Recensione fumetto “Do A Powerbomb!” di Daniel Warren Johnson

Oggi sono qui per parlarvi di quello che è possibilmente uno dei migliori fumetti che siano mai esistiti, che sicuramente è nella top 5 dei miei fumetti preferiti di sempre, un’opera che racchiude al suo interno l’amore per il professional wrestling e per la propria famiglia: sto parlando di “Do A Powerbomb!” di Daniel Warren Johnson.

Vi anticipo già che questa recensione sarà SPOILER, quindi vi lascerò anche qualche dettaglio del fumetto, senza però raccontarvi proprio tutto nei particolari perché è anche giusto che voi possiate godervelo come ho fatto io.

Struttura del fumetto

Il racconto è diviso in vari capitoli che spezzano in modo omogeneo la storia, raccontata attraverso dei disegni meravigliosi pieni di dettagli e tutti totalmente colorati, con dialoghi che non vanno assolutamente a disturbare le scene disegnate come spesso invece capita nei fumetti. Ci sono pagine con diverse finestre tipiche dei fumetti, e altre che invece hanno il disegno che prende tutta la pagina.

Parte 1: La fine dell’inizio

Come introduzione, il fumetto ci racconta del rapporto tra una mamma wrestler (Yua Steel Rose) e una figlia (Lona) che già sogna di diventare come lei, andando anche a sostenerla quando deve lottare, in modo particolare a uno show dove dovrà sfidare il suo avversario più ostico: Cobrasun. Purtroppo però, durante il match la madre atterra male per una mossa e muore, lasciando una figlia completamente in lacrime.

Qualche anno dopo però, Lona si mette al lavoro ed iniziare a lottare come può senza nessun allenatore, cosa che fa assolutamente andare fuori di testa il padre che ha paura di perderla come successo con Yua, ma la giovane non vuole sentire ragioni. Continuando per la sua strada, Lona incontra uno strano uomo che le propone una cosa: trovarsi un partner per un torneo che sta organizzando perché la coppia vincitrice potrà far resuscitare un proprio amato. Lei non esita neanche un secondo perché vuol far tornare in vita la madre e va dall’unica persona che le deve un favore: Cobrasun. Qui ho apprezzato particolarmente la bellissima introduzione perché ci ha fatto vedere non solo la forza di Yua, che era una wrestler molto rispettata, ma anche quella della figlia nell’aver voglia di inseguire quel sogno per se stessa e per la madre, a dimostrazione che le donne sono davvero una forza della natura.

Parte 2: Il torneo

Ovviamente, una volta fatta questa pazzia, Lona e Cobrasun iniziano a vedersela con varie coppie e ci viene raccontato man mano come mai quelle persone sono lì per il torneo, cosa le ha spinte a partecipare, chi vogliono far resuscitare e perché. Tra l’altro provengono tutti da pianeti diversi e si ritrovano in questa strana dimensione a lottare, e per questo motivo vediamo di tutto: mosse di coppia, wrestling normale, wrestling estremo… tutto raccontato con il massimo rispetto della disciplina. Ovviamente la parte più difficile di tutto ciò non è tanto il lottare sul ring, ma trovare una buona chimica tra Lona e Cobrasun, che solo dopo un po’ riescono a trovare il giusto equilibrio per far funzionare il loro tag team.

L’ultimo match arriva, la finale, e purtroppo Cobrasun, che fino a quel momento ha sempre lottato con indosso una maschera, viene smascherato e Lona lo vede: è suo padre, scoprendo quindi che il padre stesso ha per sbaglio ucciso la moglie sul ring. Purtroppo i due perdono, risultato apprezzato perché non scontato, ma c’è un problema: i loro due avversari litigano su chi devono far resuscitare perché ognuno aveva in mente la propria persona, non sono lì per la stessa, si sono solo accoppiati per i loro interessi, e quindi si ammazzano, e no, non è un modo di dire, si uccidono litigando. I secondi classificati quindi tornano in pista, ma non è finita qui, perché devono affrontare una potenza bella grossa per riavere indietro la loro moglie e madre amata: Dio. I due vengono sconfitti, Lona si arrabbia perché non è riuscita a riavere la madre, ma Dio le fa un regalo, ovvero le restituisce un ricordo completo di quando una sera, a letto con la madre (episodio che tra l’altro apre il fumetto), le due hanno parlato di morte, con Yua che ha detto alla figlia che la morte è un po’ come il wrestling, sappiamo tutti che è pre-determinato, sappiamo come andrà a finire, ovvero moriremo tutti prima o poi, ma l’importante non è concentrarsi sulla fine, ma sulla storia, e permettetemi di dire che questo fumetto incarna perfettamente questo concetto. Non importa se alla fine la grande Yua Steel Rose non è tornata, perché è stato meraviglioso vedere padre e figlia mettere anima e cuore nel cercare di farla tornare e nel cercare, anche inconsapevolmente, di legare per un futuro migliore in onore di lei.

A chi consiglio il fumetto

Onestamente, tutti dovrebbero leggere questo capolavoro. Sei fan del professional wrestling? Leggilo assolutamente perché ti ricorderà ancora di più perché ami la disciplina. Non sei fan del professional wrestling? Leggilo lo stesso perché è una delle storie più belle mai inventate che si meriterebbe anche un film o telefilm onestamente.

Considerazioni finali

Io sono una grandissima amante di fumetti e manga, ne leggo sicuramente meno di alcune persone per mancanza di tempo, ma quando lo faccio davvero il mio cuore si rallegra, e sono davvero felice di aver finalmente letto, seppur con i miei tempi, anche “Do A Powerbomb!” perché davvero è un piccolo capolavoro che mi è arrivato al cuore.

La storia, i personaggi, i disegni… è tutto perfetto, non me l’aspettavo. Grazie Daniel Warren Johnson per averlo scritto e disegnato.

Di seguito vi lascio un’intervista fatta dall’amico e collega Luca Carbonaro proprio a Daniel Warren Johnson al Napoli ComicCon nel 2023:

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