L’effetto farfalla indica la fragilità del mondo in cui viviamo, sottolineando in primo luogo la debolezza delle nostre scelte. Come il battito delle ali di una farfalla può provocare un uragano, anche le piccole azioni possono contribuire a generare grandi cambiamenti.
Salve a tutti! Mi presento: il mio nome reale, Letizia, significa letteralmente gioia, ma mi farò chiamare da voi lettori con il nome di Lilith. Vivo di wrestling fin da quando ero bambina. Il mio primo ricordo relativo a questa disciplina è il sabato sera ad aspettare con ansia la puntata del brand black and blue con la mia famiglia. Le prime leggende che ricordo sono Victoria e Michelle McCool, due pilastri della lontana divisione femminile di SmackDown. Per una serie di inspiegabili motivi mi sono staccata dal wrestling, ma poi un giorno arrivarono loro: una ragazza dai capelli rossi, una ragazza alta seguita sempre da suo padre e una ragazza fuori dagli schemi comuni per una televisione WWE. Quelle tre ragazze non erano altro che Becky Lynch, Charlotte Flair e Paige: avevo appena preso parte indirettamente alla Women’s Revolution.
Allora, perché parliamo di effetto farfalla? Perché esso è estremamente relativo al wrestling? Leggete e scoprite il mio mondo…il mondo delle infinite realtà. Le nostre scelte, le nostre storie e i loro finali dipendono da infinite possibilità in relazione con ogni singola azione: non si può tornare indietro. Si può solo immaginare quello che sarebbe dovuto succedere: ritorni, nuove campionesse, match che sarebbero diventati parte della storia. Non si può cambiare nulla, ma possiamo riflettere solo su una domanda: “e se…?”
DISCLAIMER!!! I racconti sono frutto di un pensiero e dell’immaginazione dell’autrice che ha voluto ricostruire a modo suo una teoria su quello che sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente in una determinata circostanza.
Introduzione alla storia
Come prima storia alternativa, voglio parlavi delle due wrestler femminili che mi hanno fatto innamorare del wrestling e che ancora oggi mi fanno incollare allo schermo ogni volta che vedo un loro match: Paige e Asuka. Con Paige il rapporto è particolare, il motivo per il quale mi sono innamorata follemente di lei è stata la sua storia, la storia di una ragazza che, in un mondo di sguardi che si basano sui paletti e limiti di bellezza, è riuscita a dimostrare di cosa era capace senza mettere in mostra il proprio aspetto fisico, cosa che mi ha sempre affascinata. Grazie a lei ho imparato ad essere determinata e costante nei miei sogni e, grazie al suo esempio, ad apprezzare il wrestling per le storie che porta ogni volta in TV.
L’Imperatrice del Domani, Asuka, invece, mi ha fatto ammirare il wrestling sotto il punto di vista tecnico: le mosse, le contromosse, le mosse di sottomissione e aeree che rendono speciale questa disciplina. Asuka è un capostipite del lottato nipponico e, ancora oggi, i suoi match fanno emozionare.
Paige: l’Anti-Diva fuori dagli schemi
Lei doveva dimostrare che ce la poteva fare, lei lo sapeva che tutte quelle fatiche l’avrebbero ripagata, Paige sapeva che il ring era la sua casa e che la cintura delle Divas sarebbe diventata sua. La sua famiglia l’aveva sempre sostenuta, anche con tutte le difficoltà economiche del tempo, ma tutti contavano sulla “Vampira di Norwich”. Arrivò in America che era ancora giovane, in un mondo crudele e pieno di ostacoli. Lei è stata l’eccezione della WWE: quando nessuno credeva nella oramai vecchia Divas Division, è stata proprio lei, insieme ad altre figure nascenti, a dominare la scena di NXT.
Paige è riconosciuta come la primissima campionessa femminile di NXT, una svolta ed emozione per l’epoca! E poi, quel fatidico giorno: l’8 aprile del 2014, Raw post-WrestleMania, l’imbattibile campionessa Divas AJ Lee non faceva altro che elogiarsi, aveva difeso sempre e con successo la sua cara cintura con la grande farfalla, e soprattutto aveva sconfitto tutta la divisione femminile nella notte più importante del wrestling… chi poteva fermarla? Un nome era la risposta: Paige. Lei poteva farlo, e non appena è partita la sua musica d’entrata il pubblico è allibito: una giovane ragazza fuori dagli schemi, ancora nel territorio di sviluppo, potrà riuscire nell’impresa impossibile?! Lo scontro, anche se breve, diventa storia: alla fine fu Paige a interrompere lo storico regno del terrore di Aj Lee… in quel momento c’era aria di rivoluzione, o meglio di evoluzione, nella WWE?
