Anche se ormai giugno si è quasi concluso, volevo fare qualcosa per il mese del Pride, un mese che mi sta particolarmente a cuore non solo perché da sempre sono pro diritti LGBTQ+ e una grande sostenitrice di questa comunità, ma anche perché ne faccio parte io stessa, teoricamente da sempre, in pratica da quando avevo 18 anni mettiamola così, e quindi mi sono detta, ‘perché non analizzare le somiglianze tra il professional wrestling e i wrestler e l’arte drag e i suoi interpreti?’. Quindi eccoci qui.
Ma non perdiamoci troppo in chiacchiere, voglio passare subito al sodo iniziando a raccontarvi un po’ di cose interessanti che portano sia il professional wrestling che l’arte drag ad incrociarsi, e lo farò con un mix di oggettività e soggettività, due cose che caratterizzano sempre i miei Articoli Tra Le Corde. In questo editoriale, ci sarà l’analisi di materiale preso da internet, dai libri, dalla tv e così via, e mie considerazioni personali, che vengono direttamente dalla mia mente e dal mio cuore.
Ora, come direbbe qualcuno, avviate i motori e… boh non ha senso il resto della frase in questo contesto, ma buona lettura!
Come mi sono avvicinata a queste due passioni?
Partiamo dal professional wrestling, dato che siamo su un sito dedicato a questa disciplina. Mi ci sono avvicinata grazie al boom su Italia 1 della WWE, avevo 8 anni e mio fratello la guardava, quindi ho iniziato anche io e ovviamente come tutti i bambini e ragazzini di quel tempo replicavo le mosse con lui a casa e ci divertivamo. Non è una storia clamorosa o tanto diversa da altre che ho già sentito, però per me è comunque speciale.
Se parliamo del drag invece, in realtà mi è capitato di vedere in giro per i social, specialmente Twitter a quel tempo, questo “RuPaul’s Drag Race”, uno show che consiste in una gara con diverse sfide, mini o maxi, tra alcune drag queen, e alla fine colei che arriverà in finale dimostrando di essere la migliore in praticamente tutto (cucito, recitazione, musica, comedy ecc..) diventerà la Next Drag Superstar. Devo ammettere che ha velocemente attirato la mia attenzione per come ne parlavano tutti e così un giorno ho proposto alla mia ragazza di guardarlo insieme: da allora, parliamo del 2017, non abbiamo più smesso, seguiamo anche tutte le versioni del programma che sono state poi lanciate nel corso di questi anni e siamo anche state ad alcune convention e ad alcuni show drag anche all’estero, divertendoci sempre molto.
Vi devo confessare però, in tutta onestà, che per ignoranza io non pensavo che l’arte drag fosse così meravigliosa perché nel mio immaginario le drag erano tutti uomini di una certa età che si vestivano e truccavano da donna e la cosa mi era abbastanza indifferente, ma mamma mia se mi sbagliavo, è un mondo così profondo, intenso, fatto di mille sfaccettature, un’arte che esprime tante di quelle cose che a volte non riesci neanche a starci dietro, ma devi perché è tutto troppo bella. Purtroppo non posso farvi una spiegazione troppo approfondita, ma vi consiglio di cercarvi libri, documentari e film, e di guardarvi Drag Race, perché credetemi che merita.
We all born naked and…
Questa parte è quella dell’articolo che più mi interessa, quindi prestate molta attenzione.
Tutto parte da una canzone di RuPaul, la drag queen più famosa della storia, colei che ovviamente ha creato il sopra citato show “Rupaul’s Drag Race”, che recita, “Siamo tutti nati nudi e il resto è drag”. Queste parole significano semplicemente che noi siamo nati nudi, puri, con una personalità ancora da definire, ma tutto il resto è un qualcosa che noi ci siamo messi addosso, un costume, una maschera, un personaggio. Vi ricorda qualcosa?
