descrizione, sono state in diverse compagnie nell’arco dei mesi analizzati, segno che se più federazioni le chiamano vuol dire che la bravura c’è e che l’interesse del pubblico nei loro confronti è alto, perché si sa che soprattutto le indies, ma non solo, puntano su nomi grandi per attirare spettatori ai loro show.

Il dramma del wrestling italiano

Voglio parlarvi del wrestling femminile in Italia perché molte persone vengono a scrivermi delle critiche e io voglio rispondere in maniera definitiva e ho pensato che sfruttare questo articolo fosse il mezzo migliore per farlo, nero su bianco.

Come vi ho accennato qui sopra, una critica che viene fatto molto spesso nei confronti del wrestling femminile italiano è che abbiamo poche ragazze che lottano e io su questo vi devo dare ragione e posso assicurarvi che anche loro se ne rendono conto, sceme non sono proprio, ma la mia domanda è: perché lo dite come se la colpa fosse la loro? No, seriamente, ogni volta sembra che la colpa sia delle wrestler se lottano sempre con le stesse avversarie sul ring, e non è così, spero ve ne rendiate conto. Purtroppo come sapete in Italia il wrestling non è uno sport che va molto e il pubblico è un pubblico per la maggior parte maschile, lo abbiamo visto dai dati che Discovery ha condiviso sugli ascolti su DMAX di WrestleMania XL, quindi se poche ragazze/donne si appassionano al wrestling, come si fa a convincerle a praticarlo invece di avere altri hobby? E poi comunque dobbiamo considerare che una parte di loro magari vuole solo guardarlo e non praticarlo, per mille motivi (vedi qualche riga più sopra). Io ad esempio non lo pratico perché ho paura di farmi male, tutto quello che riguarda il corpo umano mi spaventa e non mi piace, quindi l’idea di andarmi a cercare un infortunio non è esattamente la mia preferita.

In più, lo dico apertamente e sinceramente, penso che le federazioni italiane non aiutino molto a stimolare le ragazze ad avvicinarsi alla disciplina, o quantomeno non come servirebbe. In una società in cui l’uomo è il padrone, per riprendere il discorso già fatto, voi non avete idea di quanto una donna che fa una determinata cosa con successo possa stimolare altre ragazze e donne a seguire le sue orme. Se io non ho davanti qualcuno che lotta, che fa cose interessanti sul ring, che il mio occhio vede su un poster di uno show, in un video di allenamenti backstage o di match ufficiali davanti al pubblico, con una gimmick e una storia interessante, io non sono stimolata, non parto con il dire: ‘Okay oggi faccio wrestling.’ Ci tengo però a precisare che ho visto un po’ più di impegno di recente rispetto a qualche mese fa, quindi questo mi rincuora un pochino.

Io vi giuro che tutto quello che dico parte del cuore, io ci tengo davvero tante a queste ragazze e dovreste tenerci anche voi. Non potete pretendere di mettere tutto il carico sulle loro spalle, riempirle di vostre aspettative personali che al minimo problema vi fanno dire che vi hanno delusi. Queste atlete non vi devono dimostrare nulla, devono solo salire sul ring e fare ciò che amano senza sentirsi osservate come se fossero 4 gatti incompetenti. Anche se voi non vedete il lavoro che c’è dietro ai match, questo non significa che loro non stanno facendo nulla, che non stanno cercando di migliorarsi, che non stanno soffrendo perché frustrate che non riescono a fare una mossa che vogliono introdurre nel repertorio o perché siete sempre lì pronti a criticare. Messaggio sia ai fan che alle federazioni: date alle wrestler una possibilità, vi giuro che loro sono cariche.

Un grido disperato, o una scusa dietro l’altra?

Ed eccoci qui, siamo arrivati a dove tutto ha avuto inizio: il dramma NWA. Infatti ora vi parlerò nello specifico di ciò che è stato detto dalle personalità di una federazione che, purtroppo, se non è al tramonto poco ci manca, ed è un vero peccato dato che stiamo parlando di un pezzo di storia importantissimo per la disciplina. Qui vi riporterò le varie dichiarazioni analizzandole poi insieme a voi per poi tirare le nostre conclusioni sul quesito che ci pone il titolo di questo articolo.