Due volte campionessa Divas, campionessa inaugurale di NXT e poi l’inizio del declino dal 2016: una relazione difficile con Alberto del Rio, assunzione di stupefacenti, continui infortuni, stop e faide poco memorabili. Sembrava non ci fosse più speranza per lei e soprattutto, con tutte le nuove figure emergenti dal brand giallo e nero, Paige sembrava essere diventata quasi un fantasma.
Poi, il 20 Novembre 2017, il grido della ragazza di Norwich è tornato più forte che mai: aveva voglia di dominare e lottare. Ma che cosa stava succedendo nel panorama della divisione femminile di Raw nel contempo?
Asuka: colei che non dovrebbe essere nominata
Asuka, o Kana, si è sempre contraddistinta per la sua grinta e il suo stile particolare di combattimenti nelle federazioni giapponesi, diventando così una delle figure femminili (e non) più apprezzate e ricercate nel mondo del wrestling.
Quando arrivò negli Stati Uniti per firmare con la WWE nel 2015, tutti erano curiosi di sapere che segno avrebbe lasciato nella federazione di Stamford. Asuka diventò il cuore di NXT: la sua figura portava sotto la maschera un velo di mistero e stupore accompagnato da un ghigno di piacere, era in grado di fare cose che nessuno si sarebbe mai immaginato possibili. L’imperatrice del domani era diventata oramai untouchable, come direbbero gli americani, a NXT e tutti sapevano che nessuno era pronto per affrontarla e soprattutto sconfiggerla: Asuka portava sulle sue spalle il peso di una streak interminabile e vittoriosa, ben 914 giorni di assoluto dominio, una streak resa speciale da match altrettanto ricchi di passione, tenacia e talento. Chiunque abbia sfidato questa fantastica atleta porterà per sempre nel cuore un ricordo pieno di emozioni.
La federazione fu costretta a mandare Asuka a Raw verso l’inizio dell’autunno, perché nessuno a NXT era in grado di fermare l’indistruttibile imperatrice, nessuno era pronto per Asuka. Dopo una dominante vittoria su Emma a TLC 2017, iniziò a esserci una vera e propria contesa sulla nipponica: tutte volevano avere il titolo di “conquistatrice della streak” di Asuka e tra loro c’era anche Paige.
Siamo coscienti del fatto che fu la regina Charlotte Flair a concludere in modo leggendario la striscia vittoriosa di Asuka, ma ripensiamo a tutto, immaginiamo di esser tornati in quel di Raw del 2017: la divisione femminile è dominata diverse figure di spicco, tra cui ovviamente Asuka e l’Absolution capitanata da Paige. Come ben sappiamo, a dicembre erano uscite numerose notizie di corridoio dove le due superstar si sarebbero sfidate sullo stage più grande al mondo.
Adesso conosciamo le nostre protagoniste, conosciamo anno e ambiente, scordiamo tutto quello che è successo relativamente all’infortunio di Paige e immaginiamo che quei piani per le due ragazze si stiano concretizzando. Ora siamo pronti per partire, io sarò la vostra guida che vi condurrà in un viaggio attraverso il mondo delle impossibili e infinite probabilità, ma per entrare nel vivo di questa avventura dobbiamo farci un’unica domanda: e se Paige avesse terminato la streak di Asuka?
Royal Rumble 2018: l’inizio della fine
Nella prima edizione in assoluto della Royal Rumble femminile, tutti gli occhi a questo punto sarebbero stati puntati sull’instancabile e temibile Asuka che, secondo la maggioranza, avrebbe potuto vincere tranquillamente per poi sfidare una delle campionesse a WrestleMania. Ma se ragioniamo nell’ottica di una possibile Paige che le si mette tra i piedi, i piani sarebbero potuti essere totalmente sconvolti, andando a creare sul ring diverse tensioni tra le due.
Il match in questione, oltre che mettere sotto ai riflettori tutte le leggende e le nuove superstars che hanno contribuito alla Women’s Revolution, avrebbe potuto, in questo specifico caso, dar vita alla contesa tra due lottarici che nei mesi passati avevano animato il locker room della divisione femminile: le sopracitate Asuka e Paige.
Immaginate se, nelle settimane precedenti al grande evento, più volte Paige avesse stuzzicato la figura di Asuka fino ad interferire nei suoi match che, seppur non interessassero l’inglese, sarebbero divenuto il momento di divertimento per l’Absolution. Il motivo di tutto questo poteva essere un modo per ridare prestigio alla figura dell’ex Divas Champion tra le corde del ring. Probabilmente, il Royal Rumble match sarebbe divenuto solo il pretesto per ottenere quel match che forse avrebbe sconvolto le carte del wrestling femminile.