Gimmick, costumi, trucco e parrucco
Partiamo dalla base di tutto, ovvero la presentazione, sia delle drag queen (o dei drag king) che dei professional wrestler. Tenendo a mente la canzone di RuPaul, partiamo con il dire che entrambe le parti si presentano in scena con un personaggio che è inventato, o almeno in parte. Se pensiamo ai wrestler, sappiamo benissimo che tutti portano sul ring una gimmick, ovvero un act che permette di separare la persona di tutti i giorni da quella che invece si occupa di intrattenimento sportivo, mettendo su letteralmente una maschera, diventando degli attori che ci vogliono far credere di essere una determinata persona. Stessa cosa accade con l’arte drag, poiché chi la pratica in un certo senso si sdoppia per diventare un’altra persona, scegliendo addirittura un nome diverso dal proprio di nascita, come fanno i wrestler la maggior parte delle volte, e vestendosi e atteggiandosi come probabilmente non farebbero mai nella vita di tutti i giorni. Ci tengo a precisare che ci sarebbe da fare un discorso più approfondito su come funziona l’arte drag perché entra in gioco anche la questione dell’identità di genere, ma non è questo il luogo per farlo, quindi mi limito a stare in superficie, generalizzando un po’ i concetti, ma se qualcuno volesse approfondire sono più che disposta a rispondere a qualsiasi domanda. Per farvi un esempio comprensibile ai fans di wrestling su questa similitudine, mi viene in mente Charlotte Flair che spesso nelle interviste ha detto che Ashley e Charlotte sono due persone decisamente diverse e che Charlotte, con il personaggio di The Queen, le permette di sfruttare quel lato più “cattivo” che nella realtà non fa parte di lei, ma che lei si diverte a tirare fuori.
Una volta stabilito che sia nel professional wrestling che nell’arte drag si vanno a creare dei personaggi, ovviamente si ha bisogno di costumi, di un certo tipo di trucco, di un certo tipo di pettinatura e qui mi sembra quasi superficiale analizzare il tutto, ma è giusto farlo. Questa volta però parto dall’arte drag, perché logicamente un fattore importante di essa è proprio il rappresentare in modo eccessivo una persona, utilizzando trucchi pesanti e stravaganti, parrucche uniche nel loro genere, ma anche vestiti spettacolari, che siano unici o un omaggio a fatti e persone della cultura pop; spesso infatti su Drag Race ci sono sfilate ispirate a determinati personaggi (Madonna, Lady Gaga, Grace Jones e così via), o in generale ce ne sono a tema per testare la creatività delle varie queen, dato che quella è la caratteristica principale che chi fa drag deve avere assolutamente. Se rapportiamo tutto questo al professional wrestling, ovviamente lo facciamo in minima parte per quanto riguarda magari una pettinatura, dato che più o meno, se non c’è necessità in una storyline, i wrestler sono liberi di portare i capelli come vogliono, però mi viene in mente l’iconica treccia di Bianca Belair, che è parte integrante e quasi fondamentale del suo personaggio, oppure quando Bayley si è tagliata i capelli per farci capire che c’era una nuova versione di se stessa, e così via. Invece il trucco va sottolineato molto di più, perché sappiamo benissimo quanto sia importante per certe gimmick, come quella ad esempio di Finn Bálor versione demone, Goldust, che forse è una delle maggiori rappresentazioni drag nel professional wrestling, o la pittura che utilizzano alcuni samoani, parte della cultura, e come non citare il trucco occhi dell’iconica Sensational Sherri, in puro stile drag. E per ultima, ma assolutamente più importante: le gear. I costumi che i wrestler indossano quando salgono sul ring, in tutte le loro forme, che vengano usati solo per l’entrata o anche per il ring, sono assolutamente un simbolo drag. Basti pensare che in primis rappresentano visivamente chi è quel wrestler, ma poi in alcune occasioni vengono anche personalizzati per omaggiare qualcuno, esattamente come fatto dalle queen, le stesse che proprio hanno un loro stile inconfondibile, esattamente come i worker del ring. Pensate che ci sono anche costumisti che fanno pezzi di vestiario sia per le drag queen che per i wrestler: uno di questi è Jeffrey Kelly, costumista che ha creato il cappotto indossato da Sasha Banks nella sua entrata nel main event di WrestleMania 37 contro Bianca Belair e, tra i tanti, crea vestiti per Trinity The Tuck e Heidi ’N’ Closet. Vi lascio QUI il suo account Instagram per ammirare i suoi lavori.
