Il 7 luglio dell’anno scorso Saraya Jade Bevis, meglio conosciuta al pubblico come Paige, annunciò la fine della sua carriera in WWE al termine del suo contratto con la compagnia.
Campionessa inaugurale di NXT, due volte Divas Champion, numero uno tra le cinquanta migliori wrestler femminili nella PWI FEMALE 50 (2015), Diva dell’anno (2014) per Rolling Stones: se questi riconoscimenti non vi hanno già convinto dell’importanza e dell’eredità di Paige in WWE, oggi ripercorreremo insieme la sua carriera attraverso interviste e documentari, cercando di capire perché sia stata così tanto importante in WWE e come la sua vita abbia ispirato molte giovani ad intraprendere la strada del professional wrestling.
Paige ha da sempre ricevuto moltissime reazioni miste dal pubblico, in molti hanno valutato positivamente il suo percorso riconoscendola come uno dei capostipiti della fine dell’era delle Divas, mentre altri hanno disapprovato il suo personaggio sul ring e fuori, anche alla luce dei numerosi scandali che hanno colpito la sua vita. Bisogna ammettere che il nome della ragazza di Norwich è sempre presente nelle discussioni relative alla Women’s Revolution, con la maggioranza degli esperti di wrestling e non che sono fermamente convinti che Paige, pur essendo ancora molto giovane, abbia già un posto assicurato nella Hall Of Fame.
Fighting with my family: una famiglia di campioni (2005-2011)
Saraya Jade-Bevis nasce nell’agosto del 1992 a Norwich, in Inghilterra, città rinominata simpaticamente come la capitale della senape, ed è parte di una dinastia molto particolare nel panorama inglese ovvero la “Knight Dynasty”. Saraya è la figlia di “Rowdy” Ricky Knight e Julia Hamer-Bevis “Sweet Saraya”, entrambi wrestler e fondatori della WAW (World Association of Wrestling). Fin da quando è nata nel suo sangue scorre il wrestling, anche se l’avvicinamento di Saraya alla disciplina è molto particolare: infatti lei non ha mai espresso il desiderio di diventare una wrestler, a differenza dei suoi fratelli Zak e Roy, è sempre stata molto distante dal ring anche se amava guardare fino a notte fonda le puntate di Raw per di vedere i suoi idoli, come Stone Cold Steve Austin o The Rock.
Prima di scoprire il buffo debutto sul ring dell’inglese, è importante dire come la WAW non fosse molto seguita nel piccolo paesino: gli spalti erano quasi sempre vuoti intorno al ring, quindi le disponibilità economiche erano assai limitate e per questo non si potevano permettere di assumere wrestler di grande calibro, infatti tutti i loro lottatori erano alunni alle prime armi accompagnati nel ring da chi aveva un po’ di esperienza in più. Un giorno, per coprire l’assenza di un lottatore in uno show della federazione dei genitori, Ricky Knight e Sweet Saraya decisero di riempire lo spazio mancante proprio con la piccola di casa in un match contro suo fratello Zak.
Saraya si fece conoscere nel 2005 al mondo del wrestling con il nome di Britani Knight, ed aveva solamente quattordici anni quando decise che il wrestling sarebbe diventato la sua vita: il suo debutto fece avvicinare sempre più bambine nell’ambiente della WAW, aumentando i profitti e le iscrizioni alla scuola dei genitori.
“Sweet” Saraya Knight: la mamma è sempre la mamma
Prima di parlare dello sbarco in America di Saraya, ci tengo a parlarvi di Julie Hammer- Bevis, una delle wrestler più sottovalutate di sempre. Nel 1990, Julie conobbe, nel ristorante dove lavorava, Ricky Knight, che era un wrestler professionista, parte del circuito indie. I due divennero inseparabili e Julia lasciò presto la cittadina di Pontins per viaggiare con Rick a tempo pieno e diventare una wrestler, anche se all’inizio il suo lavoro consisteva principalmente nel creare gear per i wrestler ed era anche addetta nel montaggio dei ring. Pochi mesi dopo, Ricky disse che voleva che lei facesse parte dello show, come manager nel suo angolo, quindi, a Camber Sands, Julia fece il suo debutto come Saraya. Julie affermò come il suo avvicinamento al wrestling l’abbia salvata da una vita di eccessi e pericoli e i due fondarono poi insieme una federazione di wrestling a Norwich.