Sappiamo benissimo chi fu decretata vincitrice nella lunga e speciale Royal Rumble del 2018, ma adesso immaginiamo e facciamoci la domanda fondamentale: e se proprio Paige avesse eliminato Asuka impedendole così di vincere la prima edizione femminile della rissa reale?
Viaggiamo in questa dimensione parallela: Paige avrebbe avuto la meglio solamente grazie all’aiuto dall’esterno del ring delle sue scagnozze Sonya Deville e Mandy Rose, le quali avrebbero contribuito all’eliminazione della nipponica. Asuka avrebbe cercato più volte di salvarsi, mettendo in atto le proprie mosse acquisite durante la sua carriera, mentre Paige, da vera heel, avrebbe usato invece mosse più sporche per vincere e, come ben sappiamo, l’unione fa la forza, quindi anche il contributo della sua stable avrebbe giocato un ruolo fondamentale. Nessuna delle due avrebbe vinto il match, accendendo di più la fame di vendetta di Asuka e il desiderio di ripartenza di Paige.
Raw: a poche settimane di distanza da WrestleMania
Se ci basiamo su quanto abbiamo cercato di supporre nel paragrafo precedente riguardante la Royal Rumble, possiamo anche dire che probabilmente l’eliminazione di Asuka, non per colpa sua, non avrebbe messo in pericolo la sua famosa streak togliendole quel senso di dominio che sarebbe durato comunque costantemente nelle puntate successive di Raw, nelle quali avremmo visto il continuo della storyline tra la Glampire e The Empress of Tomorrow. Paige probabilmente però, dalla sua parte, avrebbe fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alla sua nemica, manipolando anche la posizione dei General manager, organizzando ad esempio numerosi match tra Asuka e Sonya Deville o Mandy Rose, o nel peggiore dei casi entrambe le atlete contro l’ex NXT champion. Avremmo forse assistito anche ad alcuni promo dell’inglese, nei quali avrebbe spiegato come la sua entrata nel main roster fosse il miracolo per la divisione delle Divas, e che senza di lei oggi la divisione femminile sarebbe stata solamente il solito momento di pausa per gli spettatori. Asuka però non si sarebbe fatta intimidire e avrebbe battuto più volte anche i membri dell’Absolution, ma soprattutto avrebbe ribadito il suo dominio nello spogliatoio femminile di Raw. Nessuno e niente l’avrebbe fermata… o forse sarebbe stata tutta un’illusione per noi spettatori?
Mettiamoci della situazione di assistere ad una puntata di Raw dove ipoteticamente l’Absolution, esclusa Paige che si sarebbe messa a guardare il tutto da fuori ring, avrebbe deciso di attaccare Asuka, proprio per provare il punto di vista della propria leader, dopo la fine di un match contro una lottatrice locale. Ci sarebbe probabilmente stato l’intervento fatale della manager dello show rosso, Stephanie McMahon, che stufa della situazione venutasi a creare, e per ribadire la forza del suo brand, avrebbe fatto un’apparizione speciale per fare un discorso alle due: “Volete far vedere chi siete? Il ring di una semplice puntata di Raw non basterebbe per questo scontro importante tra voi due e non vogliamo neanche interferenze di Sonya e Mandy, quindi serve un palcoscenico degno… cosa ne dite di WrestleMania?” A quel punto immaginate questo match ufficiale: Paige vs Asuka a WrestleMania 34.
WrestleMania 34: redenzione e rinascita
Il match tra Paige e Asuka forse sarebbe stato uno dei più attesi se fosse stato possibile: da una parte una streak leggendaria in palio, con probabilmente una grande maggioranza del pubblico sulle proprie spalle, e dall’altra parte il disperato tentativo di rinascita della propria carriera da parte di colei che aveva bisogno di tornare a credere nella magia del wrestling: Asuka e Paige sarebbero in ogni modo divenute parte della storia. Alla fine chi è il vincitore e chi è il vinto poco importa, perché come ben sappiamo non sempre chi dovrebbe meritare di vincere vince, alla resa dei conti sia l’inglese che la nipponica avrebbero vinto moralmente. Asuka perché ha regalato uno dei momenti più straordinari e intoccabili dell’epoca femminile del professional wrestling, con la sua figura misteriosa che si cela dietro una maschera e il suo essere di poche parole, ma che sul ring con il suo lottato regala molto. Dall’altro lato, Paige ha donato al pubblico una delle storie più emozionanti del wrestling, da quando nessuno voleva vederla sul ring perché era diversa dalle ragazze da copertina fino ad arrivare ad essere un modello, dimostrando che la determinazione è segno che, lottando per i propri sogni, si può diventare ciò che si vuole essere.