Il professional wrestling che ispira le drag
Mi collego a questo discorso parlandovi di una cosa nello specifico. Per chi non lo sapesse, durante Drag Race c’è un momento in cui le partecipanti vengono giudicate da un panel di giudici, tra cui RuPaul e la sua migliore amica Michelle Visage. Durante la puntata numero 9 della stagione 14 di RuPaul’s Drag Race, c’è stata una sfida che ha portato le concorrenti a riunirsi in due gruppi per parlare di quello che viene definito un “hot topic”, ovvero un argomento scottante, che in questo caso era “uomini”. Una delle concorrenti, Daya Betty, parlando di quello che eccita le persone degli uomini, ha dichiarato: “La prima cosa che mi ha eccitata che io ricordi era guardare la WWE. [Uomini come] Chris Jericho, Dwayne “The Rock Johnson, John Cena. Mi ha sempre così tanto affascinata vederli in tv, arrivare naso a naso, sudati, con i loro costumi attillati, e l’ho sempre notato, avevano capezzoli duri come la roccia. Quindi l’ho resa la mia missione: ‘troverò il mio WWE SmackDown wrestler’.”
E proprio durante i commenti dei giudici, Michelle Visage si è fatta avanti dicendo a Daya Betty: “Mi è piaciuta molto la conversazione sull’argomento WWE. Perché i lottatori sono drag queen. Voglio dire, pensate a The Undertaker, pensate a Ric Flair. [Si conciavano] totalmente in drag.”
La risposta di Daya Betty è stata poi onestamente molto commovente e si collega all’esperienza raccontata da me qui sopra e vissuta da moltissimi di noi: “La WWE era qualcosa che guardavo con mio padre e sento come se avesse avuto un ruolo nel mio [essere] drag queen. Ha un posto speciale nel mio cuore.”
Ecco, tutto questo discorso riprende esattamente quello che abbiamo già detto, ovvero che c’è una relazione profonda tra le due realtà, con Michelle Visage che ha giustamente sottolineato che i wrestler sono sempre in full drag, specialmente quelli che hanno un tipo di personaggio che li porta anche ad avere un certo costume elaborato, come appunto The Undertaker con il suo capello e il suo cappotto, o Ric Flair con le sue vestaglie sfarzose; in generale, le gimmick sono equivalenti al mettersi in drag. Inoltre, il discorso di Daya Betty sul fatto che il wrestling abbia giocato un ruolo importante nel suo essere drag queen, è la rappresentazione perfetta di cosa significa prendere ispirazione da quel mondo per portare avanti un’arte simile in campi diversi.
Un altro commento che fa capire quanto una cosa possa influenzare l’altra, è quello fatto da Bob The Drag Queen, vincitrice della stagione 8 di RuPaul’s Drag Race, che intervistata su StraightioLab, ha detto: “Il wrestling è in un certo senso gay. Ci sono alcuni wrestler davvero grandi e iconici che hanno “parlato” al mio essere gay da bambino. Goldust è davvero un grande esempio. Era un wrestler chiamato Dustin Rhodes. Era comune per un wrestler lasciare e poi tornare come una persona completamente diversa. Voglio dire, una persona completamente diversa. Goldust era un wrestler che in pratica era, non voglio nemmeno dire che si comportava da gay, il fatto è che non era gay, aveva delle fidanzate. Era tipo come Prince. Era un uomo etero estremamente effeminato che lottava. Dimmi che questo non è essere una drag queen, Gottmik [altra drag queen ndr.]. Dimmi che questa persona non sarebbe su Dragula. Goldust era assurdo. Goldust ha rappresentato un momento assurdo e di normalità per me come giovane gay che guardava il wrestling. Anche suo padre [Dusty Rhodes] era un lottatore.”
Esibizioni ed infortuni
Altri due aspetti in comune tra le due parti sono quelli delle esibizioni e degli infortuni. Se per il wrestler l’esibizione consiste nel lottare sul ring e fare dei promo backstage o all’interno del quadrato, per una drag queen o un drag king si tratta di esibirsi su un palco, per esempio ballando mentre si canta in lipsync, ovvero mimando con le labbra le parole di una canzone senza cantarla realmente mentre questa viene riprodotta dalle casse, oppure a volte le queen fanno stand-up comedy, o cantano per davvero, partecipano a delle sfilate o fanno anche teatro, come nel caso di Jinkx Monsoon, che ha recentemente preso parte al cast di uno spettacolo di Broadway e al cast di Doctor Who. Ovviamente noi sappiamo che i wrestler non solo si limitano a lottare e recitare nel business, ma spesso, con più o meno successo, diventano anche attori o cantanti, come nel caso di The Rock, John Cena, Dave Bautista, Mercedes Moné e così via.