Dopo questo piccolo background storico, vi spiego perché ho voluto parlare di Julie Bevis: in molti non sanno che la madre di Paige sia stata la mentore e l’allenatrice di molte delle Superstars che conosciamo oggi come Becky Lynch, Athena (Ember Moon in WWE) o Ariel (wrestler che ha avuto una breve run in ECW nel 2008). Il contributo storico di Sweet Saraya è importantissimo e sfortunatamente è anche molto sottovalutato, ma è anche grazie a lei se in parte vi è stata una rapida diffusione di interesse in Inghilterra per il wrestling, tant’è che nel 2010 aprì una federazione all-women per dare spazio alle aspiranti lottatrici.
Julie è stato un tassello fondamentale per la figlia Saraya, l’ha sempre sostenuta in tutte le sue avventure senza mai lasciarla da sola, anche nei momenti più bui della sua carriera, accompagnandola anche a lottare in America nella Shimmer.
(Per capire chi è questa wrestler e il suo stile di lottato, vi consiglio di vedere Saraya Knight vs Britt Baker a Burning Bridges 2018, facilmente recuperabile su YouTube)
Shimmer Wrestling, 2011: primi arbori nelle scene indie
La Shimmer è una federazione di Chicago che nasce con l’obiettivo di dar spazio a tutte le wrestler che ancora non ha trovato un posto dove “brillare”, e nel suo piccolo rimane una federazione indie che è riuscita a mettere sotto i riflettori wrestler come Ruby Soho e Bayley.
Saraya (al tempo conosciuta come Britani Knight) fece il suo debutto negli Stati Uniti per la prima volta nella promozione femminile Shimmer Women Athletes il 26 marzo 2011, ai tapings di Volume 37, un PPV della federazione, insieme alla madre e tag team partner Saraya Knight. Lei e sua madre (annunciate come la Knight Dynasty) furono gestite dalla rientrante Rebecca Knox, formando una stable di heel. Dopo questa breve run come tag team partners, Saraya Knight decide di tradire sua figlia, dandole la colpa delle loro innumerevoli sconfitte e colpendola davanti a tutto il pubblico. Questo portò Britani ad avere una dura faida con sua madre: le due infatti si sfidarono a un match estremo al PPV seguente. A Volume 44, Knight lottò il suo ultimo Shimmer match, sconfiggendo sua madre Saraya in un No Disqualification match. La sua esperienza lì durò solamente un anno, in quanto fu chiamata dalla WWE insieme a suo fratello Zak per un provino nel nascente territorio di sviluppo della federazione: la FCW.
FCW/NXT (2011-2014): la nascita di Paige
Quando Saraya arrivò in WWE nel settembre del 2011, fu ovviamente assegnata al territorio di sviluppo di allora, ovvero la Florida Championship Wrestling. Prima di debuttare in televisione, la ragazza dovette subire diversi cambiamenti: per prima cosa non poteva tenere il suo nome originale, quindi optò per Paige, per omaggiare il suo personaggio preferito della serie tv “Streghe”, ovvero Paige Matthews; successivamente si lavorò per creare un personaggio per lei sul ring: cercarono di metterla in coppia con l’allora Leati Joseph, Roman Reigns, ma vi era troppo imbarazzo tra i due, per poi provare un angle con Seth Rollins, che non funzionò, e infine si scelse come gimmick quella della solitaria ragazza di Londra. Fu così che nacque l’idea dell’anti-diva, a seguito di alcuni comportamenti di Paige che fecero “arrabbiare” il women’s locker room.
Inizialmente infatti, Paige non era amata dalle sue compagne, come lei stessa affermò nel podcast Busted Open Radio di Mark Henry e Dave LaGreca: “Ho fatto piangere un paio di ragazze quando ho iniziato. Ero tipo, ‘oddio scusate questo è il modo in cui lotto, mi dispiace per quello che è successo.’ Ma poi ho iniziato a fare cose come i bikini contest in FCW e ho iniziato a impuntarmi dicendo che ero lì per lottare, era quello che volevo fare. Non volevo mettere in mostra il mio corpo, non volevo stare lì se non potevo indossare i miei stivali per lottare”. Queste sue dichiarazioni ci devono far riflettere: nel 2011 vi era ancora una mentalità abbastanza chiusa per la divisione femminile, e ancora non c’erano spiragli di luce che potessero cambiare le carte in tavola, ma la volontà di Paige di lottare e non solo mettersi in mostra simboleggiava molto a quel tempo.