© NWA

Il 28 agosto 2021, la NWA ha tenuto il suo primo show in PPV tutto al femminile, EmPowerrr, evento fieramente prodotto da Mickie James, che sembrava poter rivedere la luce anche l’anno successivo, ma così non è stato. In un’intervista rilasciata a Steve Fall di NBC Sports Boston, quando gli è stato chiesto se ci sarebbe stato di nuovo il PPV, il proprietario della NWA Billy Corgan aveva risposto negando di non voler più riportare l’evento in via definitiva, semplicemente: C’è scarsità di talenti femminili disponibili sul mercato aperto perché la domanda ora è alta per loro, sia con la WWE che la AEW, che semplicemente non ci sono molte free agent disponibili che possono lavorare a livello televisivo. Ci sono abbastanza talenti? Assolutamente. Ma stiamo parlando di mettere la gente in un pay-per-view internazionale, dove chiedi ai fan di pagare soldi. Tra l’altro, ricordiamo tutti che se quel pay-per-view non va bene, se mettiamo persone non pronte in una determinata posizione, sarà un disastro non solo per i talenti, ma anche per la federazione.” Nella stessa intervista ha poi ribadito che c’è la necessità che tutto sia perfetto affinché funzioni, che sia perfetto per i fan e per loro.

A queste parole aveva risposto Maria Canellis, che al tempo lavorava in Ring Of Honor e Women’s Wrestling Army, dicendo ai microfoni di Grapsody: “Penso che dipenda da quali donne stai cercando. Per la sua promotion, ha una certa visione delle donne che ha nella sua promozione e quale tipo di donne vuole nella sua promozione e quali storie vuole raccontare con quelle donne. […] Abbiamo uno show che si avvicina il 4 e 5 novembre a Chicago e avremo 25-30 donne. Ci saranno circa 25 donne in entrambi i giorni. Abbiamo anche molti stili diversi di lottato. […] EmPowerrr è un pay-per-view. Se stai cercando di vendere dei pay-per-view, ci sono abbastanza donne là fuori per vendere un pay-per-view? Forse lui guarda la cosa da quel punto di vista. Per il suo pubblico, ci sono abbastanza donne per vendere un pay-per-view? Per il nostro show, abbiamo 25-30 donne con cui lavoriamo regolarmente. In Ring of Honor, lavoravamo con circa 25 donne ad ogni registrazione.”

A queste parole, pensate, è seguita una risposta di Billy Corgan durante una chiacchierata su Ten Count, dove ha detto: “Maria se l’è presa con me dicendo: ‘Noi abbiamo delle donne.’ Ogni federazione ha il diritto di decidere il proprio livello di standard. Quando crei un evento di livello mondiale come EmPowerrr, ed è stato un evento di livello mondiale, fissi uno standard molto alto di quello che dovresti aspettarti. Certo, ci sono molte grandi lottatrici professioniste nel mondo. Possono lottare nello stile della NWA? Possono guidare un pay-per-view di tre ore? Possono portare avanti la battaglia del wrestling femminile, non solo nella lotta ma in termini di media internazionali? Queste sono le mie preoccupazioni. Finché non possiamo fornire un evento di livello mondiale con alcuni dei migliori lottatori professionisti del mondo, in questo caso donne sulla carta, non lo faremo.