La contesa sarebbe stata forse piena di momenti di stupore e altri di noia, oppure gioia, più volte le atlete avrebbero cercato di fare cedere l’un l’altra con le mosse di sottomissione, le più letali della disciplina. Paige avrebbe affrontato il suo match con la temibile Asuka senza nessun aiuto dalle sue scagnozze, le quali sarebbero state severamente bandite da bordo ring, evitando di contribuire ad una sua possibile vittoria, quindi per la prima volta anche lei avrebbe visto un match relativamente “lungo” contro un’avversaria che era stata definita “la miglior atleta femminile” nel corso dei tempi. Il match sarebbe durato il giusto per non fare annoiare il pubblico e per dare spazio alle abilità delle atlete e a quel punto chi avrebbe avuto la meglio?
Il match sarebbe potuto essere uno di quelli più incredibili di sempre o forse una delusione totale, chi lo avrebbe potuto sapere? Nessuno, ma è anche per questo che stiamo affrontando questo ipotetico viaggio.
Paige avrebbe avuto la meglio in questa dimensione
Paige avrebbe probabilmente sconfitto Asuka dopo un match speciale ed emozionante, l’avrebbe chiusa nella sua famosa tecnica di sottomissione e, con mano stanca sul tappeto del ring a proclamare giustizia, Asuka avrebbe messo una fine meritevole alla sua streak.
Analizziamo però brevemente il simbolo disperato di Asuka: la redenzione della nipponica avrebbe potuto avere delle spiegazioni che avrebbero trovato spazio tra la difficoltà di portare sulle spalle un peso di alto livello, una storia che avrebbe segnato gli archivi della WWE, e forse anche la volontà di lasciarsi andare alle debolezze della vita, e ciò non significa che la situazione sia un simbolo di fragilità e negatività, ma anzi, anche queste particolarità fanno parte di ogni esperienza umana.
Da un altro punto di vista, forse Asuka avrebbe mollato, con un gesto eroico, per mettere sotto le luci della ribalta la povera Paige, che nel corso degli ultimi mesi era stata dimenticata dal pubblico. La nipponica avrebbe in questo modo elevato sia la sua figura che quella della collega, quasi per darle un lieto fine alle sue sofferenze. Infatti l’inglese aveva bisogno di una vittoria per far tacere tutti i dubbi dopo aver perso l’appoggio del pubblico a causa di non ottimali condizioni e prestazioni atletiche, dovute ad una relazione pericolosa e ai vizi legati all’alcool. Ma d’altronde la WWE è anche questo: si portano storie reali sul ring, interpretate sotto chiave allegorica, per rendere noto al pubblico come esistano dei problemi (fisici, mentali e sociali che siano) e come sia possibile risolverli grazie al supporto di una famiglia che si crea sul ring. Nel contempo anche la perdita di Asuka avrebbe aperto la porta per ulteriori grandi contese. Questo match avrebbe potuto segnare un grande futuro sia per la vinta che per la vincitrice, con tanto di cintura sulle spalle di entrambe.
Sfortunatamente, la storia è andata ben diversamente: Asuka regalò tantissime emozioni a New Orleans grazie allo storico match valevole per il titolo femminile di SmackDown combattuto contro la Queen Charlotte Flair, mentre Paige guardava il tutto seduta nel backstage avendo preso un’altra strada anche a causa del suo infortunio, come sappiamo. D’altronde tutte le storie hanno o un finale felice o uno buio, ma questo non significa che la fine di una storia non possa essere l’inizio di un’altra. Non sempre una sconfitta subita da una grande campionessa sottolinea come sia la fine della sua età d’oro, potrebbe essere solamente un punto di svolta.
Questa è una delle tantissime storie che si cela nella dimensione specchio delle infinite possibilità, in un frammento di specchio si potrebbe raccontare la stessa storia ma con un finale diverso, o con protagoniste e ambientazioni diverse. Ma teniamo bene a mente l’unica domanda che regge tutto questo ciclo: e se?
Volevo ringraziare tantissimo la gentilissima e paziente Rachele, che ha permesso di realizzare un grandissimo sogno. La WWE significa tantissimo per me, è la mia ragione di vita e senza questa fantastica famiglia non avrei mai iniziato il mio percorso di miglioramento. Grazie ancora e spero di non avervi annoiato! Alla prossima storia alternativa!
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Donne Tra le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alla WWE inc. o altre fonti citate in questo articolo e da i credits a tutti i fotografi e grafici che hanno lavorato alle foto in questo articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Letizia di Francesco, blogger di Donne Tra Le Corde. Editing di Rachele Gagliardi. Revisione di Irene Zordan.