Nia Jax: ecco perché da grande ho imparato ad amare i cattivi

Crescere nella vita significa anche abbandonare quella persona che da piccola si sedeva davanti alla televisione a guardare i cartoni della Disney ammirando con estremo amore le principesse, i principi e i buoni che combattevano contro i cattivi e che riuscivano sempre a vincere, principalmente arrivando a sposare la persona che amavano, per intraprendere un percorso di amore verso i cattivi, i malvagi dal ghigno facile che si lasciano sfuggire qualche parola di troppo contro l’eroe di turno, che si fanno invadere di fischi ma sorridono nel subirli e soprattutto che, anche se teoricamente sono dalla parte del torto, ti fanno pensare: ‘Che cool che sono, voglio essere come loro’.

Ecco, essere fan del professional wrestling ai tempi d’oro di John Cena è molto diverso dall’essere fan del professional wrestling ai tempi d’oro di Roman Reigns (prima della sua sconfitta a WrestleMania 40, perché probabilmente ora è face). Al giorno d’oggi è molto più soddisfacente tifare l’heel rispetto che tifare il face, e forse anche per questo io non sono più tanto della vecchia scuola di pensiero secondo cui per forza ci deve essere face vs heel, cavolo, fatemi scannare due heel come si deve, un match a chi è più cattivo, o fatemi combattere insieme due face in amicizia e rispetto. Capisco che forse per i bambini il concetto di buono contro cattivo sia ancora applicabile, ma in realtà vedo tantissimi bambini fan anche di wrestler heel che vanno agli incontri o comprano la loro maglietta, basta solo essere un heel con i fiocchi ed è impossibile non amarti.

È per tutto questo che oggi sono qui a parlarvi in un piccolo editoriale, sentimentale come sempre, di come diavolo è stupendo vedere Nia Jax nei panni della regina cattiva, perché questa run che sta avendo è… perfetta (?). Sì, sono scioccata anche io, lo ammetto, se mi aveste detto che ad agosto 2024 sarei stata qui a parlare bene di Nia Jax come worker (non come persona, quello è un altro discorso, ma questa non è la sede adatta), non ci avrei mai creduto.

Il ritorno (e falso ritorno) di Nia Jax

La WWE aveva licenziato Nia Jax dopo il periodo del Covid a causa della sua scelta di non vaccinarsi, con la wrestler che ormai sembrava arresa all’idea di non voler tornare più a lottare, dichiarando spesso in alcune interviste di non essere più interessata a proseguire con la tradizione della sua famiglia samoana. Peccato però che a gennaio 2023 si è fatta rivedere nella WWE Women’s Royal Rumble e tutti hanno iniziato a tremare, perché oggettivamente la sua prima run nella federazione di Stamford era stata disastrosa sotto tanti punti di vista, sia per quanto riguardava il suo personaggio in alcune storyline, ma soprattutto per il suo lottato discutibile, ma poi è sparita di nuovo e tutti hanno tirato un sospiro di sollievo.

Nel settembre 2023 però, in occasione di un match tra Rhea Ripley e Raquel Rodriguez, Nia è tornata e già da subito abbiamo capito che sarebbe “arrivata come una palla demolitrice”, per citare Miley Cyrus, pronta ad annientare chiunque le si fosse messo davanti lungo il suo percorso verso la gloria. Ma questa volta è stato diverso, questa volta ha funzionato, ha funzionato alla grande, il booking è stato semplicemente perfetto per lei anche se, se ci pensate, è stata comunque presentata come una volta, una grande donna forte e dominante, ma niente da fare, a questo giro è scoccata la scintilla.

Qui già abbiamo iniziato, anche con le varie faide che poi si sono andate a creare, a capire che forse stavolta potevamo fidarci della worker Nia Jax, che forse non solo le stavano scrivendo delle storyline cucite perfettamente su di lei, ma che anche sul ring ora potevamo tifarla, in Italia contro Becky Lynch si è pure beccata dei cori ‘this is awesome’. 

