Sonya Deville: l’aiuto di Vince McMahon dopo il tentato rapimento di uno stalker e il suo improvviso licenziamento

Nell’agosto 2020, Philip A. Thomas II ha tentato di rapire Sonya Deville nella sua stessa abitazione, pianificando tutto quanto con un largo anticipo, ma fortunatamente la polizia è riuscita ad arrestarlo e sbatterlo in carcere per 15 anni.

Ospite nell’Ariel Helwani Show, la wrestler ha parlato un po’ di quello che è avvenuto dopo l’arresto:

La WWE mi ha mandato la sicurezza per incontrarmi lì per andare in casa e prendere le mie cose. Ci hanno trovato un hotel nel centro di Tampa. Sono andata in paranoia. Ho pensato di non poter andare in hotel a mio nome perché lui stava per uscire su cauzione e non mi avrebbero dato il permesso per un ordine restrittivo. La polizia di Tampa mi ha riferito che avrebbe ottenuto una cauzione e stavo impazzendo. Ho pensato: ‘Sarà libero stasera e verrà subito a cercarmi’. Mi hanno riferito che nell’interrogatorio ha chiarito che non ha finito con me, e quando sarà libero tornerà a cercarmi. Ero spaventata. Mi sono registrata in hotel sotto un alias. Io e Mandy [Rose] eravamo in una stanza d’albergo insieme, spaventate a morte, abbiamo trascinato il comò davanti alla porta della camera.

Vince McMahon ci ha invitate a SummerSlam dicendomi che voleva salutarci e abbracciarci. Siamo andate e l’abbiamo visto. Hunter [Triple H] e Stephanie [McMahon] erano lì. Mi hanno chiesto se potessi tornare a casa mia, ma ho detto di no perché era piena di giornalisti, così Vince mi ha detto che ci avrebbe pensato lui e ha affittato una casa per me, una casa in cui potessi rimanere, in una parte diversa della Florida. Mia mamma è venuta a stare con me. Mandy è rimasta un po’ con me. La mamma di Mandy è venuta e rimasta, e ha assunto una security armata 24/7.

Sempre nello stesso show, Sonya Deville ha dato qualche dettaglio in più sul suo non rinnovo di contratto con la WWE, raccontando:

Stavamo negoziando, eravamo in trattative per firmare un nuovo contratto. Ero convinta che stesse andando bene e avremmo firmato qualcosa. Ero in un viaggio con mia figlia, ad una gara di cheerleading, e ho ricevuto una telefonata dai piani alti che mi hanno detto, ‘Ehi, prenderemo strade separate.’ Mi hanno colta di sorpresa e ho chiesto, ‘C’è una ragione?’ ‘No, creativamente, non ha funzionato.’ Inizialmente ero sotto shock.

Quando le è stato chiesto se avesse la sensazione che tutto questo potesse finire in questo modo, ha risposto:

No. Mi sono strappata il legamento crociato e sono tornata dall’infortunio e mi sentivo arrugginita. Volevo tornare a dove ero prima dell’infortunio. Era solo una questione di tempo, nella mia mente. Non era un se, era un quando. Stavo cercando di rimettermi in piedi e immergermi in questo nuovo personaggio e la storyline che avevano per me. Ero lì da 10 anni e avevo ottimi rapporti con tutti. Immaginavo un rinnovo di contratto.

Poi le è stato chiesto se ha negoziato quando le hanno detto che non avrebbero rinnovato il suo contratto, e lei ha spiegato:

È stata una telefonata di 30 secondi. Hanno le loro ragioni. Volevano separarsi. Non fa parte di me dire tipo, ‘Ma perché? Per favore. No.’ Sono una che crede molto che tutto accada per una ragione precisa. Probabilmente è tempo per un nuovo capitolo nella mia vita.

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