Chiudiamo il capitolo sulle dichiarazioni di Billy Corgan con una risposta da parte di Angelina Love, una figura importante per il wrestling femminile, che intervistata su The Spotlight aveva detto la sua: Non credo che Billy abbia torto in tutto quello che dice. Quell’uomo è nel mondo dello spettacolo da 35 anni, nel più difficile dei business dell’intrattenimento, l’industria della musica. Penso che sia un genio creativo e ama il wrestling. Ama il wrestling femminile e lo sostiene molto. Si assicura che siamo tutti sotto i riflettori. Ha sempre sostenuto me e la mia carriera, lo conosco da oltre 10 anni. […] È una cosa enorme portare quel genere di pay-per-view in TV con tutti quanti pronti. Alcune persone lo sono e altre no, non è offensivo, è così per tutti. Lui è una persona molto aperta e onesta, non mi sono offesa affatto. Sono sicura che tornerà, e se fossi io ad organizzare un evento così, vorrei avere le migliori persone possibili, e se non hai abbastanza di quelle persone, allora forse devi rimandare.”

Qui mi fermo per fare la mia prima analisi sulla situazione. Parto con il dire che Billy Corgan non ha tutti i torti quando parla del fatto che ci sono alcuni standard che una federazione di wrestling deve mantenere se non superare, e ci si rende conto della cosa se come fan ci fermiamo un attimo a pensare, perché effettivamente anche solo quando una cosa va minimamente sotto le nostre aspettative, siamo i primi a sclerare e lamentarci, quindi immaginatevi come sei deve sentire una persona che viene svilita dopo essersi fatta il mazzo per dare qualcosa di bello a chi la segue e chi segue chi lavora per lui. Poi ovviamente non dimentichiamoci che, per quanto molti di noi siano dei romanticoni che ragionano con il cuore (io sono la prima della fila), questo rimane un business e come tale i soldi sono tutto; se investi in una cosa ti deve tornare indietro ciò che paghi e tutti gli extra, e non è facile.

Se invece devo analizzare ciò che per me non va nelle parole del leader degli Smashing Pumpkins, penso che il suo problema sia l’essere troppo rigido verso ciò che può stare in televisione per la propria federazione. La NWA è chiaramente un prodotto particolare, un qualcosa che è ancora strettamente legato al passato e questo normalmente non sarebbe un grosso problema, alla fine ci sono federazioni per ogni gusto fortunatamente, ma diventa un problema nel momento in cui in quel passato le donne scarseggiavano e per andare bene dovevano avere una serie precisa di attributi fisici. Vi basti pensare alla grande Mildred Burke, colei che ha dato il nome alla cintura femminile NWA da quanto era leggendaria: una bella donna, occhi penetranti, muscolosa, una presenza che ti incantava. Ma oggi non è così, oggi una Mildred Burke è rara. Oggi le wrestler hanno fisici tutti diversi, più personaggi da offrire, look diversi, mosse e stili diversi… se la NWA non si vuole staccare da questa impronta vecchio stile, è logico che non riuscirà mai a replicare EmPowerrr. In realtà se andate a vedere Powerrr, il loro show settimanale, le donne diverse da Mildred Burke ci sono, ma si vede proprio che si fatica ad investirci sopra o ad investire nel portare qualche altra ragazza con un enorme talento che però non rientra negli standard della promotion storica. Quindi no Billy, non manca il talento da mettere in televisione con un pay-per-view degno, manca la voglia di sperimentare, e a prevalere è la paura, manca la voglia di mettere da parte un certo tipo di atleta per cercare di trovare una dimensione che rispetti la tradizione ma si adatti anche all’epoca che stiamo vivendo.

Andando avanti, interessante è secondo me il punto di vista di Kamille, ex NWA Women’s Champion, che intervistata nel dicembre 2022 su WrestlingNews.co, poco dopo le dichiarazioni di Billy Corgan, aveva detto: Con solo il talento NWA che abbiamo ora, penso che potremmo farlo. Ma penso che la cosa speciale di EmPowerrr sia il fatto che ha riunito donne da tutti i ceti del wrestling, sia AEW, IMPACT, AAA, quindi è questa la cosa che penso fosse interessante. Credo che Billy abbia già detto di non avere un rapporto di lavoro con l’AEW in questo momento, quindi sarebbe una cosa fuori discussione, ma non penso sia un grosso problema. Penso che potremmo ancora farlo in grande. Però mi chiedo: deve essere ogni anno? Non abbiamo detto che non accadrà mai più. Penso che succederà sicuramente di nuovo. È solo un fatto di quando. Per me, l’attesa può renderlo ancora più speciale rispetto alla volta precedente. Se lo fai ogni anno secondo me si perde la magia.

