Ronda Rousey parla della sua run in WWE: l’infortunio per mano di Stephanie McMahon e il cattivo trattamento delle donne

In una recente intervista rilasciata a Cageside Seats, Ronda Rousey si è un po’ aperta ai fan raccontando della sua esperienza in UFC e ovviamente anche di quella fatta successivamente in WWE, raccontando svariati retroscena sulla sua carriera, a partire dal fatto che ha purtroppo una lunga storia con le commozioni cerebrali che sono state la causa principale del suo ritiro dalle arti marziali miste.

E partendo da questo punto, quando ha iniziato a parlare del suo salto in WWE, ha raccontato:

Stavano scansionando il mio cervello e ho pensato: ‘Per favore, fai che non scoprano che il mio cranio sta cadendo a pezzi internamente.’ Ma hanno detto che tutto sembrava stare alla grande. Sono stata autorizzata a lottare.

Purtroppo, solamente poco dopo il suo debutto nella federazione, la fighter ha riportato una commozione cerebrale per mano di Stephanie McMahon durante una firma di contratto, occasione in cui Stephanie le ha dato uno schiaffo in pieno volto, ma non solo, perché anche Nikki Bella le ha dato uno schiaffo sulla strada che le ha condotte al loro match a WWE Evolution, con Ronda che ha detto che ha visto le stelle e ha avuto un forte mal di testa per il resto della giornata.

Più tardi nell’intervista, Ronda si è anche espressa sulla disparità di trattamento in WWE tra uomini e donne:

La Bloodline è in grado di pianificare le cose un anno prima del tempo, e poi loro [i dirigenti] non vogliono nemmeno parlare con me fino a quando non arrivo all’arena. Di nulla. Ho dimostrato nel mio primo match che se mi dai il tempo, le risorse e la preparazione, posso mettere insieme una contesa incredibile. E penso che questa cosa la stiano facendo davvero con Logan Paul, gli permettono di provare e mettere insieme queste cose e hanno tutte queste risorse diverse, i produttori per portarlo al suo massimo potenziale. E siamo arrivati al punto in cui le ragazze non potevano ottenere tutto questo.

Non volevo più essere l’action figure di Vince [McMahon]. Mi sentivo come se stessi facendo dei match personalizzati per uno psicopatico nel backstage.

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