La svolta contro Becky Lynch

E già che ho menzionato l’irlandese, secondo me le cose hanno davvero iniziato ad essere perfette quando ad inizio 2024 abbiamo avuto più di uno scontro tra lei e Nia Jax, con le due che hanno davvero fatto un ottimo lavoro sia nei segmenti extra ring che nei match, regalandoci buonissime contese che tra l’altro hanno decisamente consacrato la samoana come una delle migliori attualmente in circolazione nella divisone femminile WWE, merito ovviamente anche dell’aiuto da parte di Becky Lynch che quando si tratta di farsi avanti per pushare qualcuno è sempre disponibile.

Penso davvero che in quel periodo il WWE Universe si sia reso conto del valore reale di QUESTA Nia Jax per il prodotto della federazione di Stamford, iniziando anche a pensare che forse qualcosa potesse vincerlo, come ad esempio la valigetta del Money In The Bank, finché non si è presentata una nuova opportunità: il Queen of the Ring Tournament. Avevamo bisogno di Nia Jax regina cattiva con la corona e lo scettro che prende il controllo della divisione femminile WWE nel 2024? Give me a hell yeah! 

Queen Nia

Per la seconda edizione del Queen of the Ring Tournament (una volta Queen’s Crown Tournament, e non ho mai capito perché), la WWE ha decisamente fatto un lavoro migliore, con match un po’ più lunghi e incontri che davvero hanno attirato l’attenzione dei fan che erano quindi davvero interessati a vedere chi sarebbe arrivato in finale, anche perché questa volta c’era in palio una chance titolata a SummerSlam, uno dei Big Four. Nonostante con il cuore io tifassi Lyra Valkyria (sono una sua grandissima fan), sapevo anche che una Nia Jax regina io volevo vederla, avevo bisogno di quella heel capace di raccogliere corona e scettro e controllare tutte quante, andare a muso duro contro una delle campionesse, ed è stato soddisfacente vederla incoronata da Triple H, perché penso sia stato uno dei più grandi successi di booking del King of Kings da quando ha preso il controllo della WWE.

Ho apprezzato davvero tanto vedere Nia Jax dare un suo twist al personaggio della Queen, perché ha portato con estrema eleganza quella corona quando non doveva combattere ma una volta tolta era una furia, ed è questo che io mi aspetto da un cattivo: una caratterizzazione che sì, può anche farti odiare, ma che alla fin fine non può non attirare l’interesse degli haters.

Una campionessa regina

A SummerSlam ovviamente la cintura di campionessa WWE alla fine l’ha conquistata contro Bayley, come facilmente prevedibile anche perché, mi duole dirlo, ma la Role Model ha avuto un regno anonimo, non per colpa sua ovviamente.

Vederla entrare per i suoi festeggiamenti dopo essere diventata campionessa, portata su quel trono, vestita di bianco, con quella pettinatura e quel trucco, la cintura sulla spalla e la corona in testa, è stato per me il mio reminder sul perché all’età di quasi 29 anni, da fan del professional wrestling nel 2024, preferisco di gran lunga innamorarmi e tifare di un heel piuttosto di empatizzare con un face che alla fine della giornata le prenderà sempre da un cattivo molto più figo di lui in tutto quanto.

Molte persone si sono rese conto di questa cosa tifando Roman Reigns negli ultimi quattro anni, o andando dietro le gesta di Gunther come campione Intercontinentale, o acclamando “Timeless” Toni Storm per le sue performance drammatiche e perfette, ma io devo ammetterlo, e ripeto che mi fa strano, che la Nia Jax di oggi mi ha davvero confermato che la mia Disney Era è giunta al termine, ora è il momento della Wrestling Villains Era, e non me ne pento affatto.

Concludo con il dire che è legittimo continuare a non amare Nia Jax, io non è che ora sia una sua super fan sia chiaro, però è innegabile che il wrestling è mille volte più bello quando ti sorprende, e rivalutare un worker non è un dramma, rivalutare una storyline, una rivalità, un campione o addirittura la propria vita non è un peccato. Lunga vita agli heel.

Articolo precedente della rubrica: La falsa narrazione dell’eroina Mercedes Moné in AEW

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Questo articolo è in collaborazione con WorldWrestling.it per la rubrica Queen Of Moonsault, scritta e curata da Rachele Gagliardi, reporter per World Wrestling e fondatrice di Donne Tra Le Corde.

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