Qui secondo me ha ragione lei, che ha messo la questione su un piano totalmente differente senza sparare cose non vere. Ci sono ovviamente pay-per-view che necessitano di essere proposti ogni anno, sono una tradizione e sicuramente sono più facili da organizzare con una card mista, però questi solo al femminile secondo me se proposti ogni tot anni non sono male, anche ogni due anni, o cinque, tanto passano veloci. In più Kamille ha toccato un tasto dolente, ovvero il rapporto tra Tony Khan e Billy Corgan, ma su quello ci torniamo, perché prima, sempre nella stessa intervista, lei stessa ha anche commentato la questione del “non avere talenti da mettere in tv”, affermando: La gente sta dicendo ‘Beh Billy Corgan non rispetta il wrestling femminile,’ o ‘la NWA odia il wrestling femminile.’ Lavoro lì, e non mi sento affatto in quel modo. […] Non mi piace la narrativa secondo cui la NWA non apprezza per niente il wrestling femminile.” Questo ovviamente non risponde totalmente alle parole del suo ormai ex capo, però ci dà una prospettiva su come si sono sentite le wrestler della federazione dopo le sue parole. Personalmente, quando ho letto ciò che lui aveva detto non ho pensato che ci fosse odio verso il wrestling femminile, però mi sono ritrovata a pensare che ci fosse un po’ di pigrizia nell’impegnarsi a fare di più per le donne nella disciplina, e su questo mi collego alle dichiarazione che invece ha fatto Trevor Murdoch, che mi hanno infastidita decisamente di più.

Anche lui ai microfoni di NBC Sports Boston, si vede che è un vizio fare certe sparate lì, ha commentato le parole di Billy Corgan, affermando: Penso che vedremo di nuovo quell’evento. È stato un successo. È stato un grande evento. In realtà l’ho riguardato, dall’inizio alla fine, e ho pensato che le signore avessero fatto un ottimo lavoro. Verrò odiato per questo, ma al tempo della costruzione di NWA 74 non riuscivamo a trovare abbastanza talento di qualità per la televisione quando si trattava di donne per produrre un pay-per-view completo per loro e per farlo essere popolare e di successo come il primo. E fino a qui ci può anche stare come discorso, alla fine ha dato ragione a Billy Corgan, ha espresso il suo parere e va bene così. Ma dopo, quando è stato criticato a sua volta per le sue parole, intervistato da MuscleManMalcolm ha detto: “All’epoca, da quello che mi è stato detto, non c’erano abbastanza donne che potessimo mettere insieme per avere lo show della stessa qualità dell’anno prima. Sono sicuro che ci sono un sacco di lottatrici donne incredibili là fuori, e ci sono ancora un sacco di lottatrici donne incredibili, le ragazze sono là fuori che spaccano. Al momento, non riuscivamo a trovare abbastanza. Ora, tutti hanno fatto una lista. Avevamo quella lista prima di EmPowerrr? No, non ce l’avevamo. Nessuno vuole pensare a questo però. È solo facile saltare sul carro. Cerchiamo di essere realistici.”

Ecco, qui è dove personalmente mi sono un po’ irritata, perché penso sia assurdo accusare gli altri di aver presentato una lista di lottatrici da proporre per un pay-per-view tutto al femminile solo dopo le lamentele, quando quelle stesse persone sono probabilmente fan non pagati che hanno cercato solo di aiutare e dare un’opportunità a diverse donne dopo che il proprietario e booker di una federazione storica che ha tutti i mezzi per fare verifiche e ricerche da sola, è andato a dire in giro che secondo lui non c’erano abbastanza talenti da mandare in tv per fare un grande evento tutto al femminile. Io lavoro per la NWA? Non mi risulta di essere sui libri paga. Io ho insider in NWA che mi hanno esposto questo problema? Non mi risulta. Io ho sentito Billy Corgan o chi per lui fare un appello sincero di: “aiutateci a trovare dei talenti” invece di dire che non ce ne sono e allora capitolo praticamente chiuso? Non mi pare proprio. Allora perché dire quella cosa delle liste? Perché probabilmente si sono sentiti punti nell’orgoglio quando la gente gli ha fatto notare che le loro parole erano fondamentalmente abbastanza sciocche.