E nel fare tutte queste cose, sapete che entrambe le parti si fanno male? Assurdo vero?! Non poi così tanto. Ovviamente lungi da me paragonare lo sforzo fisico dei wrestler con quello delle drag queen o viceversa, ma capita, facendo cose in movimento, che ovviamente anche queste si facciano male. Nella storia di Drag Race ci sono stati diversi infortuni, come quello famoso di Eureka che si è frantumata un ginocchio durante una sfida di cheerleading facendo una spaccata, o quando diverse drag queen si sono fatte male simulando una sfida di wrestling (ne parleremo tra poco). Spesso infatti chi fa drag propone anche un certo tipo di movimenti sul palco che comprende spaccate, capovolte, ruote e chi più ne ha più ne metta, mettendo in pericolo il proprio fisico. C’è anche chi fa esibizioni con la danza aerea, quindi sta letteralmente appes* per aria a fare giri e movimenti su dei lenzuoli o con un cerchio, come Violet Chachki, la mia queen preferita, che io ho avuto il piacere di vedere anche live mentre faceva tutto questo: non sottovalutate, quindi, il pericolo del drag.
L’omaggio del drag al professional wrestling
Come vi ho anticipato qui sopra, nella storia degli show a tema drag ci sono stati diversi omaggi al mondo del professional wrestling e per raccontarveli andrò in ordine cronologico.
Partiamo dalla stagione 4 di RuPaul’s Drag Race, quando nella puntata numero 2, dal titolo “WTF!: Wrestling’s Trashiest Fighters”, ecco che una maxi challenge è stata basata sulle drag che sono diventate delle wrestler, nonostante RuPaul nella stagione precedente avesse affermato “Drag is not a contact sport” (“Il drag non è uno sport di contatto”). Infatti le partecipanti sono state allenate per dei match in tag team da un allenatore esperto che, nonostante le abbia guidate nelle basi, non le ha preservate dal farsi male, che è stato abbastanza facile non essendo esperte, ma è stato divertente vederle inventarsi un personaggio ulteriore oltre a quello che già stavano rappresentando in drag.
Rimanendo su RuPaul’s Drag Race, non posso non citare l’omaggio che la queen Kameron Michaels ha fatto a Chyna, vestendo i suoi panni durante lo Snatch Game della stagione 10 episodio 7. Per chi non lo sapesse, lo Snatch Game è la versione rivisitata dello show Match Game, in cui le queen devono interpretare dei personaggi famosi e rispondere a delle domande rimanendo nel personaggio, in modo particolare devono completare una frase da cui viene omessa una parola e loro devono riempire lo spazio vuoto cercando di essere il più divertente possibile. Kameron non ha vinto quella sfida, ma ha fatto un buonissimo lavoro.
Un altro esempio, il mio preferito onestamente, è una sfida che è stata proposta nello show Dragula Titans, nell’episodio numero 6 della stagione 1. Prima di raccontarvelo, è giusto che vi spieghi cos’è Dragula: Dragula è esattamente lo stesso show/gara di Drag Race, ma con un twist horror, infatti tutti i partecipanti hanno uno stile drag molto più dark e devono affrontare delle sfide a volte disgustose ma allo stesso tempo molto fighe se siete fan di quel genere.
Bene, fatta questa piccola precisazione, durante la puntata citata, dal titolo “The Ugly Ladies of Wrestling”, chiaro omaggio a GLOW, che invece era “Gorgeous Ladies of Wrestling”, le drag coinvolte hanno fatto esattamente la stessa cosa di Drag Race, ovvero hanno dovuto creare un personaggio per il ring con una propria personalità e un proprio look, per poi lottare l’una contro l’altra in coppia e, pensate un po’, come giudice speciale c’erano Poppy, l’amatissima cantante che ha fatto anche la sigla per WWE NXT, e una delle mie drag queen preferite, ovvero Katya. Questa sfida sicuramente stata la mia preferita delle due citate perché qui si sono impegnate davvero tanto per non farlo sembrare una pagliacciata, nonostante i costumi stravaganti e tutto, e si sono impegnate tantissimo nel lottato e nella recitazione.