Oltre i problemi che aveva con le colleghe, nel film “Fighting With My Family” viene anche riportato quanto fosse poco amata dagli allenatori, a causa del suo atteggiamento ribelle, anche se tutti erano consapevoli che la ragazza di Norwich avrebbe avuto una carriera brillante. Uno tra questi era indubbiamente Dusty Rhodes, che credeva fortemente nelle abilità di Paige, infatti tra i due si instaurò un bellissimo rapporto che fece crescere significativamente la ragazza di Norwich.
Paige fece quindi il suo debutto il 5 gennaio 2012, partecipando a una 6-Woman Battle Royal vinta da Audrey Marie. Successivamente, si stabilì come una heel alla ricerca dell’oro, ovvero il FCW Divas Championship, ma non riuscì mai a conquistarlo; fu poi spostata a NXT non appena la FCW fu chiusa.
NXT Arrival: il match che cambiò la visione di Diva
Nel giugno del 2012, Paige partecipò al torneo per decretare la prima NXT Women’s Champion, dove, per qualificarsi alla finale, sconfisse Tamina Snuka e Alicia Fox, figure già note al pubblico della WWE. In finale si scontrò con Emma a NXT Arrival, con le due che combatterono a metà della card dell’allora PPV per contendersi il titolo di campionessa del brand: fu un match molto intenso, ma ad avere la meglio fu la ragazza di Norwich, che riuscì a sottomettere Emma nell’iconica mossa “Paige Turner”.
Il regno di Paige durò ben 273 giorni, con diverse difese titolate contro ad esempio le Four Horsewomen o anche Summer Rae. Attualmente, a distanza di anni, il regno di Paige come NXT Champion è ancora ben visto dall’opinione pubblica, che lo considera come uno tra i migliori. Altro record, come se il suo contributo come prima campionessa di NXT non bastasse, Paige è anche la detentrice più giovane del titolo, vinto a soli 21 anni, insieme a Roxanne Perez.
Soffermandoci sul match, esso viene considerato tra i primi veri scontri rivoluzionari che hanno cambiato l’idea di campionessa femminile: basti pensare al fatto che da quel momento non si parlò più di Divas ma bensì semplicemente di campionesse.
2014: no more Diva
Pur avendo vinto il titolo di NXT, la parabola dell’inglese non si arrestò e continuò verso un futuro sempre più brillante. Ci troviamo nell’edizione di Raw post-Wrestlemania XXX, anno molto significativo per le divisioni femminile di Raw e SmackDown, dove l’allora più longeva Divas Champion AJ Lee sembrava imbattibile e, a conti fatti, nessuna superstar era veramente credibile per detronizzare la campionessa. Sfortunatamente, l’interesse per le Divas era crollato fortemente, a causa del booking poco efficiente e del breve minutaggio dei match, e dunque vi era bisogno di qualcosa di rivoluzionario, o forse di un vero e proprio miracolo.
Paige, allora ancora campionessa di NXT, fece il suo debutto l’8 aprile 2014 a Raw ricevendo una grande ovazione dal pubblico, che ancora oggi a rivederla mette la pelle d’oca. È da comprendere l’importanza che la WWE volle dare a Paige, considerando che erano molte le Superstars che già facevano parte del main roster e che potevano sconfiggere la campionessa, come ad esempio Naomi oppure una debuttante Emma; ma allora perché la compagnia scelse qualcuno come Paige? Perché, forse, era l’unica wrestler che poteva cambiare per sempre le carte in tavola creando una nuova figura: quella dell’anti-diva.
Dopo un match non memorabile, Paige riuscì a vincere il titolo Divas ponendo fine al regno del terrore di AJ Lee e dando così inizio a una nuova era: così Paige divenne l’unica donna, insieme a Gail Kim per quanto riguarda il Women’s Champion, a vincere il titolo delle Divas al suo match di debutto nel main roster e all’incredibile età di soli ventuno anni. Questo è stato l’anno decisivo della salita al vertice di Paige, l’anno che cambiò per sempre la vita della wrestler inglese. Il pop del pubblico, la voce sorpresa di Micheal Cole, le lacrime di Paige resero il tutto più spettacolare e leggendario: un momento che, certamente, non potrà mai essere cancellato o dimenticato.
Purtroppo però, anche se le premesse erano promettenti, il regno non riuscì ad essere all’altezza delle aspettative: 84 giorni di titolo alla vita, faide poco memorabili e match corti e discreti (uno tra i più interessanti però, è Paige vs Naomi a Money In The Bank 2014). La Paige di NXT e la Paige del main roster sembravano due persone completamente diverse, e questo forse è da associare anche alla scarsa creatività del booking di allora, ma non solo.