Io mi rendo conto delle problematiche che possono essere sorte al tempo con persone come Tony Khan, ed è qui che riprendo il discorso introdotto con le parole di Kamille, poiché Billy Corgan ai microfoni di Fightful aveva praticamente dichiarato di non esser stato in alcun modo contattato dal proprietario AEW per risolvere eventuali accordi tra i due per l’evento, con Tony Khan che si era lamentato pubblicamente di non essere stato ringraziato abbastanza per aver prestato le sue wrestler per lo show e averle pagate di tasca propria. E qui è entrato in gioco di nuovo Trevor Murdoch che a PWTorch aveva raccontato: “Avevamo un quarto delle nostre ragazze in quello show. Avevamo ragazze da tutto il mondo, avevamo ragazze di altre compagnie. Avevamo rapporti di lavoro diversi con altre aziende quando abbiamo fatto il primo EmPowerrr. Se riguardiamo a quello show, c’erano un sacco di talenti sulla card, e le persone non capiscono che qualcuno ha dovuto pagarle. Qualcuno deve pagare quelle ragazze, per quanto Tony Khan si sia vantato di aver pagato per Leyla [Hirsch], il che è fantastico, ma Billy ha coperto il resto di quelle fottute spese. È un conto enorme.Ma allora perché invece di dire che non ci sono talenti non avete anche lì “denunciato” il fatto che ci fosse poco appoggio da parte di altre federazioni sia a livello di fornire talenti che dal lato economico? No, meglio dire che nel professional wrestling non ci sono abbastanza wrestler donne di qualità per mettere su uno show. Ovviamente Murdoch ha messo anche sul piatto il fatto che magari alcune wrestler avevano già un booking per quella possibile data, su questo non si può dire nulla, ma rimane il fatto che alla fine ne chiami 20, quante avranno un booking già fissato quel giorno, 2-3? Le altre? E poi non hai talenti per sostituirle? Mah.

Io ora non voglio fare il tanto criticato elenco di nomi, però se volete vi lascio umilmente qui anche solo la classifica delle 150 migliori atlete del 2022 secondo Pro Wrestling Illustrated, così vi leggete qualche bel nome di possibili partecipanti a quel tempo, togliendo magari quelle WWE o le Joshi perché nel caso delle prime sapete che sono abbastanza vincolate e per le seconde al tempo non esistevano praticamente collaborazioni in America.

Considerazioni finali

Ci tengo a precisare, come faccio sempre, che per me gli editoriali di questo tipo non rappresentano un attacco a nessuna federazione e nessuna persona che ne fa parte, semplicemente io voglio solo portare un’analisi su qualcosa che mi sta a cuore. Tanto per dirvi, io sono abbastanza irritata che la WWE non abbia mai fatto una seconda edizione di Evolution, ma vi immaginate che roba ora che i talenti della federazione sono tantissimi e c’è anche la collaborazione con TNA, e volendo con la Marigold e la NOAH?