Ma ora torniamo a Rupaul’s Drag Race, perché uno dei tanti show collegati a quello principale è la sua versione chiamata “All Stars”, che consiste nel richiamare nella competizione alcune drag queen delle stagioni passate che hanno particolarmente lasciato il segno con il loro talento. Nel mese di maggio 2023, ha iniziato ad andare in onda l’ottava stagione di questo show e tra i protagonisti c’era anche Jaymes Mansfield, stimata drag queen che aveva partecipato alla stagione 9 del programma originale e che si è sempre dedicata alla creazione di parrucche per se stessa e le sue colleghe.
Dovete sapere che quest’anno c’è stato un piccolo twist nella competizione, ovvero le drag queen eliminate hanno avuto la possibilità di mostrare i look che avevano preparato per le puntate successive alla loro eliminazione che ovviamente non hanno potuto mostrare sul Main Stage. Per fare ciò è stato ideato quindi il “Fame Game”, ovvero un gioco dove le queen mostrano appunto questi look e si fanno votare dai fans per vincere una somma di denaro. Per chi non lo sapesse, fare la drag queen è molto costoso, infatti servono soldi per trucco, parrucche, vestiti, accessori e quant’altro e ad un certo livello le drag pagano dei designer per fare i vestiti, quindi in questo modo il loro lavoro e i loro soldi non vanno totalmente sprecati.
In occasione dell’episodio numero 7 della stagione 8 di Drag Race All Stars, la sfilata prevedeva il tema “Miss __”, ovvero bisognava scegliere di rappresentare una qualsiasi “Miss qualcosa”, una qualsiasi donna che abbia vinto una sfilata di qualsiasi tipo. La drag queen Jaymes Mansfield ha raccontato su YouTube il look che lei avrebbe proposto se non fosse stata eliminata proprio alla puntata precedente, dicendo che aveva in mente di essere una professional wrestler beauty queen: la cosa curiosa, che nemmeno io sapevo, è che lei ha un legame con la disciplina, perché a Chicago ha fatto da manager per uno show indipendente in full drag, e nel video cita addirittura Sable e Sunny come esempi che ha avuto, dicendo che per lei è stato un sogno che è diventato realtà. Continuando nel suo discorso, ha affermato che voleva portare questo su Drag Race perché non è stata affrontata molto come tematica, e ha preso da esempio quattro wrestler: Gorgeous George, Buddy Rogers, Ric Flair e ovviamente Charlotte Flair. Jaymes ha spiegato che ha preso ispirazione specialmente da The Queen, basandosi anche sul fatto che, quando i wrestler diventano King of the Ring, diventano parte della “sfera reale” e quindi lei ha creato la sua Queen of the Ring, spiegando ovviamente il costume in tutti i suoi dettagli l’outfit con tutti gli accessori, compresa una bellissima cintura, che ha creato insieme ad altri designer e amici,. Vi lascio il LINK del suo video su YouTube per le sue spiegazioni dettagliate, perché sicuramente racconta la sua idea meglio di me, e soprattutto così potete vedere anche i nomi delle persone che hanno collaborato con lei se volete supportare loro e Jaymes stessa.
La cosa bella che ci tengo a sottolineare è che Jaymes, come detto anche in precedenza con il discorso di Michelle Visage, sottolinea proprio che wrestler come Ric Flair erano molto femminili a quel tempo per gli standard della società, con i loro vestiti esosi decorati con piume e strass e i capelli tutti ben curati e vaporosi, ma comunque mantenevano quel tocco di vero uomo che sapeva conquistare tutti, ed era questo che Jaymes voleva rappresentare. La parte più bella del suo discorso, però, è quando dice che voleva tributare il wrestling femminile che ha fatto passi da gigante, anche grazie a Charlotte Flair che lei definisce “THE GOAT” e “favolosa”, precisando che voleva rendere specialmente omaggio proprio ai Flair perché il loro stile è totalmente uno stile drag.
A quando una Makeover Challenge?
In quasi tutte le stagioni e versioni di RuPaul’s Drag Race viene portata in scena una cosa chiamata “Makeover Challenge”, ovvero vengono affiancate alle drag delle persone che possono essere loro parenti, amici, gente della crew, gente di una determinata associazione e così via, e le concorrenti dello show devono trasformarle in modo che si abbinino a loro (fare parte della stessa “drag family”) per poi sfilare ed esibirsi insieme.