Paige perse nuovamente il titolo contro la sua acerrima nemica AJ Lee nel giugno dello stesso anno, per poi rinvigorire la faida verso il PLE dell’estate, ovvero SummerSlam, dove la ragazza di Norwich riuscì a vincere ancora una volta la cintura. A Night of Champions, Paige prese parte a un Triple Threat match, che includeva AJ Lee e la fearless Nikki Bella, dove venne sottomessa dalla Black Widow di AJ che si riprese il titolo dopo 35 giorni di regno.
2015: Women’s (R)evolution
Nel 2015, dopo la corsa al titolo, Paige prese parte ad alcune faide secondarie contro ad esempio Alicia Fox, per poi cercare di fermare le angherie di Nikki e Brie Bella, quando Nikki era campionessa all’epoca. A Wrestlemania 31 AJ Lee, rientrante da poco dopo un infortunio, e Paige misero da parte le loro ostilità e strinsero un’alleanza per sconfiggere insieme le Bella Twins, e così l’inglese debuttò allo Showcase of Immortals segnando la sua prima vittoria.
Dopo l’abbandono di AJ Lee, i vertici della WWE capirono che era tempo di cambiare e chiamarono nel main roster le ben note Charlotte Flair, Becky Lynch e Sasha Banks. Conosciamo bene la storia, e visto che stiamo facendo una riflessione su Paige soffermiamoci sul suo ruolo chiave nella Women’s (R)evolution: Paige ebbe un ruolo di mentore per Becky e Charlotte creando così il team P.C.B., segnando loro la strada verso la notorietà sui ring di Raw e SmackDown.
Ma Paige non sembrava essere più la stessa, le sue abilità sul ring diminuivano notevolmente, erano più le sconfitte che le vittorie, e con l’arrivo delle nuove compagne di team, sembrava essere passata in secondo piano.
2016: il declino
Il 2016 è uno degli anni più bui per la povera britannica, sia per quanto riguarda il percorso sul ring che per la sua vita privata. Come testimoniato indirettamente nelle puntate di Total Divas, dove anche lei era parte del cast, siamo a conoscenza che Paige iniziò a fare un sempre più frequente uso di alcool, che la portò ad essere allontanata per ben due volte dalla WWE fallendo il wellness program, anche se la stessa sostenne che era successo a causa di alcune medicine prescritte dal proprio medico.
Inoltre, la sua relazione con Alberto Del Rio, famoso lottatore messicano che stava creando sempre più scandalo intorno a sé, stava notevolmente peggiorando e diventando violenta, fisicamente e psicologicamente. Del Rio fu arrestato per violenza nei confronti della ragazza, anche se egli affermò che fu Paige ad esser arrestata per abuso domestico. Come raccontato nel documentario reality-show tutto al femminile della compagnia, erano in molte, tra cui l’intervistatrice Renee Young, ad essere preoccupate della salute mentale e fisica di Paige, la quale continuava a nascondere le proprie emozioni e i propri problemi sul ring per evitare di avere ripercussioni sul lavoro.
Verso ottobre, il dolore fisico continuava ad aumentare e Paige subì un intervento al collo, che la tenne lontana dalla WWE per il resto dell’anno, a causa dei continui bump che la ragazza aveva preso sul ring nel corso degli anni.
2017: il ritorno di fiamma
(Chronicle: the heartbreaking story of Paige’s retirement)
Paige non aveva assolutamente intenzione di fermarsi, non poteva lasciare che i suoi demoni vincessero su di lei, doveva avere la meglio: il 2017 infatti è stato il suo anno di rivincita, doveva dimostrare a tutti che Paige non era un fantasma, e tornò accompagnata dalle debuttanti Sonya Deville e Mandy Rose (e stabilendo così una stable di heel, l’Absolution) il 17 novembre a Raw attaccando e interrompendo Sasha Banks, Bayley, Mickie James e la campionessa di Raw Alexa Bliss.
Il ritorno fu esplosivo, il pubblico ne era entusiasta anche per l’aggiunta al roster di Raw delle due debuttanti di NXT, e Paige sembrava essere pronta per iniziare nuovamente alla grande, i piani per lei erano numerosi e ricchi di originalità (doveva essere lei a sconfiggere Asuka per la prima volta a Wrestlemania 34).