Vedete, per me è sempre una questione di principio in tutto, perché prima di dire determinate cose sarebbe meglio pensarci, informarsi e poi parlare. Ora, non pretendo di sapere di business quanto Billy Corgan, Trevor Murdoch o persone come loro, ci mancherebbe, anzi io ringrazio sempre tutti i coinvolti nella gestione di federazioni e show perché mi permettono di amare il wrestling e di supportarlo a modo mio, però a volte ho come la sensazione che ci sia questa convinzione da parte loro che i fan siano un po’ scemi. In questo caso specifico per onestà intellettuale avrei voluto che mi si dicesse la verità sulla questione del non appoggio da altre federazioni, sul fatto che c’è un discorso economico più ampio dietro e cose così, perché se io leggo nel 2022, perché le dichiarazioni sono di quell’anno, che non ci sono abbastanza donne di talento nel wrestling da mettere in tv e in un pay-per-view tutto dedicato, mi parte la brocca capite? Non sono scema, ho accesso a internet, ai filmati di varie federazioni, ai social, alle riviste (sì, esistono ancora) e lo vedo bene che il talento c’è, se poi non c’è voglia di impegnarsi a trovarlo o di impegnarsi a trovare una soluzione per far funzionare le cose, allora quello è un altro discorso. L’uomo è andato sulla luna ma la federazione più storica che abbiamo di wrestling non ha i mezzi per trovare 20 donne di talento per un pay-per-view? Ma poi mi fa ridere un po’ il “tornerà”, eppure siamo nel 2025 e ancora niente, allora mi sa che il problema non era la scarsità di talenti.

Se poi mi devo staccare dal discorso NWA, che ho ovviamente approfondito perché sono stati loro a darmi lo spunto, in generale faccio veramente un appello alle federazioni di tutto il mondo, anche quelle italiane, a creare un ambiente stimolante affinché le donne abbiano la possibilità di approcciarsi a questa disciplina perché di ragazze e donne di talento per infuocare un ring o spaccare in un promo ci sono eccome, devono solo avere la giusta piattaforma in cui sbocciare.

Forse non ce ne rendiamo conto a volte, ma indirettamente dicendo certe cose mettiamo loro addosso una pressione veramente schiacciante, perché immaginatevi voi sentirvi dire che un’intera vostra categoria non ha abbastanza talento per fare una cosa, io morirei dentro, e credetemi che dire così non è uno stimolo, quantomeno non per tutti e vi parlo da persona che più le dicono che fa una cosa male e più si impegna per dimostrare il contrario. Ci ho messo almeno 20 anni della mia vita per imparare la matematica uscendo con 8 dal liceo quando prima avevo 2, non sto scherzando, perché qualcuno ha osato dirmi: “Se continui così non andrai da nessuna parte nella vita”, ma conosco tante persone che a dire certe cose le ammazzi dentro. È importantissimo elaborare i concetti, dosare le parole ed esprimersi come si deve affinché si crei un ambiente favorevole al lavoro di tutti.

Sapete Pro Wrestling Illustrated da quante donne è partito per la sua classifica annuale? 50 nomi. E sapete a quanto è arrivato in 16 anni? A 250 nomi. 16 anni forse sembreranno una vita, ma passano in fretta e 16 anni sono anche pochi per una certa evoluzione. Le donne nel wrestling stanno crescendo, ma non basta, dobbiamo farci avanti per sostenerle, stimolarle e far venire loro voglia di diventare prima di tutto delle wrestler e poi delle grandi wrestler. Di esempi da usare ce ne sono tanti, usiamoli, facciamo i loro nomi.

Mi ci è voluto tanto per decidermi a scrivere questo editoriale, penso due anni almeno, ma sono felice di averlo fatto perché per me questa è un’ulteriore testimonianza di quanto il wrestling femminile sia cresciuto e di quanto ci sia la necessità di coltivare sempre più talenti nuovi e di stimolare quelli già esistenti, perché le donne in questa disciplina hanno molto da dire, vanno solo aiutate un po’ ad iniziare dall’impegnarsi per attirarle verso il wrestling, farle allenare e soprattutto coinvolgerle come si deve negli show.

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Donne Tra le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla NWA, All Elite Wrestling, WWE inc, o altre fonti citate in questo articolo. Credits a tutti i fotografi che hanno scattato le foto presenti nell’articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Rachele Gagliardi, fondatrice e blogger di Donne Tra Le Corde. Revisione di Irene Zordan.

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