Ora, ma quanto sarebbe figo se i wrestler, che siano donne, uomini, entrambi, persone non-binary, potessero presentarsi per una di queste puntate speciali e farsi fare un makeover? Io volerei nello spazio! Scusatemi, qui esce fuori la mia parte più fangirl, però davvero, sarebbe così bello. Ma poi, voi non lo volete Roman Reigns in drag? Non volete lo stile già abbastanza extra di Charlotte Flair portato all’eccesso, o una persona che non vi aspettereste mai messa in drag che sfila? Io sì grazie! Oltre che per un fatto puramente estetico, mi piacerebbe sentire gli scambi tra tutti loro, perché durante la puntata, mentre c’è la parte della preparazione, del trucco eccetera, spesso le queen chiacchierano con queste persone per conoscerne la storia e viceversa. Sarebbe una bellissima interazione da vedere quella tra due realtà così apparentemente lontane ma che, come abbiamo visto, si incrociano perfettamente, per non parlare del fatto che si potrebbero abbattere così tanti stereotipi e dare una lezione importante su quanto si possa essere un determinato tipo di persona e usare comunque il trucco o i tacchi, per esempio, perché i vestiti e gli oggetti non hanno genere, ricordatevelo. Infine sarebbe sicuramente una pubblicità assurda per tutti perché il wrestling e l’arte drag sono due elementi importanti e conosciuti nella cultura americana.
Il mondo drag incontra il mondo del professional wrestling
Cheryl Hole e i Pretty Deadly
Un aspetto molto interessante dei due mondi è che, quando si incontrano, la magia è garantita, e questo è accaduto quando Cheryl Hole, drag queen che ha partecipato alla prima stagione di Drag Race UK, si è seduta a parlare con i Pretty Deadly, WWE Tag Team che per un certo periodo ha militato a NXT UK, poi NXT, fino ad arrivare ora nel main roster.
Quando si sono ritrovati a parlare delle similitudini tra l’arte drag e il professional wrestling, Cheryl Hole ha dichiarato: “Alla fine della giornata, possiamo tutti essere d’accordo sul fatto che c’è questo elemento di personaggio e performance, e sì, il Main Stage di RuPaul’s Drag Race è uno stage, ma il ring della WWE è uno dei più grandi stage. Le persone che salgono sul ring si mettono in drag, si immedesimano in un personaggio, in [un’altra] persona. Quindi è così che i due mondi collidono insieme perché tutti noi mettiamo su uno show, giusto?”.
A queste parole ha risposto Kit Wilson, dicendo: “Hai centrato esattamente il punto. Questi grandi personaggi prendono vita qualsiasi sia il loro posto, che sia wrestling o drag.” Elton poi ha voluto aggiungere: “Penso che sia anche una via d’uscita per le persone [il pubblico ndr.] doveper una o due ore semplicemente fuggi dai tuoi giorni ordinari, magari non è stata una bella giornata e puoi semplicemente rilassarti e guardare qualcosa dalla quale trai gioia.”
E per collegarmi al discorso della Makeover Challenge, Cheryl Hole avrebbe anche i nomi pronti per alcune Superstars: per Drew McIntyre ha pensato a ‘Eatma Haggis’, mentre per Triple H un piccolo gioco che si collega al suo nickname, King Of Kings, proponendo ‘Queen Of Queens’.
Inoltre, i Pretty Deadly hanno proposto uno show sul WWE Network: “In uno show futuro, ci facciamo mettere in drag da Cheryl e poi noi alleniamo Cheryl sul ring e poi ci scambiamo i ruoli.” Come direbbe qualcuno: shut up and take my money!
Washington Heights: il rapporto tormentato con il padre, leggenda del wrestling estremo
Nel 2020, una drag queen di nome Washington Heights ha scritto su Twitter che il padre l’ha tagliata fuori dalla propria vita, e quell’uomo non è altro che Jerome Young, meglio conosciuto come New Jack, uno dei wrestler più estremi mai esistiti. Washington ha spiegato che il padre lo ha fatto perché i fans non venissero a sapere che suo figlio è una drag queen: “Wikipedia vuole aggiornare la mia pagina. Non voglio che scrivano niente su te che sei una drag lì sopra,” questa la scusa usata dal wrestler.