Paige tornò quindi in azione nel suo primo match da giugno dell’anno precedente nella puntata di Raw del 4 dicembre 2017, sconfiggendo Sasha Banks. Una faida con Sasha Banks avrebbe alzato lo status di entrambe, e come Paige affermò in un promo: “I was the woman” ribadendo come era stata proprio lei a cambiare le sorti delle wrestler in WWE.
Come mostrato nel documentario prodotto dalla compagnia di Stamford Chronicle, Paige era veramente felice di tornare, le si può leggere negli occhi la voglia di riprendere e la passione per il wrestling. Paige era finalmente ripulita da tutto, i suoi problemi con l’alcool e con le relazioni tossiche erano ormai ricordi dolorosi del passato e la forte ed carismatica Glampire di NXT sembrava essere tornata, ma non tutte le storie hanno un “good ending”.
Poco prima del suo rientro infatti, vennero diffusi sul web filmati e video intimi di Paige che fecero il giro del mondo: da quel momento Paige ha affermato più volte che a causa di questo grave episodio di revenge porn ha in passato tentato il suicidio e ha iniziato a soffrire di disturbi con l’alimentazione.
27 dicembre 2017: endgame
In un live event del 27 dicembre Paige subì l’ennesimo infortunio al collo dopo aver preso un calcio da Sasha Banks in un six-woman tag team match che costrinse l’arbitro a fermare il match. L’infortunio fu la goccia che fece traboccare il vaso della turbolenta carriera di Paige e le impedì di partecipare alla Royal Rumble. Quello che si verificò il 27 dicembre fu il risultato di un ritorno a cui l’atleta non era ancora pronta, fu la conseguenza di tanti problemi che non ancora non si erano risolti e ferite che avevano bisogno di tempo per rimarginarsi.
L’assenza dalla Rumble del 2018 fu il campanello d’allarme per tutti i fans, che si convinsero fortemente del costretto ritiro dell’inglese. La stessa ragazza che aveva lottato a duro per portare rispetto alla divisione femminile, uno dei capostipiti della rivoluzione femminile, non poteva partecipare al manifesto più grande di tutta la storia del wrestling femminile. Paige continuò ad accompagnare l’Absolution nei loro match da manager, ma non tornò mai alla competizione sul ring in WWE.
Il 9 aprile del 2018 nella puntata di Raw post-Wrestlemania, Paige si spogliò della propria gimmick e parlò con il cuore al pubblico: qui parlò per la prima volta Saraya, una donna che non poteva fare più ciò che amava, una persona che aveva sofferto troppo nella vita e che non meritava tutte le cose cattive che le erano successe. Era la prima volta che una wrestler aveva uno spazio in puntata per annunciare il proprio ritiro, un momento doloroso ma che ci fece comprendere l’importanza del suo ruolo.
2018-2019: general manager di SmackDown e mentore delle Kabuki Warriors
Il 10 aprile, giorno dopo aver rivelato il suo ritiro dal ring, nell’episodio di SmackDown Live, Paige viene annunciata da Shane McMahon come nuovo general manager del brand blu, assumendo così un comportamento da baby face; nel contempo, Paige diventa anche manager del team formato da Asuka e Kairi Sane, aiutandole a vincere i titoli di coppia. Il suo ruolo di GM fu un pretesto per sponsorizzare il film di Stephen Merchant “Fighting with my family”, un film biopic sulla leggendaria vita della Knight Dynasty con Florence Pugh nei panni di Paige, che riscontrò un successo mondiale avvicinando molte famiglie al wrestling.
Nel frattempo, Saraya si sottopose anche al più importante tra gli interventi, ovvero l’operazione che le avrebbe dovuto sistemare il collo definitivamente.
2020-2021: where is Paige?
Dopo aver concluso il suo mandato come GM, Paige assume un ruolo di opinionista nel programma WWE Backstage con CM Punk e Renee Young ma non ha più una presenza costante nelle programmazioni di Raw e SmackDown. Paige era tornata ad essere un fantasma, e il team creativo della WWE sembrava non avere più piani per lei come ha affermato in diverse interviste, aveva provato più volte a tornare sugli schermi, ma niente si era mai concretizzato.
Un bel rammarico, in quanto potevano essere infinite le possibilità per Paige: GM di NXT ad esempio, mentore di Ronda Rousey o anche commentatrice per gli show. Sicuramente, se qualcosa si fosse verificato, oggi potremo vedere ancora Paige in WWE.
2022: goodbye Paige, welcome to your new home Saraya!