Washington Heights ha dimostrato una maturità incredibile dicendo che secondo lei il padre non si vergognava di quello che faceva suo figlio, semplicemente non sapeva come avrebbe gestito la reazione dei fans, quindi avrebbe deciso di allontanarlo. Personalmente, e non voglio scavare troppo nella situazione perché non sta a me dirlo, penso che un uomo adulto dovrebbe saper eventualmente rispondere ad un gruppo di gente immatura e cattiva per difendere il proprio figlio che ama così tanto, ma questo è solo un mio parere e non voglio parlare per conto di nessuno. New Jack ha poi spiegato che in realtà voleva tenere la propria vita privata lontana dal wrestling, un ragionamento più che giusto, il problema è che, durante una live su Facebook, il wrestler ha dichiarato apertamente che quello non è suo figlio, chiamandolo anche con una parola che potete decisamente intuire.
Concentrandoci su Washington stessa, sappiamo che ha iniziato ad esibirsi a Baltimora nel 2014 vincendo poi best host, best show e drag queen of the year ai 2018 Baltimore Drag Awards, e ora è una “full time drag queen che fa quello che ama”, secondo le sue parole. La frase più bella che ho trovato nella sua intervista con VICE, dove ho reperito anche tutte le informazioni che avete trovato qui sopra, è stata questa: “Quando ero più giovane, sono andato a uno dei suoi [del padre, ndr.] show. Sono rimasto affascinato dalla musica d’ingresso, i costumi, la vistosità, le grandi personalità, i fuochi d’artificio. È praticamente tutto quello che sto facendo, tranne che le drag queen non si sbattono a vicenda sul pavimento e si attaccano a vicenda”.
Brody King e il suo lavoro su Drag Race
Non potete capire la mia faccia quando ho scoperto che Brody King, attuale star della All Elite Wrestling, ha lavorato su RuPaul’s Drag Race. Il wrestler ha raccontato la sua esperienza nel 2022, quando è stato intervistato sul podcast ufficiale della federazione “AEW Unrestricted”. King ha parlato del lavorare sul set di qualsiasi tipo di show televisivo, sottolineando a sua volta ciò che lega l’arte drag e il professional wrestling: “Ho fatto probabilmente 5 anni su RuPaul’s Drag Race, penso dalla stagione 7 fino alle 11 o 12 o qualcosa del genere. Quello è stato uno dei miei posti preferiti in cui lavorare, [anche se] in un primo momento non lo è stato perché era più a basso budget, quindi non venivo pagato molto, ma era sempre divertente andare al lavoro e guadagnare un nuovo rispetto per una forma d’arte diversa, specialmente quando mi allenavo nel wrestling ho visto così tante somiglianze tra i due mondi, e c’è così tanto spettacolo, competizione e cose del genere. Ora continuo a guardare lo show, sapete, io e mia moglie andiamo ai drag bar, ceniamo e ci guardiamo lo show, è una figata”.
Ed ecco un’altra persona che ha vissuto in entrambi i mondi che ci conferma che sono molto, molto simili. E comunque, ICONIC Brody King che lavora su Drag Race, tra l’altro ha iniziato a lavorarci durante la mia stagione preferita, adoro!
Tra l’altro godetevi questo video in cui fa lip sync insieme ad alcuni drag king:
Drag, e non solo, sul ring
Questa sezione dell’articolo è dedicata a diverse realtà del professional wrestling che ospitano tantissimi performer in drag sul proprio ring, e alle drag più famose che fanno parte della disciplina. Vi lascerò una serie di link ad alcuni articoli o siti che vi spiegano nello specifico tutto quanto, io mi limiterò a fare un piccolo riassunto.
Disclaimer: ovviamente non posso conoscere tutte le realtà drag che fanno wrestling o tutti i worker in drag che fanno wrestling, quindi qui troverete solo qualche esempio, ma, se qualcuno dovesse conoscere altri nomi di promotion o drag queen/drag king wrestler, per favore non esitate in alcun modo a segnalarci tutto sui nostri social media, sarei più che felice di visionare il materiale e conoscere realtà nuove.
Show e organizzazioni
A Matter of Pride: è un’organizzazione di wrestling di Brooklyn fondata da Rick Cataldo, che viene descritta come “RuPaul’s Drag Race incontra WWE WrestleMania.” Potete leggerne tutti i dettagli nell’articolo proposto da SSENSE e ci troverete anche riferimenti a wrestler come Sonny Kiss. Sempre in riferimento a Cataldo, vi lascio un video del canale YouTube di VICE Life.
Choke Hole: è uno show che combina wrestling e arte drag in un modo del tutto unico e speciale tra match ed esibizioni. Vi lascio il LINK al loro sito internet e all’articolo scritto su Gothamist dove i creatori dello show spiegano un po’ di cosa si tratta.
SUCKAPUNCH!: è uno show organizzato dalla House of ALXNDR di Atlanta, negli Stati Uniti, che ovviamente prevede alcuni match sul ring in drag. Vi lascio un articolo di GPB News che ne parla e il LINK al gruppo Facebook della House of ALXNDR.
What A Drag: è il primo e unico show che mischia professional wrestling e drag queen in Central Valley, California. Vi lascio il loro LINK a Instagram.
Le drag del ring
Cassandro El Exotico: è un wrestler messicano che sale sul ring con un trucco sul viso tipico delle drag queen e costumi considerati più femminili, e fa questo lavoro da tantissimo tempo, più di 30 anni. Cassandro si identifica come gay, ma dalle sue parole raccontate nel video sul profilo di Great Big Story si può evincere che ritiene la sua identità di genere in modo molto fluido quando è sul ring, un posto che adora perché prova un amore profondo per questa disciplina. La parte del suo nome “Exotico” deriva dal fatto che gli ‘exoticos’ sono proprio i wrestler che si esibiscono in drag. Vi lascio un bellissimo articolo di Onda Cinema dove viene fatta un’analisi di Cassandro attraverso un documentario uscito su di lui.
Priscilla: è una wrestler del Regno Unito che lotta da moltissimo tempo portando la sua arte sui ring di wrestling di alcune indies nel suo territorio. Vi lascio un video di BBC News con una piccola presentazione.
Pollo Del Mar: è una drag queen conosciuta da tutti per essere una manager nel mondo del professional wrestling, ma anche giornalista sotto il suo vero nome. Qualcuno sicuramente l’ha più che altro vista in NWA.
Considerazioni finali
Ed eccoci arrivati alla fine di questo importantissimo articolo. Per me è stato fondamentale raccontarvi tutto quello che vi ho raccontato perché il professional wrestling e l’arte drag, insieme alla musica, sono le mie più grandi passioni e volevo semplicemente dire al mondo che i due mondi hanno così tante cose in comune che è davvero assurdo che non ci siano più collaborazioni tra le due parti o che non ci sia la giusta attenzione sull’argomento.
Io ad esempio sono una persona molto creativa e adoro pensare alle gear che potrebbero indossare i wrestler, soprattutto le donne, ispirate proprio al mondo drag, tanto che ne ho anche create alcune per Charlotte Flair ad esempio, solo per il puro divertimento di farlo, ma lei non ne ha (ancora) mai indossata nemmeno una, ovviamente. Però molto spesso mi ritrovo a pensare che sarebbe magnifico se i wrestler commissionassero alle queen qualche costume da fare, che sia per l’entrata o per il ring, perché secondo me verrebbero fuori creazioni magnifiche. Sarebbe anche molto bello se ci fossero storyline adeguate dedicate alla comunità LGBTQ+ nelle compagnie di professional wrestling, con anche le queen o i king protagonisti.
Quello che personalmente più amo del professional wrestling e dell’arte drag è che entrambi danno la possibilità a tutti i coinvolti di essere semplicemente se stessi, di mostrare un personaggio che ci racconta una storia, di esprimersi in modo da connettere con il pubblico attraverso l’arte, arte fatta di moda e di sport, di mosse e di esibizioni, di gear e di costumi.
Io al professional wrestling e all’arte drag dico semplicemente: shantay, you stay.
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Donne Tra le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla WWE inc., RuPaul’s Drag Race, Dragula o altre fonti citate in questo articolo. Credits a tutti i fotografi che hanno scattato le foto presenti nell’articol, a tutti gli artisti che hanno lavorato agli outfit indossati dalle drag queen e a tutti coloro che hanno lavorato sugli articoli, i video e i post social. L’articolo è stato scritto e curato da Rachele Gagliardi, fondatrice e blogger di Donne Tra Le Corde. Revisione di Irene Zordan.