“Potete chiamarmi Saraya adesso. Domani è il mio ultimo giorno come Paige”.
Dopo dieci anni come wrestler e atleta per la WWE, Paige e la compagnia di Stamford hanno deciso di dirsi un momentaneo addio e separare le proprie strade. Ormai la WWE aveva imparato a mandare avanti i propri programmi senza la presenza dell’inglese, e l’anti-diva aveva capito che il tempo aveva deciso che non c’era più spazio per lei lì dentro, ma quello vive ancora tra le due entità è sicuramente il rispetto: la WWE non aveva mai abbandonato Paige nei momenti di difficoltà, dandole sempre il massimo supporto, e la ragazza non aveva mai parlato male della compagnia. Questo rapporto valeva più di mille gesti e parole.
Il 21 settembre del 2022 Paige fece il suo esordio a sorpresa in AEW lasciando tutti senza parole, soprattutto la dottoressa Britt Baker. Il suo debutto è stato straordinario, il pubblico le era molto dietro e lei sembrava felice più che mai. Il suo avvicinamento alla compagnia di Tony Khan aveva segnato la sua crescita e un cambiamento importante: non era più Paige, ma Saraya. Anche se con un po’ di ruggine addosso, al suo debutto Saraya è riuscita ad annunciare che era tornata più forte che mai, questa volta non come manager della divisione femminile ma come wrestler, mettendo esplicitamente la parola fine al suo lungo e doloroso infortunio.
Saraya quindi sfidò Britt Baker a Full Gear nel novembre dello stesso anno supportata da suo fratello Zak Zodiac, e raggiunse finalmente quella tanto attesa vittoria, anche se il match non fu all’altezza del lottato delle due. Dopo esser riuscita a sconfiggere la Baker nel suo match di debutto e ritorno, Saraya strinse una pericolosa alleanza con le due ex della WWE Toni Storm e Ruby Soho turnando heel e creando la stable The Outcast, che tuttora sta seminando il panico nella divisione femminile della AEW.
2023 e poi… : cosa dovremmo aspettarci da te?
Per concludere, penso sia necessario fare delle piccole previsioni su quello che succederà a Saraya in AEW: penso che certamente vincerà il titolo femminile, sarebbe emozionante vederla vincere in casa a All In il 21 luglio a Wembley, anche se al momento non ci sono indicazioni che ci fanno pensare a una direzione del genere.
Sicuramente potrebbe prendere parte al primo Blood & Guts tutto al femminile della federazione di Jacksonville, in una faida tra le Outcasts e Skye Blue e Britt Baker ad esempio. Infine penso proprio che, alla luce di quanto è successo tra Mercedes Moné e la WWE, le strade di Saraya e della CEO della NJPW si incroceranno nuovamente forse proprio in un evento speciale targato AEW.
Considerazioni finali e ringraziamenti
Chi mi conosce sa quanto Saraya sia stata importante nella mia vita, lei è il vero e proprio motivo per cui ho iniziato a vedere il wrestling e a scrivere di wrestling. Scrivere di lei è un’emozione che non si può raccontare, parlare della sua carriera mi ha fatto comprendere quanto sia una vera e propria leggenda di questa disciplina; è un vero e proprio modello d’ispirazione, che mi ha fatto capire che si può uscire sempre più forti da ogni difficoltà o problema. Paige mi ha spinto a guardare il wrestling, mentre Saraya mi sta accompagnando in questo cammino.
Volevo ringraziare Saraya per essere stata il mio soggetto in questo racconto, ma soprattutto la padrona di casa, Rachele per essersi affidata a me per raccontare a voi di Paige e farla conoscere a chiunque nel suo spazio, questo gesto per me significa tantissimo. Grazie di cuore.
Spero di essere stata in grado di farvi conoscere al meglio Saraya e di avervene fatto innamorare un po’, grazie per avermi letto e ci vediamo al prossimo racconto. Vi ricordo che ogni due mesi esce un capitolo della mia rubrica What If… e se vi siete persi gli articoli passati, potete recuperarli QUI.
Non dimenticatevi di seguire il blog anche sui social e di sostenere il progetto con una piccola donazione.
Donne Tra le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla WWE inc., AEW o altre fonti citate in questo articolo. Credits a tutti i fotografi che hanno scattato le foto presenti nell’articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Letizia di Francesco, scrittrice per Donne Tra Le Corde. Editing di Rachael Gagliardi, fondatrice e blogger di Donne Tra Le Corde. Revisione di Irene Zordan.